Minimale e raffinato nel sound, profondo e ricercato nei testi, “Orbita” è il primo album in studio che la giovane compositrice trentina Silvia Caracristi pubblica dopo anni e anni di concerti, partecipazioni a concorsi, riconoscimenti e registrazioni. Le dodici canzoni racchiuse nel disco, pubblicato lo scorso 13 ottobre per conto della Riff Records, hanno una lunga storia alle spalle: sono il frutto di una scrittura iniziata circa un decennio fa e che con il tempo è andata chiaramente evolvendosi. Gran parte dei pezzi in scaletta sono stati continuamente risistemati e riarrangiati al fine di trovare il giusto taglio.Senza ostinarsi ad elaborare un linguaggio eccessivamente alternativo e spigoloso, la Caracristi cerca piuttosto di raccontare i suoi sentimenti e di esprimere le sue idee attraverso uno stile lineare che se da una parte non fa gridare al miracolo, dall’altra va quantomeno apprezzato per il semplice fatto di risultare sincero e puro. Orbita non è un disco indie.Non è nemmeno un disco complesso e difficile da assimilare. Non è un qualcosa di patinato, e non lo si può nemmeno considerare un contenitore di potenziali hit per le radio commerciali. Si tratta invece di una produzione pop realizzata con intelligenza e umiltà. I brani hanno sonorità essenziali e al contempo moderne: il minimalismo sopra riconosciuto è costante e dalla prima alla dodicesima traccia Orbita è tutto un continuo di delicati arpeggi di chitarra sostenuti e accompagnati perlopiù da percussioni, batterie elettroniche, batterie acustiche, synth, tastiere, toypiano e poco altro.La musicista trentina sembra avere molta fantasia non soltanto nella creazione dei suoni e nella scelta dei vocaboli, ma anche nella costruzione vera e propria dei pezzi: il rispetto rigoroso per la forma canzone lascia infatti il tempo che trova, e così i ritornelli orecchiabili tipici della musica pop sono fortunatamente tutt’altro che ricorrenti.Il più delle volte i testi dei brani si riducono a pochi versi, e questo accade anche per permettere alla musica di prendere il sopravvento senza dover per forza assecondare la parola che un peso evidente ce l’ha nell’economia del disco, ma che è sempre tutt’altro che imprescindibile.Non ci sono canzoni più potenti e valide di altre in Orbita. L’album scorre all’insegna dell’equilibrio e dell’omogeneità: c’è al suo interno un marchio di fabbrica riconoscibile capace in ogni caso di rarefarsi e di non essere quindi prevedibile. Esagerato lodarlo e dargli un voto complessivo molto alto: certo è che di lavori così raffinati e coerenti non se ne sentono molti oggi in Italia. Un esordio niente male insomma. Convinti dalla validità del progetto.
Alessandro Basile
Genere: Pop
Line-up
Silvia Caracristi – voce, chitarre, Fender Rhodes, glockenspiel, toy piano, autoharp
Gabriele Pierro – chitarre, basso, ukulele, bouzouki, synth, Fender Rhodes, batteria elettronica, percussioni
Emanuele Tomasi – batteria
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Tracklist:
1. Lotterie
2. Disordinata
3. Medaglia D’Oro
4. Casalinga
5. Pezzi Di Cielo
6. Pagine Vuote
7. Ulisse
8. Riderai
9. L’Amore Brucia L’Amore
10. Canzone Stupida
11. Penelope
12. Candida
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