L’armonia della base che ho creato per gli esempi di questo articolo è questa:
| I | V | VIm | IV |
In questo caso in tonalità di D maggiore, quindi composta da questi accordi:
| D | A | Bm | G |
Parto dall’armonia perché, come ho cercato di spiegare nell’articolo precedente, l’armonia è la base sulla quale viene costruito tutto. Molti chitarristi sono terrorizzati dall’idea di dover suonare seguendo l’armonia di un brano, al punto che molto spesso non conoscono neppure gli accordi sopra ai quali eseguono l’assolo di una cover o peggio ancora un’improvvisazione, con il risultato, nella maggior parte dei casi, di creare brutture senza nemmeno divertirsi.
In questo articolo vedremo alcune piccole esercitazioni da svolgere per iniziare a sfruttare l’armonia all’interno della chitarra solista come fanno tutti i più grandi chitarristi che abbiamo in mente!
Gli esempi utilizzano tutti la scala di D maggiore con l’obiettivo di valorizzare di volta in volta le note dell’accordo (presente in quel momento) tutte contenute nella scala. Come spiego più dettagliatamente nel mio manuale, La Chitarra Rock Per Tutti, l’accordo di base, una TRIADE, è formato da tre note:
∙ Nota Fondamentale: è la nota più grave, dà il nome all’accordo ed è il punto di riferimento dal quale calcoleremo gli altri intervalli.
∙ Terza: ci permette di distinguere se l’accordo (o la scala) sarà minore o maggiore. In parole povere, se l’intervallo di terza è maggiore, scala e accordi sono maggiori, se la terza è minore scala e accordi saranno minori.
∙ Quinta: dà un’ulteriore sfumatura all’accordo, se è giusta è anche così consonante alla fondamentale da “sparire” nell’accordo, se diminuita o eccedente diventa invece molto caratteristica.
Tutti gli esempi sono suonati con una chitarra dotata di humbucker, con il selettore dei pickup in prima posizione (dal basso) e utilizzando un suono molto distorto e carico di Delay e Riverbero.
1. In questo primo esempio ho dato prioritaria importanza alle note fondamentali di ogni accordo, cercando di muovermi il meno possibile sfruttando la fondamentale via via più vicina. Ti renderai conto, ascoltando l’audio, che la fondamentale è la nota più consonante e più prevedibile di un accordo e proprio per questo motivo può risultare banale e stucchevole un assolo che si muove solo sulle toniche. Per questo motivo va dosata con cura, messa nel punto giusto è comunque una nota di estrema efficacia: non a caso, infatti quasi tutti gli assolo chiudono sulla fondamentale.
2. In questo secondo esempio ho valorizzato ogni accordo prendendo la sua terza (maggiore o minore a seconda dell’accordo), cercando come prima di muovermi il meno possibile sulla scala tra una terza e l’altra. La terza (soprattutto quella maggiore) è probabilmente la nota più stimolante per la creazione e lo sviluppo di una melodia tant’è che viene anche chiamata “melodica”.
3. In questo caso ho fatto la stessa cosa con la quinta (sempre giusta, dati questi accordi), cercando come prima di muovermi il meno possibile sulla scala tra una quinta e l’altra. La quinta giusta è una nota più stimolante della fondamentale per la creazione e lo sviluppo di una melodia, ma meno “ emotiva” della terza, forse più adatta a cominciare un assolo aggressivo (tanti assolo, compreso quello di Stairway To Heaven iniziano sulla quinta) rispetto ad uno dolce di una ballad, ma sicuramente meno risolutiva della nota fondamentale.
4. In questo quarto audio ho voluto riunire le tre chitarre togliendo il basso in modo da farti sentire i cambi di accordo resi soltanto dall’armonizzazione delle tre chitarre, ognuna deputata a suonare una delle tre diverse note di ogni accordo. Questo esempio dovrebbe darti un’idea di quanto una parte solista, per quanto stucchevole, possa perdere la sua banalità e diventare molto interessante quando è arricchita da armonizzazioni.
5. In quest’ultimo esempio ho creato un breve assolo sfruttando la stessa cellula ritmica per andare a prendere di volta in volta una nota diversa dell’accordo. Ripetere la stessa ritmica ti può sembrare una scelta banale ma è il segreto di quasi tutte le melodie e i riff di successo! Se non ci credi prova ad suonare un po’ di melodie vocali (impararle è anche un ottimo esercizio per l’orecchio e la creatività) con la chitarra: scoprirai che giocano spesso su due cellule ritmiche ripetute (a mo’ di chiamata e risposta) e utilizzano pochissime note.
Uno degli errori più frequenti che facciamo quando improvvisiamo e componiamo è lasciare andare le mani e illuderci che tante note significhi tanta bravura. Il segreto in realtà è sottomettere le mani alla mente e imparare a cantare ogni nota… per esempio la cellula ritmica che ho usato qui, l’ho concepita cantando.
Buono studio e buona improvvisazione ROCK!
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