HomeMusica e CulturaAscoltare Musica - Ti consiglio un discoUn viaggio “in Caravan” nella fiabesca musica di Canterbury

Un viaggio “in Caravan” nella fiabesca musica di Canterbury

Il nostro biglietto di viaggio oggi indica "Canterbury", una città nel sud-est inglese, zona che viene chiamata "il giardino d'Inghilterra" ma che è famosa anche per la sua musica rock.

Il nostro biglietto di viaggio oggi indica “Canterbury“, una città nel sud-est inglese, zona che viene chiamata “il giardino d’Inghilterra” ma che è famosa anche per la sua musica rock.

Chi conosce e ama il vecchio Progressive Rock certamente avrà sentito parlare almeno una volta della vita della “Scena di Canterbury” o del “Canterbury Sound” che dir si voglia. 
Soft Machine, Gong, Robert Wyatt, Kevin Ayers, Hatfield and the North, Henry Cow e tante altre band e artisti, tra cui quella che ascoltiamo oggi, i Caravan,

Dopo due primi album, l’omonimo e la gemma per collezionisti If I Could Do It All Over Again…, nel 1971 arriva sui giradischi un nuovo disco dalla copertina assolutamente splendida, che attira soprattutto chi è appassionato di fantasy, da Il Signore degli Anelli e zone limitrofe.
Si tratta di un disco insolito, unico nel suo genere e anche nella discografia dei Caravan stessi, che con il successivo Waterloo Lily vireranno su un sound più chitarristico e meno fiabesco/surreale, probabilmente anche per la mancanza del tastierista David Sinclair che intanto era uscito dalla band per formare i Matching Mole con Robert Wyatt.

In the Land of Grey and Pink è quell’album che prima o poi entra in qualsiasi collezione da appassionato di Prog, un disco imprescindibile anche se non ebbe un grande successo commerciale all’epoca.
Ma questa è una storia già vista, del resto, la band incolpò la Decca (proprietaria della Deram Records) per non aver fatto una buona promozione, ma i motivi possono essere molti considerando che i primi anni ’70 vedevano l’esplosione di tantissima musica che oggi consideriamo mitologica.

La rivista Rolling Stone ha definito l’album come “un tramonto della Terra di Mezzo, con la musica che oscilla tra melodie popolari medievali e musiche jazzistiche“. Anche se detto dal giornale che stroncò all’uscita ogni album dei Led Zeppelin, non ha in effetti tutti i torti.
Però non abbiate timore, non è un album da fanatici di elfi, stregoni e nani sempre un po’ incazzati, è un disco per chi ama la buona musica e un quartetto di musicisti al loro picco creativo.

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