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Le sostituzioni

Primo articolo del bravissimo Antonio Cordaro, insegnante presso la Rock Guitar Academy di Donato Begotti, che dà lo start ufficiale alla collaborazione tra quest'ultima e la grande community dei musicoffili. La parola ad Antonio! ;)Squilla il telefono: "Ciao Tony, il nostro chitarrista è malato e non riesce a f

Primo articolo del bravissimo Antonio Cordaro, insegnante presso la Rock Guitar Academy di Donato Begotti, che dà lo start ufficiale alla collaborazione tra quest’ultima e la grande community dei musicoffili. La parola ad Antonio! ;)Squilla il telefono: “Ciao Tony, il nostro chitarrista è malato e non riesce a fare la serata di sabato, tu riesci a venire? Sei libero?”
Molto spesso mi sono trovato nella situazione di fare delle sostituzioni all’ultimo momento o comunque con un preavviso relativamente breve. Oggi vi racconterò come mi comporto di solito di fronte a questo tipo di situazioni e quali sono, secondo me, i punti fermi per portare a casa il risultato di un lavoro ben fatto, divertendosi e con tanta soddisfazione.

Le cose da sapere
La prima cosa di cui mi informo sin dal primo contatto è di che tipo di situazione si tratti (progetto inedito, cover band, turno per conto di un artista), il genere (per capire se è nelle “mie corde”) e se sono presenti delle trascrizioni del materiale da imparare.
Credo che questi elementi siano fondamentali per capire sin da subito se riuscirò ad organizzarmi nei tempi richiesti e per poter dare subito la mia disponibilità o meno.
Capire se mi sarà possibile gestire bene la situazione dipende anche da altri aspetti quali le prove con la band (sempre che si facciano!) e quanti giorni ho a disposizione per studiare il repertorio prima di queste e/o del concerto. Tutte cose da sapere per valutare bene il lavoro e non fare il famoso “passo più lungo della gamba” per poi ritrovarmi in situazioni di emergenza, rischiando figuracce. Ultima cosa, ma non meno importante: la “paghetta”. Onde evitare di trovarsi nella spiacevole situazione nella quale non “ci eravamo capiti” e dover discutere, meglio chiarire subito la questione economica e vedere se coincide con le nostre aspettative.
Una volta accettato il lavoro è necessario avere al più presto la scaletta, sapere se ci sono dei riadattamenti, riarrangiamenti e/o variazioni sulle tonalità originali dei pezzi (che ci procureremo noi o ci verranno passati da chi ci chiama).

Come mi organizzo?
A monte, tutto dipende dalla presenza o meno di materiale trascritto e le situazioni sono principalmente due.
Ci sono delle parti o un minimo di trascrizioni del repertorio: sarà tutto più facile e mi dovrò affidare meno all’aspetto di “memorizzazione”.
Non ci sono delle trascrizioni: a meno che io non abbia modo di memorizzare tutto o che non conosca già i brani da suonare, come nel caso di una situazione di cover band, dovrò trascrivere tutto io da zero. Questo aspetto sarà quello che più influenzerà il mio modo di lavorare al repertorio e gestire il tempo a disposizione. Purtroppo, in rari casi mi sono trovato davanti ad una situazione in cui le parti di chitarra erano trascritte e quindi nelle situazioni di emergenza e con quindi poco tempo a disposizione, la prima cosa che faccio è caricare il repertorio per intero sul mio portatile, sul mio player mp3 e su un cd da tenere in macchina. In questo modo avrò la possibilità in qualsiasi momento libero di poter almeno ascoltare i brani e imparare le strutture.
Naturalmente il grosso dello studio lo farò a casa, seduto davanti al computer con la chitarra attaccata alla mia J-Station in modo da poter studiare anche la sera e la notte a bassi volumi o in cuffia. Fogli pentagrammati alla mano e via! Di solito quando sono in giro per lavoro o altro, mi porto sempre dietro un paio di fogli vuoti e una penna per le trascrizioni. Non si sa mai che mi ritrovi libero per qualche ora perché uno o più allievi non vengono a lezione. Ogni momento a disposizione per mettersi a studiare il repertorio è sicuramente utile.Cosa trascrivo di solito?
Non avendo, il più delle volte, il tempo di fare un meticoloso lavoro di trascrizione delle parti mi affido tanto all’aspetto mnemonico quanto ad un minimo di parti scritte. Trascrivo sempre almeno le strutture con gli accordi e gli eventuali obbligati. Segno sulla parte più riferimenti possibili a ciò che riesco a ricordare a memoria.
In ogni caso, è inutile nascondere che in queste situazioni la capacità di memorizzare e ricordarsi il più possibile i particolari (riff, assoli e altro) è determinante per rendermi la vita più facile. Avere la possibilità, dopo aver trascritto i brani, di poter suonare l’intero repertorio due o tre volte con davanti le parti mi permetterà di associare visivamente quello che ho trascritto al “suonato” vero e proprio.

Gli aspetti tecnici
Oltre che ben preparati è anche necessario dare importanza agli aspetti tecnici legati alla strumentazione. Io credo che arrivare sul posto con i suoni ben fatti per l’occasione mi darà una marcia in più. Di solito utilizzo il mio setup, al quale faccio le dovute modifiche nel caso ce ne fosse bisogno. Preparo eventuali effetti e scelgo a priori le chitarre da portarmi dietro. Potrebbe capitare che ci siano brani con accordature diverse o che mi serva uno strumento diverso dall’altro per esigenze timbriche.
In ogni caso se già con la strumentazione e i suoni sono a posto, avrò una preoccupazione in meno e dovrò solo concentrarmi su quello che devo suonare senza dover correre ai ripari all’ultimo minuto perché non avevo previsto un delay o un chorus.

Sono pronto! Si va alle prove o al concerto…
Ho studiato il repertorio, mi sento pronto e sereno (o quasi), vado all’appuntamento con la band. Sono convinto che la dimostrazione di professionalità in questi contesti dica molto di me. Arrivare ben preparato, con le trascrizioni ben organizzate e la possibilità di fare modifiche al volo (fogli vuoti, penna e repertorio sempre a portata di mano), ampli, chitarre e setup in ordine e soprattutto puntualità e sorriso sulle labbra, fanno la grande differenza. Dover dire “scusatemi ma il cane mi ha mangiato le trascrizioni” o “strano fino a ieri l’ampli andava”, anche fosse vero (l’imprevisto può capitare a tutti) non dà una buona impressione a chi si affida a noi per la riuscita del suo concerto.
Per quanto riguarda l’atteggiamento io cerco sempre di essere me stesso, di essere tranquillo nel caso qualcosa non giri come vorrei e sempre pronto a ricevere suggerimenti ed indicazioni utili da parte dei membri della band. Alle prove cerco di chiarire e risolvere le situazioni prettamente musicali. Sarò sveglio e concentrato sul palco e attento a quello che mi succede intorno, ascoltando e guardando gli altri per meglio intenderci.
Non per questo tuttavia sarò un palo! L’occhio di chi ci vedrà e ci ascolterà dall’esterno vuole la sua parte, per cui cercherò di dare l’impressione di essere bello rilassato e parte della band.
La preparazione e le precauzioni fanno il grosso, se poi anche la fortuna mi assiste sono molto più contento 😉
Pronti allora? Si va on stage!!!

Arrivederci al prossimo articolo, qui su MusicOff.

Antonio Cordaro
Rock Guitar Academy
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