Se siete sopravvissuti al diluvio di termini tecnici e sigle della prima parte possiamo affrontare la seconda parte relativa ai microfoni: dicevamo che i microfoni più usati sono i condensatore ed i dinamici, fino a qualche anno fa la scelta dello studio personale era per quest’ultimo tipo di trasduttore (in questo caso un dispositivo in grado di trasformare l’energia acustica in elettrica) in quanto aveva un costo accessibile, mentre un microfono a condensatore era decisamente più costoso.
I dinamici hanno una risposta in frequenza meno estesa, tranne alcune eccezioni quali il Sennheiser MD441 e l’AKG D224 che aveva addirittura due capsule, una per le alte ed una per le basse che era arretrata per ridurre l’effetto di prossimità. Altra particolarità di questo microfono era l’opzione fra connettore di uscita XLR e DIN; ciò ci da modo di parlare brevemente dei diversi tipi di connettori e della loro piedinatura e di sfatare la leggenda metropolitana della phantom che danneggerebbe i microfoni dinamici.
L’alimentazione si chiama “phantom” perché si annulla fra i poli 2 e 3 dell’XLR pertanto non danneggia i microfoni dinamici con uscita bilanciata, ma ovviamente danneggia i microfoni dinamici sbilanciati (ma li dovreste trovare da un robivecchi!) e quelli a nastro della vecchia generazione; infatti, diversi di quelli della nuova generazione richiedono la phantom per attivare le circuitazioni interne.
Tornando ai connettori, non è facile trovare microfoni con connettori DIN (Deutsches Institut für Normung) tipici dei prodotti tedeschi, o connettori differenti dall’XLR a 3 poli, salvo l’XLR a 5 poli tipico dei microfoni stereo o con doppia uscita, anche se in questi ultimi anni sono stati fabbricati microfoni con connettore jack stereo da 3,5mm per videocamere amatoriali e smartphone e con connettori USB per il collegamento diretto al PC. Un’occhiata al manuale o la ricerca di informazioni attendibili sul web fugheranno qualsiasi dubbio riguardo la phantom e la possibilità di utilizzare cavi/connettori di adattamento senza danneggiare il microfono stesso.
L’effetto di prossimità è tipico dei microfoni direzionali, non degli omni, perché provocata dai condotti che servono a creare la direttività; questo effetto, che diventa acusticamente importante quando la distanza fra sorgente e microfono ha circa la stessa lunghezza d’onda del suono incidente, varia da microfono a microfono, anche in base alla sua struttura con capsula singola o doppia, e può raggiungere i 15dB provocando un suono decisamente colorato rispetto all’originale.
Ciò può essere utile, per esempio, per arricchire in basso una voce, come avviene spesso nella radiofonia con microfoni cardioidi a capsula larga, o uno strumento/amplificatore per il quale ci serve una maggiore ricchezza di frequenze inferiori. Per eliminarlo ci sono diverse soluzioni, da quella “meccanica” del filtro anti-pop o dell’antivento, seppur meno efficace del primo, e quella “artigianale” angolando il microfono rispetto alla sorgente sonora, sia perché, come anticipato nella prima parte, cambia la risposta in frequenza del microfono stesso, sia perché la capsula non è più colpita anteriormente ma diagonalmente.
Prossimità Sennheiser E609 e MD421Ultimo argomento per questo articolo, spesso sottovalutato: l’impedenza ed il conseguente interfacciamento fra microfono e preamplificatore. La regola è che l’impedenza di ingresso (del mixer o del pre) sia 10 volte l’impedenza di uscita del microfono, quindi l’attuale produzione dei microfoni si attesta con uscita intorno ai 200 Ohm, mentre gli ingressi sono intorno ai 1500/3000 Ohm. Un preamplificatore con variazione di impedenza in ingresso vi darà modo di sperimentare e scoprire un universo di colori, spesso inaspettato dallo stesso microfono e pre.
Registrazione effettuata con Nuendo – scheda audio RME UFX @ 24/96 – microfono sE Electronics se4400 cardioide
- 03”-06” 50 Ohm
- 07”-10” 200 Ohm
- 12”-14” 300 Ohm
- 16”-18” 600 Ohm
- 19”-21” 1,2kOhm
- 23”-25” 2,4kOhm
Per mantenere sempre i microfoni al massimo delle loro prestazioni conservateli bene, possibillmente in modo tale che la polvere non si accumuli sulla capsula ed evitando umidità eccessiva. Magari ogni tanto fategli dare una revisionata da un tecnico specializzato.
Aggiungi Commento