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Tutte le tecniche del basso elettrico

In questo articolo abbiamo raccolto il meglio della nostra didattica dedicata al basso elettrico.

Con questo articolo andiamo a raccogliere i principali contenuti dedicati allo studio delle varie tecniche del basso elettrico pubblicati sui nostri canali.

Come saprà bene chi almeno una volta nella vita ha affrontato l’approccio tecnico a questo nobile strumento, il discorso è ampio e molto articolato anche nei diversi livelli di difficoltà, anzitutto considerando che già soltanto le soluzioni riguardanti la mano destra sono molteplici e praticamente tutte di utilizzo non certo di nicchia.

Tutto questo non dimenticando che, data la natura dello strumento, è fondamentale sviluppare ogni abilità tecnica mantenendo un’elevata dose di timing per costruire un solido groove, senza dimenticare ovviamente l’importanza di trovare un suono adatto al ruolo e di consolidare il proprio stile attraverso l’ascolto dei grandi che hanno fatto la storia del basso elettrico.

In questa sede ci limitiamo tuttavia a concentrarci sugli aspetti più strettamente tecnici, analizzando una serie di video caso per caso.


ARMONICI

In principio fu Jaco Pastorius, verrebbe da dire pensando alla sua celebre “Portrait of Tracy” che nel 1976 portò gli armonici al centro dell’immaginario collettivo dei bassisti (assieme a “Continuum“, un altro iconico brano dell’album omonimo dell’artista).
Iniziamo a parlare di questa tecnica partendo proprio dalla lezione che il nostro amico Alex Lofoco ha dedicato al brano per approfondire questo particolare approccio tecnico: 

Facciamo però un piccolo passo indietro, essendo la tecnica non necessariamente di facile accostamento dal punto di vista pratico è opportuno osservare come metterla in atto ricavando un suono efficace partendo da qualcosa di più semplice.

Ci viene in aiuto un altro amico storico di Musicoff, vale a dire Alessandro Cefalì, che in questo video ci regala degli utili spunti su cui lavorare se siamo del tutto nuovi a questa tecnica:

Un’altra imbeccata molto utile ci arriva sempre da Alex Lofoco, il quale ci ha mostrato nella video-lezione che segue come ricavare una scala di Do maggiore costituita quasi esclusivamente da armonici naturali.
Questo caso evidenzia bene l’importanza di saper collocare correttamente gli armonici sulla tastiera per poterli utilizzare come mezzo espressivo in maniera efficace:


DOUBLE THUMB

Passiamo ora a una tecnica che ha vissuto una grande diffusione grazie al lavoro di pilastri come Marcus Miller e Victor Wooten, i quali hanno dato (ciascuno con la propria interpretazione) una forma definita al double thumb.

Sono diversi i contributi video che abbiamo pubblicato unitamente ad Alex Lofoco, profondo conoscitore di questo approccio stilistico. Partiamo utilizzando un materiale caro a tantissimi musicisti proprio per la sua semplicità di utilizzo, vale a dire la scala pentatonica:

Lo stesso Alex ci ha regalato una valida dimostrazione del suo modo di applicare la tecnica double thumb utilizzando come base “Earthquake“, un brano di sua composizione (incluso nell’album “Beyond“), con tanto di spartito e tablatura della parte suonata nel video:

Ci spingiamo oltre approfondendo la meccanica due note per corda per sviluppare una corretta coordinazione tra i due movimenti del thumb (pollice) e i due delle dita che strappano (indice e medio).
Lo facciamo prendendo in esame un estratto da un brano firmato Weather Report, accostamento inusuale considerando l’estraneità di Jaco Pastorius alla tecnica in questione, ma non per questo meno efficace:

Chiudiamo con una performance didattica che appassionerà non soltanto i fan del metal e che dimostra come non esistano limiti di applicazione se si è dotati della giusta dose di talento e creatività.
In questo video Alex ci mostra infatti come applicare la tecnica in questione a “The Trooper” degli Iron Maiden, e possiamo assicurare che l’incontro tra il double thumb e il ritmo “cavalcato” di Steve Harris è assolutamente intrigante:


GHOST NOTES

Elemento fondamentale nel bagaglio tecnico dei bassisti di ogni genere, la ghost note è da decenni un “condimento” eccellente per le linee di basso più svariate grazie alla sua caratteristica percussiva che aumenta il tasso ritmico generale in maniera importante e gradevole.

