Da qualche parte ho letto un’intervista ad un musicista famoso e diceva che entrare a far parte del giro è difficile, ma lo è ancora di più restarci, bé nella musica (come d’altra parte in molte altre professioni) si ottengono degli impieghi grazie alla propria bravura ma anche attraverso casi fortuiti, conoscenze, amici in comune etc… Troppe volte ho visto musicisti troppo superficiali “bruciarsi” questa possibilità, convinti che fare il musicista sia un semplice divertimento, senza oneri, compiti e responsabilità.
Molti sono convinti che fare il musicista professionista significhi dormire fino a tardi dopo essere andati a letto all’alba, condurre una vita sregolata e abbandonare ogni tipo di routine. Ci saranno anche musicisti che vivono così, ma la mia esperienza personale è molto diversa.Considerazioni e consigli semiseri ad un aspirante musicista professionista
Se nel pensiero comune tutto potrebbe girare attorno al mito “sveglia tardi, birra e rock’n’roll”, inevitabilmente un bravo insegnante deve spesso preparare le lezioni, scrivere nuovi esercizi, ripassare i brani che insegna, pianificare l’anno scolastico. Un musicista che sia anche un turnista e live session man deve costantemente tenersi in allenamento, studiare nuove tecniche, armonie, progressioni. Tutto questo prima ancora che inizino le ore di lezione (che spesso si protraggono fino a tarda serata), per poi magari “finire in bellezza” con le prove del gruppo fino a notte fonda. Ecco che la giornata rock’n’roll è durata 16 ore di lavoro!Tenersi in allenamento costante, progredire tecnicamente ed artisticamente, migliorare come insegnante e comunicatore, sono delle costanti da perseguire giornalmente. Penso al lavoro del musicista come a qualcosa in continua evoluzione che non debba mai fossilizzarsi e diventare “noiosa routine”. Di conseguenza, rinunciare alla vita selvaggia per migliorare è un passo obbligato per essere sempre efficaci, interessanti e “sul mercato”. Ci vorrebbero giornate da 48 ore… altro che dormire fino alle 4 di pomeriggio!Basta suonare bene…
Magari bastasse solo suonare bene per poter fare questo mestiere! Molti credono che una grande abilità sullo strumento sia una condizione sufficiente per guadagnare soldi lavorando in ambito musicale. In realtà essere dei “grandi” sullo strumento rappresenta poco più della metà degli elementi necessari. Molti rapporti di lavoro nascono e rimangono floridi per anni proprio perché il musicista non solo è molto bravo, ma si pone anche in maniera positiva verso ogni lavoro che affronta, è sempre preciso nelle consegne e nei compiti che gli vengono affidati, è solare, dà il massimo sempre e come se fosse una cosa normale, rispetta “i limiti e i difetti” delle persone con cui collabora.La mia esperienza, inoltre, è che ogni situazione, anche una semplice sostituzione in un gruppo di amici, può portare a qualcosa di grande. Situazione tipo: il batterista si ricorda di voi, vi chiama per un lavoretto in studio, al produttore piacete e vi chiama per altri turni, in un turno conoscete un grande cantante, questo vi chiama per il suo tour etc… Come sempre, da cosa nasce cosa! Insomma, il lato umano, l’impegno e la costanza sono così importanti che il musicista bravissimo ma antipatico difficilmente andrà lontano.Born to be wild
Molti credono che esser musicista voglia dire non essere legati a nessuno, non dipendere da nessuno, aver la possibilità di cambiare tutto in ogni momento riuscendo sempre a non restare “con il sedere per terra”.
Eh no… non va proprio così…
L’uccel di bosco, che cambia cento band al mese, seguendo chi gli offre 10 euro in più, rischia di fare una vita da scontento, da “ospite”, senza mai consolidare nulla.
