MIR o Live You Play? Beh non sono la stessa cosa! ll MIR è la fiera della tecnologia audio/luci/video per lo spettacolo, il Live You Play è un vero e proprio evento programmato per dimostrare ai visitatori come vengono impiegate le suddette tecnologie sul palco, installate dai tecnici e operatori del settore e messe alla prova da una band vera che esegue brani live.
Questa iniziativa è ormai in piedi da diversi anni e in costante crescita al punto che quest’anno si è arrivati ad avere 12 palchi allestiti in quattro padiglioni e 4 band in rotazione in ciascun padiglione. Grande successo dunque, ottenuto soprattutto grazie a Gianni Fantini di Joint Rent, patron del Live You Play, che continua a guidare con entusiasmo una macchina unica in Europa!
Quest’anno Prase ha deciso di partecipare sia come espositore al MIR, sia come allestitore del palco 3 nel padiglione A3 e io sono stato chiamato ad occuparmi del mix di palco, mentre la sala è stata curata da Franco Patimo. Approfitto dunque di questa occasione per ringraziare ufficialmente lo staff Prase Media Technologies, in particolare Emanuele “Lele” Luongo e Ivan Omiciuolo per avermi voluto nella squadra, nonché Matteo Barbaro per avermi affiancato nella gestione del palco.
Ma cos’è Prase Engineering? Prase è un distributore nazionale attivo sia nel mercato dell’installazione che del live, esclusivista per marchi prestigiosi come Midas, Shure, Lab Gruppen e Clair Brothers e molti altri, protagonisti dell’allestimento tecnico del nostro palco.
Quando Lele mi chiamò per propormi questa collaborazione devo dire che per poco non cado dalla sedia! Immaginate un pilota che viene chiamato dalla Ferrari per guidare una loro monoposto in una dimostrazione ufficiale, un pochino di responsabilità diciamo che me la sono sentita addosso…
Appuntamento dunque in fiera per l’allestimento di un setup di assoluto primordine: PA e monitor Clair Brothers, finali Lab Gruppen, mixer Midas, effetti TC Electronics, microfoni e radiomicrofoni Shure.
Ma vediamo più da vicino i dettagli.
Il PA installato è un Clair Brothers C8 con sub CS218M, configurato con otto teste per lato e 12 sub in configurazione end-fire.
Il C8 è diffusore line array a tre vie bi-amplificato con doppio 8″ e un driver coassiale da 3,5″ e 1,4″ per le medio-alte frequenze, mentre il CS218M è un diffusore per le basse frequenze con doppio 18″ a radiazione diretta.
Il sistema è completato dagli amplificatori di potenza Lab Gruppen PLM+ 20K44 con DSP Lake interno e relativi preset Clair, configurati per la biamplificazione delle C8, la gestione dei sub e dei front-fill.
La console di sala è un Midas ProX, ammiraglia della casa, dotato di una superficie da 29 faders e DSP Neutron separato, capace di processare 168 canali di input su 99 mix bus di uscita in coerenza di fase, il tutto a 96kHz 24bit.
Il protocollo di trasmissione utilizzato per la comunicazione tra superficie di controllo e DSP è l’HyperMAC, in grado di supportare 192 canali bidirezionali a 96kHz 24bit su cavo in rame CAT6 o in fibra ottica multimodo, con una latenza di 4 campioni per ogni link.
Per la comunicazione con le stage-box viene utilizzato invece il più conosciuto AES50 o SuperMAC, un protocollo a 100 Mbit/s che supporta fino a 24 canali bidirezionali a 96kHz 24bit su cavo in rame CAT5e, con una latenza di 6 campioni per ogni link.
In regia di palco è presente un Midas Pro2, una console con una superficie da 28 faders e DSP interno, in grado di processare a 96kHz 24bit fino a 64 canali su 27 mix bus di uscita, in coerenza di fase.
Ma visto che si parla della console di palco, saliamo sulle tavole e diamo un’occhiata in giro. Il monitoraggio è affidato ai monitor più famosi al mondo, sogno di ogni monitor engineer, i Clair Brothers, qui installati in varie versioni per ovvi motivi di “visibilità”, scopriamoli uno ad uno.
