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Fusion & outside playing Pt.1

Ciao a tutti e ben ritrovati in questo nuovo appuntamento mensile, oggi parliamo di fusion ed in particolare di come strutturare le nostre frasi per creare un suono “outside” partendo da idee veramente molto semplici; lavoriamo su una statica in Dm (dorico), il primo esempio proposto è una frase su pentatonica min

Ciao a tutti e ben ritrovati in questo nuovo appuntamento mensile, oggi parliamo di fusion ed in particolare di come strutturare le nostre frasi per creare un suono “outside” partendo da idee veramente molto semplici; lavoriamo su una statica in Dm (dorico), il primo esempio proposto è una frase su pentatonica minore di D (X° tasto) che si sviluppa con l’ausilio di cromatismi e conclude sulla tredicesima con una nota in slide di approccio cromatico.
In altri termini, è interessante riempire la pentatonica o la scala di riferimento con elementi cromatici, tipici di un fraseggio più moderno. Anche qui l’elemento chiave è un buon senso ritmico e un’identificazione delle note “bersaglio” cioè le note che vogliamo raggiungere con la nostra linea di cromatismi.Il secondo metodo che utilizzo per suonare out è la sostituzione di un accordo con un altro. Per esempio, la base propone un Dm7, quindi nulla mi vieta di suonarci sopra un Dm7 (b5) dove appunto la b5 crea tensione. La frase infatti si sviluppa con questo metodo e conclude con un passaggio cromatico molto efficace.
Consiglio di sperimentare altre soluzioni, per esempio suonando al posto di Dm7 un Dm7Maj.Il terzo metodo che utilizzo è simile al precedente ma meno laborioso, mi limito a selezionare delle note tensive che non fanno parte dell’accordo in corso. Per esempio la b9 e la b5 di D cioè Eb e Ab e ci creo un fraseggio intorno.
Nell’esempio che segue infatti approccio la b9 con il D e poi vado a Ab. Anche qui il ritmo aiuta molto e, come vedete, non mi fermo su queste tensioni ma ci passo attraverso. Per rendere le tensioni meno evidenti cerco di incorporarle in ipotetiche triadi che conengano sia le tensioni sia note che fungono da risoluzione.L’ultimo esempio introduce il quarto metodo che utilizzo per suonare out ovvero l’uso delle pentatoniche un semitono prima o dopo rispetto a quella corretta. Infatti parto “fuori” ipoteticamente con la pentatonica di D#m, lo slide mi porta sulla pentatonica corretta di D minore e infine sempre con lo slide vado out (sonando attorno al quinto box pentatonico di D#m) risolvendo sul D.Nelle prossime lezioni analizzeremo altri aspetti e concetti relativi al suono out, il consiglio che vi do è di sperimentare il più possibile, cercando di applicare i concetti visti e di analizzare le frasi dei chitarristi jazz/fusion che preferite, non copiandole ma analizzandone i riferimenti scalari e accordali; quando improvvisate sopra a progressioni complesse cercate prima di tutto di organizzare il materiale scala/triade/quadriade e poi andano a inserire le relative tensioni.Come già accennato possiamo suonare tutto ciò che vogliamo con la giusta consapevolezza: se uso troppe tensioni in una frase, dovrò compensarle con un ritmo adeguato oppure decidere di eliminarne qualcuna per non appesantire il fraseggio.Un saluto dal vostro Vanny Tonon

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