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Black Country Communion al top nel quarto album

Ci deve essere qualcosa di essenziale in questa band per la dieta bilanciata di Joe Bonamassa, un alimento che serve a equilibrare le dosi massicce di Rock-Blues e le piccole razioni di altro genere che formano il suo pasto abituale. Dopo la libidine acustica della Carnegie Hall e un paio di altre imprese deve aver sen

Ci deve essere qualcosa di essenziale in questa band per la dieta bilanciata di Joe Bonamassa, un alimento che serve a equilibrare le dosi massicce di Rock-Blues e le piccole razioni di altro genere che formano il suo pasto abituale. Dopo la libidine acustica della Carnegie Hall e un paio di altre imprese deve aver sentito un languore inequivocabile che lo richiamava verso sonorità più dure ed è venuto il momento di lasciare il microfono di nuovo a Glenn Hughes.

Black Country Communion al top nel quarto album

© Photo by Neil Zlozower su gentile concessione di Mascot Records

L’ex-cantante dei Deep Purple non per niente è soprannominato “la voce del Rock” e a 65 anni non molla di un millimetro con una potenza vocale e un carattere espressivo che lasciano a volte stupiti.
Nel nuovo lavoro del super-quartetto conferma tutte le sue doti in 10 canzoni che formano un vero e proprio catalogo di rock classico contemporaneo.

Inutile dire quanto possa essere godibile la ritmica prodotta dal basso di Hughes e dalla batteria di Jason Bonham, potente e disinvolto nell’interpretare il ruolo ormai rodato del figlio d’arte (e di che padre…).
Altra cosa notevole è il lavoro contenuto e mai troppo appariscente di Derek Sherinian, che usa le sue tastiere con la giusta parsimonia integrando il lavoro della chitarra, uscendo allo scoperto al momento giusto con un elegante tocco pianistico.

Paradossalmente, invece, uno dei lati positivi della band e dell’album è il ruolo più defilato di Bonamassa rispetto ai suoi strabordanti lavori solisti. Il fatto stesso di avere accanto un mostro sacro come Hughes è già di per sé sufficiente, forse, a stimolare un salutare “spirito di corpo”, valorizzando le sue straordinarie doti strumentali nel contesto del gruppo con la giusta misura.

Con l’aiuto del solito Kevin Shirley nel ruolo di produttore e a distanza di sette anni dal risonante esordio della band, l’album è particolarmente robusto nel suono e nella scrittura della maggior parte delle canzoni.
I riffoni potenti di “Collide” e “The Crow” si completano in rock-ballad di stampo più sentimentale come “Love Remains“, che Hughes dedica al padre.

Black Country Communion al top nel quarto album

Sway” potrebbe essere una outtake di Physical Graffiti con la sua epica brutalità, gestita al meglio da Bonham Jr. lasciando alle tastiere di Sherinian il compito di dipingere paesaggi inquietanti. Il bell’assolo di Bonamassa è il solito capolavoro di dinamiche chitarristiche da manuale.

Funzionali alla varietà della scaletta anche la ritmica obliqua di “Over My Head“, il groove variegato di “Wanderlust“, la struttura articolata di “Awake” con  scambi di fraseggi mozzafiato fra chitarra e tastiere.
L’incedere sinuoso di “The Cove” è la base per parlare delle stragi di delfini in Giappone, in appoggio al Dolphin Project cui Hughes ha dedicato molto spazio negli ultimi anni.

Menzione a parte per le canzoni in cui Bonamassa prende in mano anche i suoi strumenti acustici. “The Last Song for My Resting Place“, in particolare, è l’unico pezzo cantato da Joe, che celebra il violinista e band-leader dello sfortunato Titanic aprendo e chiudendo con il suo mandolino. La conclusiva “When The Morning Comes” si bilancia tra delicatezze di chitarra acustica e piano e momenti più robusti.

Non è semplice confezionare un album di questo livello nel 2017 senza neanche riuscire ad annoiare o cadere nel troppo scontato, quindi… hats off per gli alfieri della Black Country.
Imbattibile Hughes e menzione d’onore per Bonamassa in una grande band che rinnova la tradizione del Rock con uno spirito e un’energia che riportano ai momenti migliori del passato.
Purtroppo, per ora non si parla di date italiane.

Black Country Communion al top nel quarto album

© Photo by Neil Zlozower su gentile concessione di Mascot Records

Tracklist:

  • Collide
  • Over My Head
  • The Last Song For My Resting Place
  • Sway
  • The Cove
  • The Crow
  • Wanderlust
  • Love Remains
  • Awake
  • When The Morning Comes