Il nostro Alessandro Cefalì ha tenuto due importanti lezioni che analizzano la tecnica nel suo stato più basilare, partendo dalla sua applicazione alla ritmica in ottavi:

Altrettanto importante è la capacità di applicare correttamente le ghost notes su parti ritmiche in sedicesimi:

A darci poi un’ottima dimostrazione dell’utilizzo di questo approccio tecnico all’interno di un contesto musicale completo ci ha pensato Lorenzo Feliciati, apprezzato professionista del basso elettrico che negli anni passati è stato protagonista di un corso di basso sulle nostre pagine.

In questo video ci ha mostrato come applicare le ghost notes su una sua rielaborazione di “Freedom“, brano del grande Jimi Hendrix:


MANO DELLA TASTIERA

L’impostazione della mano sinistra, o destra per chi suona da mancino, rappresenta uno dei principali scogli per chi inizia un percorso di apprendimento sul basso elettrico, fondamentalmente a causa dell’ampiezza della tastiera dello strumento che rende più faticoso il processo di allargamento delle dita.

Nel video-corso che abbiamo girato alcuni anni fa è stato Gianni Gadau a darci degli spunti di base utili allo sviluppo di una corretta impostazione:

Nella lezione che segue vediamo invece come utilizzare la scala cromatica, pane quotidiano chiunque suoni uno strumento musicale melodico, per sviluppare una buona meccanica della fretting hand:

Un interessante approfondimento stilistico che si riflette in maniera importante sulla tecnica della mano sulla tastiera riguarda il walking bass, una caratteristica non esclusivamente appannaggio del contesto jazzistico sebbene l’andamento swing trovi principalmente terreno fertile in questi ambienti:

Naturalmente non potevamo non pensare anche a chi suona un basso fretless: in questo caso ci viene in soccorso Alessandro Cefalì, il quale ci ha parlato di intonazione in due video distinti.

Nel primo episodio dedicato a questo strumento vediamo alcuni esercizi di carattere generale a titolo di introduzione alla tastiera priva di tasti:

Vediamo poi come utilizzare le corde a vuoto per intonare correttamente le note che suoniamo sulla tastiera paragonando il pitch delle une alle altre:


PIZZICATO

Ancora moltissimi restano legati al fingering come tecnica sovrana del basso elettrico, forti del fatto che l’approccio iniziale a questo strumento prevedeva il pizzicamento (e non la percussione o la plettrata) delle corde.

A prescindere da quale “scuola” si usi a riferimento, sapere pizzicare con una valida consistenza ritmica e dinamica rappresenta ancora l’ABC del bassista.
Vediamo perciò come consolidare una buona meccanica della mano destra assieme ad Alessandro Cefalì, cominciando dal modo in cui le dita toccano le corde:

In precedenza avevamo visto assieme a Gianni Gadau alcuni validi spunti su un argomento di importanza vitale per qualunque bassista, vale a dire il portamento degli ottavi.

Non meno importante, sempre all’interno della stessa video-lezione, è l’approccio tecnico staccato, un tratto che può davvero fare la differenza all’interno di un brano (a patto ovviamente di eseguirlo nella maniera corretta) e che a seconda del punto nel quale si pizzica la corda può regalare sfumature apprezzabili:

Concludiamo esaminando un approccio decisamente meno diffuso al pizzicato, quello della tecnica a quattro dita. A introdurci a questo aspetto è Gianfranco De Lisi di Industrie Sonore, che in una rubrica di cinque puntate ci ha mostrato come pizzicare efficacemente utilizzando le dita dal pollice all’anulare attraverso una serie di esercizi da lui stesso messi a punto:


SLAP

Ed eccoci a una delle componenti più essenziali del bagaglio tecnico del bassista moderno. Sin dalle sue origini, che vengono generalmente ricondotte alla figura di Larry Graham (quantomeno in relazione al basso elettrico), lo slapping ha conosciuto le più svariate interpretazioni che passano per punti di riferimento come Stanley Clarke e lo stesso Marcus Miller fino ad arrivare a rivisitazioni più rock-oriented come quelle di Les Claypool e di Flea.

