Per chi non lo sapesse, il nuovo album dei Foo Fighters è finalmente disponibile nei negozi, digitali e non; è meglio precisarlo perché in seguito ad un’estenuante campagna di promozione per l’omonima serie tv, svariati video trailer contenenti brani completi e non, si è aggiunta infine anche la presentazione del nuovo album firmato Pink Floyd a circondare così di mistero l’effettivo arrivo di Sonic Highways nella sua veste LP e CD.Otto tracce, per otto città diverse d’America a confezionare quello che è l’ottavo album di Grohl e soci, imbarcatisi nella più che ambiziosa missione di tracciare una mappa musicale degli Stati Uniti. Nashville, New York, Los Angeles, Austin, Washington DC, New Orleans, Seattle e Chicago, otto fra le più influenti e musicalmente connotate città degli States, pronte a permeare e contaminare il DNA del gruppo. L’interrogativo sorge quindi spontaneo: dopo tanto clamore e rumore alzato nei mesi scorsi, saranno riusciti nell’intento?I nostri sono una delle rock band più in vista del panorama contemporaneo, personaggi ormai in grado di smuovere numeri veri e folle realmente influenti al momento dell’annuncio di un qualsiasi tour.
La band ci ha abituato ormai ad uno standard difficile da rintracciare in altre compagini coetanee o più giovani, questo grazie all’ottimo lavoro fatto da Grohl nell’elevare i Foo ad uno status quasi inattaccabile, costruendosi contemporaneamente il proprio angolo felice, molto felice, nel music business. Alla sua uscita Wasting Light aveva decretato l’indiscutibile trionfo di un gruppo da anni capace di mettere d’accordo masse di diverso colore, attitudine, aspettativa e prerogative.
L’arrivo di Sonic Highways era pertanto viziato fin dai primi annunci, in parte per la carica infusa dalla band nel proporre il nuovo prodotto, ed in parte per le giuste e ingombranti aspettative dei fan.
Poco più quarantaquattro minuti di buona musica completano uno dei prodotti più attesi e preannunciati degli ultimi tempi. Si, è buona musica, su questo non ci piove. Butch Vig dietro il mixer, a muovere i suoi burattini preferiti, è un gran godimento per le nostre orecchie, ed i Foo Fighters non si smentiscono mai nella loro progressiva maturazione verso una coesione musicale impeccabile. E quindi? Dove sta la beffa?Il problema è che con un disco come Wasting Light alle spalle non ci si poteva permettere di fare soltanto buona musica, serviva un grande disco, il migliore che si aveva in serbo, quello che tutti si aspettavano, ma purtroppo così non è andata. Da “Something From Nothing“, passando per “The Feast and The Famine” o “Congregation“, per arrivare fino alla conclusiva “I Am a River“, il disco scorre liscio e tranquillo su una linea che difficilmente fa battere il cuore per qualche colpo di gran genio.
Regalano qualche accelerazione le sole “What Did I Do?/God as my witness” e “Outside” (traccia in cui il contributo di Joe Walsh è palpabile, seppur non da ovazione), ma senza mai toccare livelli consoni ad un disco così tanto pre-osannato. La realtà è che, terminato l’ascolto, si capisce che la dote maggiore di Sonic Highways è finire nel momento giusto, senza stufare troppo e lasciando quindi una piacevole sensazione di familiarità.Dopo il grande progetto geo-musicale architettato da Grohl per questa nuova fatica della sua band, era più che lecito aspettarsi qualcosa di diverso dal “solito stile Foo Fighters”, se non a livello di contenuti, almeno per quanto riguarda l’impianto musicale. Il twang di Nashville, il blues di Chicago o il sincopato del go-go funk di Washington non riescono mai ad emergere dal solido e imponente crunch della band. Guardando le puntate televisive di riferimento si ha qualche suggerimento in più per l’ascolto, ma niente che cambi radicalmente la situazione.Anche i grandi ospiti vanno a perdersi nel complesso, con prestazioni senza infamia e senza lode. Gary Clark Jr., Joe Walsh, Joan Jett e la New Orleans Preservation Jazz Band, per fare qualche nome, apportano in definitiva contributi che avrebbero potuto benissimo essere eliminati senza intaccare il buon risultato finale. Momenti pregevoli ci sono senza dubbio, il disco funziona, il sound è quello a cui i Foo Fighters hanno abituato da tempo, ma ciò non basta più. Non perché non vada bene, ma perché quando ci si propone con un album in grado di tracciare addirittura una cartina musicale degli States, sarebbe meglio avere le idee ben chiare riguardo all’entità di magniloquenza cui si sta puntando.
Le stesse parole non si possono dire però di Sonic Highways Tv Series, che sta regalando ben più di un sorriso ai tanti amanti del rock, ora intenti a seguire il canale HBO (o derivati fuori dagli USA) con gran felicità per ben otto puntate. Grohl ha un buon piglio per la regia nello stile mostrato in Sound City, ed infatti non ha atteso molto per replicare con Sonic Highways, si è dimenticato però di aver annunciato anche un album, e non un album qualsiasi.Fra una ripresa e l’altra si è scritto un disco che non fa disonore alla band, anzi, ma che purtroppo fa un passo indietro rispetto a Wasting Light. Quello di Sonic Highways è un mondo un po’ patinato, auto-celebrativo, quello di una band che è decisamente approdata ai piani alti, e che questa volta ha preferito carrellate evocative e riprese di catartici momenti on the road (sempre molto suggestivi) ad un disco che osasse scrivere un vero grande capitolo di musica.
Chi voleva una serie tv a tema musicale con cui scaldare le proprie giornate invernali, ha ottenuto il meglio di ciò che si poteva aspettare. Chi invece voleva un album da cantare a memoria ai prossimi concerti dei Foo Fighters è rimasto un po’ a bocca asciutta. Avrei tanto voluto dirvi che il disco dell’anno è finalmente arrivato, che l’attesa è valsa e che ogni centesimo speso è ripagato dal miglior album che i Foo Fighters abbiano mai scritto.
Probabilmente sono commenti solamente rimandati di qualche tempo, per ora abbiamo fra le mani un altro buon disco di Grohl e dei suoi fedelissimi compagni. Niente più, niente meno.Francesco SicheriGenere: RockLineup:
Dave Grohl – chitarre, voce
Taylor Hawkins – batteria
Chris Shiflett – chitarre, backing vocals
Nate Mendel – basso
Pat Smear – chitarre, voceTracklist:
1. Something From Nothing
2. The Feast And The Famine
3. Congregation
4. What Did I Do/God As My Witness
5. Outside
6. In The Clear
7. Subterranean
8. I Am A River
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