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Line6 “Tone Core & PodXTLive”

Ebbene sì, Line6 ne ha fatta un'altra delle sue. Anzi non solo una, bensì sei! Stiamo parlando della nuova linea di stomp boxes formato "pedalino" della casa americana divenuta famosa per l'invenzione del sistema di "modellazione fisica" per riprodurre le sonorità di strumenti vintage e non, in maniera totalmente di

Ebbene sì, Line6 ne ha fatta un’altra delle sue. Anzi non solo una, bensì sei! Stiamo parlando della nuova linea di stomp boxes formato “pedalino” della casa americana divenuta famosa per l’invenzione del sistema di “modellazione fisica” per riprodurre le sonorità di strumenti vintage e non, in maniera totalmente digitale.
Abbiamo avuto la fortuna di incontrare di persona Will, un dimostratore della Line6 che sta viaggiando per l’Europa per mostrare i nuovi pedalini e la nuova piattaforma PodXt Live.
In questo piccolo resoconto vi daremo le prime impressioni che abbiamo avuto nel breve lasso di tempo del nostro incontro, un’ora e mezza che è volata nel provare questi nuovi “giocattoli”, da un certo punto di vista rivoluzionari per una ditta come Line6; questa volta gli ingegneri americani hanno puntato a cercare un’identità personale piuttosto che usare nomi famosi per commercializzare i propri prodotti: infatti sui pedalini, i nomi dei modelli fisici sono del tutto “originali”.Passiamo alla parte pratica, ovvero la prova dei pedalini. Il primo che abbiamo provato è il Compressore.
Attacchiamo chitarra (un’ Ibanez mostruosa frutto di un ibrido tra una vecchia Reb Beach ed una Joe Satriani, vanto dell’amico Stefano Xotta della Mogar) nel pedale e poi “straight” nell’amplificatore, un Mesa Boogie Lonestar combo.
Il sound è ok, il pedalino fa il suo lavoro di compressore e le tre modalità (o modelli) suonano veramente in maniera diversa tra loro. Will ci spiega, che a differenza dei normali compressori a pedale, questo comprime il suono “dal basso” evitando che nel momento in cui viene inserito l’effetto si abbia un calo di volume. In effetti, provando, questo corrisponde al vero.La nostra sete di curiosità ci spinge subito a muoverci verso gli altri pedali, quindi stacchiamo il compressore ed attacchiamo il Crunch Tone, pedalino overdrive. E qui incominciano le sorprese.
Il timbro è vivo, presente e corposo. I tre modelli si combattono il primato di bellezza ed hanno nomi che ricordano il genere in cui potrebbero essere utilizzati (blues, pop, crunch); Will ci spiega : “I tre modelli si ispirano a tre tipi di overdrive diverso, il primo tipo Fender, il secondo più british tipo Ac30 ed il terzo più marshalloso”. Rimaniamo di stucco dalla sensazione di “vero” che ci dà sotto le mani questo pedalino. Inoltre notiamo, e qui c’è una delle carte vincenti di questa serie di pedalini, che Line6 ha introdotto un noise gate per ridurre al minimo i rumori, dovuti al guadagno, quando non suoniamo. Il gate non chiude mai totalmente il volume, quindi non si hanno code di suono mangiate via senza criterio. Ottimo lavoro.Stacchiamo l’overdrive ed attacchiamo l’ Uber Metal. Chi conosce un po’ il mondo degli amplificatori potrà già capire dal nome (citazione di casa Bogneriana) che tipo di pedalino sia questo. Solo suoni high gain per questo scatolotto e terribilmente devastanti… pensiamo che ci sia poca concorrenza in termini di pedalini di questo genere; durante la prova ci veniva in mente solo il boss MT2.
Beh, magari non saranno suoni che tutti utilizzano abitualmente, ma per un chitarrista che vuole fare nu-metal o simili, siamo veramente in zona pericolosa, specialmente con il secondo modello: “Pulverize”. Interessantissimo il controllo di “scoop”, una specie di parametrico sulle frequenze medie, che consente di giocare con la pasta della distorsione per farle tagliare di più il mix senza dover per forza alzare il volume.
Anche qui, come nel crunch, il controllo di gate fa egregiamente il suo lavoro (e serve di brutto! Gain a catinelle!!!)
Facciamo una piccola pausa orecchie e poi passiamo agli altri tre pedali della serie, quelli di effetti di modulazione e ritardo.Il primo della lista è lo Space Chorus; anche qui tre modelli distinti, tre modalità di suono. La pasta del primo modello ci colpisce molto, assomiglia ad un vecchio chorus analogico… probabilmente ad occhi chiusi sarebbe molto difficile dire se è un suono analogico o digitale; gli algoritmi di modellazione hanno davvero fatto degli enormi passi avanti.
Lo Space Chorus è il primo ad introdurre l’altra grande novità degli stomp Tone Core, ovvero il bus stereo. I pedali di chorus, tremolo e delay infatti hanno la possibilità di essere usati in stereo, due ingressi e due uscite. Citiamo Will: “Se posso suonare con due amplificatori in stereo, perché non farlo?”. Mal di schiena permettendo, come dargli torto?
Ultima, ma non in ordine di importanza, grande innovazione dello Space Chorus, è la possibilità di “tappare” il tempo del chorus, per avere l’effetto sempre a tempo in ogni canzone. Infatti il pedale per accendere e spegnere l’effetto, ha una corsa discretamente lunga: premendo a fondo si agisce sull’interruttore, premendo più lievemente si ha la possibilità di usare per l’appunto la funzione “tap”.La feature di tap e la possibilità di essere usato in stereo le ritroviamo anche nel pedale di Tremolo, il che li rende veramente due pezzi unici nel panorama degli effetti a pedale. Anche il tremolo è molto soddisfacente a livello di suono, una bella pasta calda , e dà il suo meglio nella configurazione in stereo.

