L’assolo di pianoforte Bill Evans su “Oleo”, uno standard scritto da Sonny Rollins, esprime tutta la genialità del pianista Jazz, che oggi riportiamo sul nostro basso.
Tre sono i motivi principali che mi hanno portato a trascrivere questo solo:
- l’ammirazione incondizionata per il genio di Bill Evans
- il fatto che sia stato eseguito quasi esclusivamente senza l’utilizzo della mano sinistra
- la modernità dei suoi fraseggi nonostante non snaturino il carattere traditional del brano
Credo proprio che il pianista in questione non abbia bisogno di presentazioni, né tantomeno il famosissimo standard jazz di Sonny Rollins (che riprende la struttura di “I Got Rhythm” di George Gershwin).
Senza dilungarmi in nozionismi storici stavolta passerò subito all’analisi del solo, dato che gli elementi da sottolineare sono davvero molti: è raro trovare un brano con così tanti spunti per arricchire il nostro vocabolario musicale.
Come possiamo capire già da un primo ascolto, il concetto di contrappunto e imitazione ritmica sono la base dell’interplay espressa in questa esecuzione dal trio composto da Philly Joe Jones e Sam Jones.
Evans alterna fraseggi di estrazione bebop a invenzioni molto più moderne arricchite da spunti ritmici non convenzionalmente riconducibili al linguaggio degli anni ’50. Lo swing espresso nell’interpretazione funge da collante tra le varie frasi, rendendo fluido l’intero solo.
Evans apre il solo con una frase di carattere blues/soul mettendo subito in chiaro che non si tratterà del “solito” assolo swing tradizionale (batt. 1-5). Si appoggia alla pentatonica minore e alla blue note anche in altri passaggi (batt. 107-110).
Usa la scala ottofonica semitono-tono di Eb7 partendo dalla 3a (batt. 5-7) e la ripropone sul C7 in due occasioni: nella prima la conclude con un lungo cromatismo e un frammento di superlocria di F7 (batt. 21-24). Nella seconda oltre al cromatismo aggiunge l’arpeggio discendente di C-7 e F7 creando la cadenza per tornare su Bb (batt. 53-56).
Suona l’arpeggio di Bmaj (considerato probabilmente come una sostituzione di tritono) che risolve su quello di Bbmaj, con uno spostamento ritmico che potremmo considerare come 10 su 4 (batt. 12-16). Un utilizzo simile dell’arpeggio lo troviamo più avanti nell’ultima A del primo chorus di solo, in cui si sposta cromaticamente tra Bb B e C (batt. 25-27), e a battuta 97 sempre con dei rivolti.
Usa arpeggi discendenti aumentati come ad esempio tra il D7 e il Db7 inteso come sostituzione di tritono di G7 (batt. 49-51).
Inizia il terzo chorus con una poliritmia definita da una cellula ritmica di due terzine e una duina che si sposta cromaticamente per quasi tutta la durata delle due A (batt. 65-80).
Molti altri sarebbero i frammenti da analizzare o estrapolare per assimilarli e riproporli in un altro ambito. Scegliete voi stessi le frasi che più ritenete interessanti, studiatele sul PDF completo e suonatele in tutte le tonalità.
Buono studio e buon divertimento!
Aggiungi Commento