“Noi dobbiamo riconoscere due categorie di artisti, cioè quelli che producono e quelli che interpretano, e convenire che non passa fra essi che questa differenza materiale.” (cit. Franz Liszt)
Quest’affermazione del grande compositore e pianista è da considerare ovviamente riduttiva e sintetica di quello che, al giorno d’oggi, si intende per musicista.Il termine “musicista” indica generalmente chi si occupa di musica come creatore, operatore, fruitore o interprete. Deriva dal latino musicus (in greco mousikòs: delle Muse) da cui si è giunti alla forma italianizzata musico. Oggigiorno esiste una chiara suddivisione in settori inerenti a questo mestiere che varia in base alla qualifica. Innanzitutto, prima di procedere all’attuale diversificazione cercheremo di ricreare un breve e conciso exursus storico-cronologico.
Fin dall’antichità la musica era strettamente legata all’aspetto religioso e culturale tant’è vero che la figura del sacerdote-musico (il cosiddetto “stregone”) aveva una posizione di rilievo in riferimento al rango di appartenenza. Vi era una sorta di piramide gerarchica strutturata in relazione alle mansioni svolte: dalla figura del direttore a quella dei coristi. Al settore della musica sacra era strettamente legata la didattica musicale, mentre la musica profana era di interesse inferiore e così fu per diversi secoli.
Storicamente decisivo fu ciò che accadde nel V-IV a.C., quando venne a scindersi il connubio tra poesia e musica, portando a una distinzione tra musico compositore e musico esecutore. Proprio quest’ultimo si emancipò nella società romana. Di contro ai musicisti didatticamente preparati, iniziò a delinearsi la pratica del dilettantismo musicale alimentato in modo particolare dalla società nobile e altolocata.
Nel periodo medioevale il genere profano assunse maggior rilievo. Corti e piazze erano possibili aree di lavoro per nuove figure come i musicisti-poeti dell’amor cortese (trobadors, trouvéres, bardi, minnesänger), i giullari, i cantastorie e i menestrelli.
Altro passo decisivo fu nel XIV secolo circa, quando le figure dei compositori uscirono dall’anonimato, con un successivo spicco d’interesse per la musica strumentale. In questa fase, sempre secondo un assetto piramidale, ecco le distinzioni tra cantori, strumentisti, maestri di cappella.
Durante l’età barocca e con l’avvento della musica operistica gestita a livello imprenditoriale, molti musicisti trovarono lavoro e cospicui guadagni. Per le rappresentazioni teatrali erano infatti necessari strumentisti d’orchestra, coristi, cantanti e ovviamente compositori.
Passo decisivo tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800 fu la nascita del libero professionismo musicale con l’affermazione del diritto di operare in piena autonomia. Importante il fatto che la composizione venne finalmente tutelata grazie al riconoscimento dei diritti d’autore. In questo periodo si giunse a una chiara distinzione e specializzazione in settori dei vari musicisti con l’introduzione di nuove figure come il direttore d’orchestra e il musicologo.
Ma è con il XX secolo che, grazie anche allo sviluppo tecnologico, si raggiunse l’attuale classificazione:
- Compositore
- Arrangiatore
- Orchestratore
- Direttore d’orchestra
- Cantante
- Cantautore
- Strumentista
- Musicologo
- Tecnico e Sound Engineer
Di seguito e nelle prossime puntate cercheremo di analizzare tutte queste figure. Non sarà uno studio dettagliato, dal momento che su ognuna di esse sono stati pubblicati libri su libri, bensì un breve e sintetico elenco con delle nozioni di base.
Compositore
Un compositore (dal latino com+ponere, letteralmente “colui che mette insieme”) è una persona che crea opere musicali. Queste possono essere tramandate oralmente (come avvenne per molti secoli sino all’avvento della scrittura musicale), trascritte su partitura tramite notazione (come accade per la maggior produzione musicale odierna) o improvvisate in performance live (eseguite da interpreti/esecutori o dall’autore stesso).
Il termine è usato a prescindere dal genere musicale e indica una persona che produce, tramite suoni, rumori e silenzi, un risultato destinato a essere ascoltato e fruito.
Non esiste, come per ingegneri o geometri, l’albo dei compositori. Nonostante gli studi di composizione che si seguono presso i Conservatori di Stato prevedono un preciso percorso (ovvero lo studio di numerose discipline: armonia, contrappunto, orchestrazione, conoscenza delle forme musicali), anche autodidatti si possono chiamare in questo modo.
Per ciò che riguarda i diritti d’autore e la tutela delle opere esistono diversi enti: la SIAE in Italia, ASCAP e BMI negli Stati Uniti, la SACEM in Francia, la GEMA in Germania, la SGAE in Spagna, la BUMA/STEMRA nei Paesi Bassi, la MCPS-PRS in Gran Bretagna, la SUISA in Svizzera e molte altre ancora.
Spesso viene utilizzato il termine generico di “autore” come sinonimo di compositore.
Nella prossima puntata continueremo la nostra analisi seguendo l’elenco di cui sopra, a presto musicoffili!Stefano Maroelli
La Redazione di MusicOff dà un caloroso benvenuto a Stefano Maroelli, pregevole musicista, autore sicuramente già conosciuto da chi sfoglia mensilmente le pagine di Axemagazine. Con lui affronteremo molti argomenti e non mancheranno anche video istruttivi e di grande interesse. Benvenuto tra noi Stefano! 😉
Aggiungi Commento