L’ultimo della lista, ma anche il più appetitoso, è l’Echo Park. Reduce dal successo nel campo dei delay con l’ottimo DL4, che possiamo veramente trovare nelle pedaliere di tutti i chitarristi più famosi e non, Line6 ora presenta questo “fratello minore”, che sebbene non abbia la possibilità di memorizzare dei preset, offre tutte le caratteristiche del DL4 in maniera ancora più versatile. Infatti ora possiamo sfruttare tre tipi di modelli (delay analogico, digitale o a nastro) in combinazione con tutti i pattern possibili (delay ritmico, reverse, ping-pong, ecc), rendendolo così davvero creativo! Inoltre è possibile aggiungere un effetto di modulazione al delay, ed anche qui abbiamo tap tempo e possibilità di usarlo in stereo. Un’unità davvero interessante
Di tutti i pedalini, dopo averne parlato in maniera specifica, vorremmo spendere due parole sulla sensazione più generale: i pedali esteticamente sono molto belli (sono uno di quelli che pensa che anche l’occhio vuole la sua parte) e hanno lo chassis resistente. Nessuno dei pedali è true bypass, e questo potrebbe far storcere il naso a qualcuno, ma sono moooolto molto rispettosi del segnale originale.
Gli amanti dei suoni “veri” e “vintage” potrebbero dire che, per esempio, un overdrive digitale non ha senso di esistere; beh sfidiamo chiunque ad ottenere un rapporto qualità prezzo del genere. Considerando il fatto, sempre prendendo l’ esempio dell’ overdrive, che nel momento stesso in cui scriviamo, i Tone Core sono già nei negozi ed il prezzo gravita attorno al centinaio di euro, in un periodo in cui il prezzo degli OD considerati buoni vaga, minimo, intorno ai duecento euro, questo OD Line6 diventa un prodotto veramente interessante.

Il nostro tempo era ormai agli sgoccioli, e Will doveva ripartire per proseguire il suo tour dimostrativo, ma pochi minuti sono bastati per farci sgranare gli occhi davanti alla nuova nata piattaforma Pod, il PodXT Live.
Visivamente appare come una pedaliera, ricorda le vecchie Floor Board, ma contiene in se tutta l’elettronica del PodXT ed anche di più; viene infatti riconosciuta dal sistema operativo come una scheda audio a tutti gli effetti (alla stregua del Guitar Port, tramite porta usb) e crea dei bus propri all’interno della configurazione del sistema.
Will attacca la Variax al PodXT live e ci dice: “Vedete, con la semplice pressione di un pulsante dei preset, potete passare da una Les Paul attaccata ad un Plexi, ad una chitarra acustica attaccata nell’impianto con effetti e equalizzazioni completamente diverse”. Ed è tutto vero. Tramite il cavo digitale, il PodXT Live è in grado di comandare in remoto anche i modelli di chitarra della Variax, rendendo la combinazione dei due uno strumento versatilissimo e molto comodo per chi, per esempio live, cerca veramente suoni diversi tra loro, e non è “pagato abbastanza” per portare in giro cinque chitarre e altrettanti amplificatori. Chi ha orecchie per intendere…
Troverete parecchi samples direttamente a questo link.

I prodotti Line6 sono importati e distribuiti in Italia da Mogar S.r.l.

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