Per vivere di musica bisogna investire in progetti, credere e lavorare al massimo in ogni situazione, magari tirare la cinghia in alcuni periodi quando le date scarseggiano ma… ehi, giunti a questo punto c’è ancora qualcuno convinto che fare il musicista non voglia dire faticare? 🙂
Gli eterni sostituti, gli eterni studenti, non devono essere la regola. Spesso ci toccherà scegliere tra restare o cambiare, accettare o non accettare delle proposte, cedere alla tentazione di “soldi facili” o no.In questi anni di esperienza ho imparato che in questo lavoro bisogna imparare a “vedere lontano ed investire” come un manager aziendale, e non “vivere alla giornata” come un rockettaro scapestrato.Io sono la star della serata
Dimentichiamoci i “film” che ci si fa su star e musicisti viziati che si atteggiano da “regine della serata”. Spesso la band che suona nel locale è trattata dal titolare peggio che l’ultimo dei lavapiatti (con tutto il rispetto per i lavapiatti). Tante volte dovremo sopportare il carattere scontroso e maleducato di un fonico frustrato, evitare di litigare con il proprietario che continua a dirci di abbassare, ingoiare molti rospi per far andare bene la serata. Per contro, i musicisti che trattano senza rispetto fonici, roadies, camerieri e altri, non andranno mai lontano. L’etica, il rispetto del lavoro altrui e l’umiltà vengono ancora prima del talento!Chitarra, Ampli e via…
Altro mito da sfatare. Ok, la nostra fida Stratocaster “super-vintage” è tutto quello che ci può servire per essere felici, ma per fare questo lavoro è necessario tenersi aggiornati in ambito di strumenti, effettistica, software, tendenze e gusti musicali. Ogni giorno dovremo cercare di migliorare e perfezionare la nostra strumentazione: è un passo obbligato per non essere etichettati come uno che “ha il suono vecchio”. Le mode e i suoni di riferimento cambiano, le tecnologie avanzano.
È importante approfondire tutto ciò che riguarda il panorama musicale (perché i gusti degli allievi variano e se vi parlano di Nu-metal non dovete pensare sia un nuovo genere di lega metallica).
Inoltre, tutto quello che riguarda la tecnologia musicale (software per registrare e produrre musica, rallentare l’audio, trascrivere o altro), va seguito con perizia perché ci permetterà di realizzare (senza dipendere da terze persone) supporti audio di qualità, basi ben fatte per i nostri esercizi, trascrizioni sempre più precise e così via. Ogni giorno gli allievi vi faranno domande su tutti questi argomenti, alle quali dovrete essere preparati a rispondere per consigliarli nella maniera migliore.Ho studiato con… esigo un tappeto rosso!
Aver frequentato un seminario di 2 ore con “il più grande chitarrista della terra” non è di certo una condizione sufficiente a farci lavorare! Intendiamoci: un grande maestro può veramente fare la differenza. Un insegnante che ci sa insegnare tanto, che ci prepara alla vita del musicista, che sa cosa serve per fare questo mestiere, che ci dona non solo la tecnica ma anche la “forma mentis” corretta è un grandissimo aiuto per affrontare questo mestiere.
Ma una volta usciti dalla scuola tocca solo a noi buttarci e far sì che ogni nota che suoneremo sia all’altezza del nostro maestro. Troppo spesso si è convinti che dopo tanto studio la raccolta dei frutti arrivi con facilità. Ebbene, la vita del musicista è un continuo lottare, faticare per conquistare nuovi lavori, per mantenere le collaborazioni e crescere. Insomma, la strada è sempre in salita ma le soddisfazioni ci ripagheranno!Lavori solo un’ora e mezza!
Certo! Il live si conclude in 90 minuti di spettacolo… peccato che per preparare e portare in giro il nostro concerto ci si “spara” centinaia di chilometri su autostrade e tangenziali spesso intasatissime, attese lunghissime tra soundcheck ed esibizione, ore di sala prove con temperature degne di una foresta tropicale, volumi allucinanti e odori quantomeno “importanti”. Ed ancora, serate intere passate a decidere la struttura di un medley, trovare idee per le coreografie, aggiornare il repertorio, sviluppare e creare materiale pubblicitario e promozionale.Insomma, anche in questo caso, pensare di creare una band, fare una prova ed essere subito on the road con grandi risultati è un’utopia! Per “godere” di un’attività live remunerativa, stimolante e duratura saranno necessari l’impegno serio, la costanza e naturalmente tanti sacrifici.Per concludere
Un musicista è principalmente un libero professionista. Ogni decisione influenza la sua carriera. Ogni passo in una direzione esclude altre possibilità e può determinare il suo successo o meno. Le cose non sono sempre facili. Se poi aggiungiamo che (come in mille altri lavori) esistono le raccomandazioni, la crisi economica, incominciamo ad “odorare” come la sua professione non sia proprio più leggera o facile di altre.Resta il fatto che quello del musicista è veramente il mestiere più bello del mondo e, se fatto con amore, dedizione e massima serietà, ci ripaga ogni giorno regalandoci una delle cose più belle: svegliarsi ogni mattina con il sorriso sulle labbra, felici di andare a lavorare!Ciao a tutti e buona musica!Roberto Fazari
Rock Guitar Academy
Il lavoro più bello del mondo
Da qualche parte ho letto un’intervista ad un musicista famoso e diceva che entrare a far parte del giro è difficile, ma lo è ancora di più restarci, bé nella musica (come d'altra parte in molte altre professioni) si ottengono degli impieghi grazie alla propria bravura ma anche attraverso casi fortuiti, cono
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