La piccola Barbara ha, così, ben presto un rapporto difficile con la madre Diana e, soprattutto, con il nuovo marito di lei, Louis Kind. Nessuno dei due la incoraggia alla carriera artistica.
Ma Barbara non demorde. Entra nel coro della scuola insieme al suo amico Neil Diamond e, appena può, si butta a cantare nei club di Off Broadway. È in quegli anni che toglie una A al suo nome, diventando Barbra … “solo per distinguermi un po’“, dice.
La grande occasione le capita nel 1962 e lei non se la fa sfuggire: notata dal celeberrimo pianista Liberace, la Streisand (che ha appena compiuto 20 anni) appare al suo fianco nel famoso show televisivo condotto da Ed Sullivan. È un successo immediato. Neanche un anno dopo di lei si scrive che “è il più grande, nuovo talento vocale d’America“.
Il suo primo LP, The Barbra Streisand Album (del 1963) le vale subito due Grammy Awards.
Nonostante la grande rivoluzione rock, alla fine degli anni ’70 grazie anche ai successi cinematografici di “Come Eravamo” e di “È nata una stella”, la Streisand è la terza artista più venduta d’America. Solo Elvis e i Beatles hanno saputo fare meglio. Nel frattempo, Hollywood l’ha rapita e lei ha conquistato anche il pubblico del cinema: con “Funny Girl”, nel 1968, vince l’Oscar come miglior attrice e l’anno dopo con “Hello Dolly” mostra il suo talento eclettico in uno dei più celebri musical della storia.
Da sempre sostenitrice attiva del partito Repubblicano, Barbra Streisand è una strenua supporter delle campagne presidenziali dei coniugi Clinton: da quelle di Bill negli anni ’90 a quella di Hillary nel 2008.
Cover photo by Jonathan Tommy – CC BY-ND 2.0
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