Trattandosi di una tecnica così fondamentale è per l’appunto buona norma curare con grande attenzione le basi esecutive prima di accedere ai livelli di difficoltà superiori. A questo proposito è sicuramente utile partire da questa introduzione allo slap a cura di Gianni Gadau:

È sempre Gianni a indicarci alcuni esercizi di livello base, rinnovando la consapevolezza sull’importanza di acquisire questa tecnica in maniera graduale, curando gli aspetti più basilari (a costo di annoiarsi un po’) per consentire il consolidamento di un adeguato groove oltre al corretto sviluppo della meccanica:

Anche nel ciclo didattico di Alessandro Cefalì abbiamo visto diversi episodi dedicati alla tecnica slap. In questo video scopriamo come integrare le ghost notes per ottenere un impulso ritmico ancora più efficace combinando i due stili:

Altro elemento importantissimo nella panoramica della tecnica slap è l’utilizzo efficace delle legature. Vediamo quali esercizi mettere in pratica per associare questi due aspetti in modo da arricchire di note il nostro stile senza sacrificare l’economia dei movimenti utile a eseguire le parti in maniera adeguata:

Un altro piacevole arricchimento del nostro stile slap sta nel pulling delle corde effettuato utilizzando non soltanto l’indice ma anche il medio, potendo in questo modo giocare meglio anche con quelle figure terzinate che regalano alla nostra parte un sapore ancora più groovy.

Giova rimarcare come sia fondamentale eseguire questi esercizi con il supporto del metronomo, diversamente diventerà complesso consolidare un timing efficace nella tecnica:

Concludiamo con un altro elemento molto utilizzato nella tecnica slap, che coinvolge stavolta la mano sulla tastiera. Scopriamo assieme ad Alessandro come sfruttare il lavoro della mano sinistra (o destra per i mancini) per incrementare l’effetto ritmico aggiungendo ulteriori ghost notes:


TAPPING

Una tecnica non riservata esclusivamente ai chitarristi, il tapping a due mani ha vissuto uno sviluppo più tardivo rispetto agli altri approcci tipici del basso elettrico, ciò nonostante si è ormai attestato come stile definito anche per chi suona le corde grosse.

È ancora Alex Lofoco a condurci nella scoperta di questa tecnica con alcune lezioni che oltre a mostrare la corretta meccanica delle due mani puntano anche a definire un’applicazione valida in funzione dello stile.
Si comincia ancora una volta strizzando l’occhio a Jaco Pastorius con questa personale interpretazione del classico “The Chicken“:

Un’idea molto valida sta nell’applicare lo studio del tapping a un genere armonicamente intuitivo come il Blues. In questa video-pillola Alex ci dimostra come sfruttare questo aspetto per sviluppare una buona meccanica mantenendosi ritmicamente consistenti senza doversi vincolare a strutture di accordi complesse:

L’associazione tra una tecnica dai contorni virtuosistici e la caratteristica leggerezza della musica di origine brasiliana come Samba e Bossa Nova può suonare stonata, ma a ben pensarci il nesso è perfettamente valido in virtù di quell’andamento a note basse variabili che è tipico di questi generi.

Se non siete ancora convinti che questi due mondi possano andare a braccetto date un’occhiata a questo video:


VARIE TECNICHE DELLA MANO DESTRA

Concludiamo il nostro percorso esplorando alcune varianti della mano destra che non abbiamo già affrontato nei paragrafi precedenti.
Il primo focus è su un’altra tecnica generalmente associata alla chitarra, ma che dimostra di essere perfettamente efficace anche su uno strumento dalle corde più grosse. Stiamo parlando del palm muting, uno degli argomenti attorno a cui ruota questa lezione di Lorenzo Feliciati:

Il rake ha rappresentato uno dei tratti distintivi più importanti dello stile di Jaco Pastorius. Il nostro Alex Lofoco ha deciso di espandere questo approccio stilistico fondamentalmente raddoppiandolo, come ci dimostra in questa lezione che ne illustra l’esecuzione facendo riferimento al brano “(Used To Be A) Cha Cha“:

Non solo slapping e tapping quando si parla di tecniche percussive sul basso elettrico. Prendendo spunto da un celebre tormentone dei The White Stripes, Alex ci mostra come integrare lo strumming con gli altri approcci stilistici per dare vita a delle performance dal carattere davvero unico:

PLETTRO

Non abbiamo ancora molti contenuti video relativi al suo utilizzo sul basso elettrico. Consigliamo di fare riferimento al nostro forum e in particolare a topic come Dita o plettro… un po’ di storia o I grandi plettratori del basso elettrico per raccogliere qualche suggerimento su questa tecnica.
Ma intanto uno spunto utile sull’argomento ci arriva dalla nostra rubrica Vita da Professionisti, e in particolare dal bassista Andrea Rosatelli:

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