Cari amici MusicOffili, proprio ieri vi abbiamo parlato del circuito KeepOn Live che ha creato una fitta rete comprendente centinaia di live club italiano in cui trova spazio un numero altissimo di band ed artisti emergenti originali italiani, tutelati, tra i vari aspetti, anche dal punto di vista delle attrezzature del locale che devono essere consone al fare musica di buon livello. Vediamo quindi, come annunciato nell’articolo su KeepOn, quali dovrebbero essere le accortezze che un fonico professionista dovrebbe trovarsi davanti per lavorare al meglio e nobilitare il suono dei musicisti come si deve, e lo facciamo in due puntate grazie al nostro grande esperto Francesco Passarelli, a cui lasciamo adesso la parola.
Che bello lavorare in un locale, non devi smontare tutte le sere (fiuu!), ci sono bevande a fiumi (o-ho!) e avvenenti creature che gironzolano chiedendoti se sei quello delle luci (!?!)… poi, una volta che hai fatto il setup, sei bello pronto per tutte le altre date. Bene, ora scendiamo dalla nuvoletta e smettiamola di sognare…
Entrando in un locale vi consiglio di girarlo tutto con una sorgente sonora sempre omogenea, ossia senza cambi di dinamica o di timbro (i fonici storici usavano un triangolo) per comprendere l’acustica del locale in tutti i punti; per farlo bene dovete fare questa operazione senza nessuno fra le scatole, se potete anche senza nessuno che sistemi i tavoli e con l’aria condizionata spenta!
Sappiamo perfettamente che non sarà questo il suono del locale durante il concerto, perché poi ci saranno cameriere/i, condizionatori ed avventori, incluso qualcuno che non regge più ciò che ha bevuto e magari stona a voce alta… ma dobbiamo pur partire da un punto fermo, no?
Dopo questo giro accurato sappiamo al 100% come suona il locale vuoto e indicativamente come potrebbe suonare una volta affollato. L’augurio è nessun genio abbia contribuito con le sue amenità fighissime, trendy etc… a rendere pessima l’acustica del locale, mettendo ovunque materiali altamente riflettenti (o troppo assorbenti, ma ciò è più raro).
Due note sull’eventuale palco: mai vuoto “sotto” né autocostruito perché ci sono delle norme di sicurezza da rispettare e le soluzioni conformi sono poco più costose e meno impegnative di quelle artigianali! Prima di realizzarlo pensatelo sempre alle dimensioni giuste per ospitare comodamente gli organici e gli eventi più ampi che saranno programmati.
Non solo è scomodo per i musicisti/artisti ammucchiarsi, ma è sgradevole per gli avventori non vedere bene le persone su palco, che magari li hanno invitati e per le quali hanno scoperto questo locale. Ne consegue che la disposizione del palco deve essere il migliore compromesso possibile fra le esigenze ricettive e la buona visibilità per il maggior numero possibile di presenti.
Di solito è preferibile creare la maggiore consistenza del suono sul lato stretto, sia perché il lato più largo è acusticamente dispersivo (sembra ovvio, ma vi garantisco che ho avuto pessime esperienze!) che per consentire anche agli altri avventori (quelli che non sono nel locale per quell’evento) di avere minor impatto sonoro dall’evento.
Il passo successivo è l’impianto: se il fonico ha molta fortuna può decidere quale usare e dove metterlo, salvo i suddetti limiti architettonici e quelli imposti dalla disposizione dei servizi (cucina, bagni, cassa, bar, etc…).
Per scegliere l’impianto tralasciate marche e modelli e cercate la corretta SPL (livello di pressione sonora) per un ascolto gradevole ed omogeneo in gran parte dell locale in funzione del genere musicale più potente, ma senza spettinare quelli in prima fila ed evitando che quelli in ultima fila non sentano nulla perché quelli in mezzo parlano a voce alta.
Pertanto suggerisco un impianto di diffusione sonora che garantisca i 90/95dB di SPL omogenea, composto da 4, 6 o più casse medie ed un paio di sub piuttosto che due casse extra-large o un line array che assordiranno gli avventori vicini con pressioni sonore oltre 110dB (che peraltro sono fuori legge, anche se pochi rispettano questo limite rischiando forti multe) mentre il segnale per gli avventori lontani è inferiore al rumore di fondo (parlato, passi, servizio di bicchieri e piatti e altro).
Il puntamento (controllate la dispersione HxV) di queste casse dovrebbe essere fatto verso le teste degli ascoltatori, cercando di evitare ombre di chiunque si muova nel locale.
Il bilanciamento della SPL MAX dei sub e delle casse contribuisce notevolmente alla buona riuscita dell’impianto secondo l’acustica del locale e secondo i generi musicali. Per esempio, la maggior parte dell’energia sonora nella musica da discoteca (dalla prima disco fino alle ultime tendenze industrial, hip-hop, etc…) è concentrata nella gamma inferiore, quindi il sub deve essere in grado di erogare almeno 10dB più delle altre casse.
Attenzione, ciò non significa che il nostro impianto deve suonare “scuro” o “rimbombante” o “sbilanciato sui bassi” o “carente di alti”: L’impianto deve essere tarato per fornire una risposta lineare, ma dobbiamo prevedere importanti escursioni di pressione sonora nella gamma inferiore. In parole povere: nella scheda tecnica dovremmo leggere, per esempio, MAX SPL del sub 115dB e delle casse 105dB: in questo modo abbiamo un margine utile di potenza per soddisfare le esigenze di energia sonora del brano e, contemporaneamente, evitare di danneggiare/rompere gli altoparlanti portando l’elettronica a lavorare al limite o oltre!
Ovviamente questo tipo di rapporto cambia secondo il genere musicale, ma in locali che programmano tipi diversi di musica consiglio di usare il rapporto per la discoteca, tanto l’impianto sarà tarato per essere lineare e potrà fornire la giusta energia secondo il genere musicale reale. Il posizionamento dell’impianto deve considerare diversi principi base:
1. sospendere più casse piccole: oltre a dare un suono più diffuso ed omogeneo in tutto l’ambiente significa anche risparmiare spazio utile per i tavoli ed il passaggio;
2. non infastidire bar e cassa: sennò vi sarà richiesto di abbassare il volume perché non si capiscono le ordinazioni!
3. ricavare uno spazio frontale per il fonico: si, occupa un posto “importante” ma tutto a favore del suono e della soddisfazione di chi suona ed ascolta… ossia persone che torneranno sicuramente nel locale!
Bene, accendiamo il nostro impianto… ma ne parleremo nel prossimo articolo!
Francesco Passarelli
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