L’1AM è un monitor passivo coassiale con woofer da 12″ e driver a compressione da 3″ per una potenza complessiva di 380W continui, tromba ruotabile 40°x60°, pilotabile in full-range o bi-amp, utilizzato in stereo per il monitoraggio delle tastiere, proprio in modalità bi-amp.
L’1AM è però disponibile anche in versione attiva (1AM+), in questo caso utilizzato come top nel drum-fill della batteria, dove il sub è il modello attivo kiT-Sub-mini+ con woofer da 18″ e bass-reflex frontale, capace di una potenza continua di 1600W.
A seguire abbiamo l’1.5AM, fratello maggiore dell’1AM, monitor passivo coassiale da 15″ con driver a compressione da 4″ montato su tromba ruotabile 40°x60°, pilotabile esclusivamente in bi-amp, per una potenza complessiva di oltre 900W.
Nel nostro caso faceva parte del corredo per il bassista e il chitarrista e a giudicare dalle facce compiaciute dei musicisti posso dire che la scelta è stata azzeccata!
Tra l’altro lo stesso monitor, in versione attiva (1.5AM+), lo avevo in dotazione come wedge personale e ho avuto modo di apprezzarne, per tutta la durata della manifestazione, sia la costruzione massiccia che l’impressionante massa sonora che è capace di uscire da questo mostro.
Ma lasciatemi spendere qualche parolina in più.
Partendo dall’aspetto puramente estetico e materiale devo dire che, come esclamano spesso gli americani, è veramente “built like a tank“! 35Kg di pura ignoranza, un mix di multistrato, ferro, magneti e circuiti che sprigionano SPL a palate senza un minimo cedimento strutturale o vibrazioni. Tanto per dirne una, la grata è di uno spessore esagerato, che ho visto solo a Rebibbia (per fortuna da fuori), pronta per ricevere la suola a carrarmato dei più brutali metallari ubriachi!
Ma è sul suono che sono rimasto colpito.
La possibilità di intervenire sul DSP interno, selezionando quattro preset disponibili, ci permette di aggiustare il tiro in base alle esigenze del momento: due opzioni “native” A e B e due opzioni di emulazione dei mitici 12AM, con diversi livelli di guadagno a 32dB e 38dB.
Il preset scelto in questo caso è stato quello di emulazione perché volevo un ascolto più vicino possibile quello della cantante, realizzato con i 12AM veri, di cui parliamo tra poco, ma non posso nascondere che il vero “grasso” esce quando lavoriamo sui primi due preset!
La risposta di questo monitor è veramente notevole, soprattutto la tenuta in linearità che mantiene alzando il volume ed è impressionante come non faccia una piega anche buttandogli dentro cassa rullante e basso come se non ci fosse un domani! Ne parlavo infatti durante la video intervista uscita giorni fa, di quanto mi sono divertito a guardare le facce dei visitatori che invitavo ad affiancarmi per ascoltare il mix del bassista.
In questo senso la scelta di Ivan mettere a terra la console di palco, invece che in baia, è stata veramente azzeccata perchè mi ha permesso di incontrare diverse persone anche durante i live e i virtual sound check.
Inutile dire che la spinta che giunge dai finali Lab Gruppen PLM+12K44 ai passivi 1AM e 1.5AM è indispensabile per arrivare a questi risultati, anche se c’è da dire che per la versione attiva, rullo di tamburi, sale la bandiera tricolore perché i moduli scelti da Clair sono dichiaratamente i nostri Powersoft.
Ma sto divagando troppo, torniamo alla lista dei monitor e chiudiamo in bellezza con i mitici 12AM, e vi assicuro che l’aggettivo non è usato a sproposito. Volendo rimanere nei confini nazionali, lo riconoscete questo signore in bianco e nero?!? Ecco, punto.
Parliamo del monitor per eccellenza, un diffusore che dal 1987 ha fatto e fa la storia dei palchi più famosi al mondo.
Il Clair 12AM è un monitor passivo che monta un woofer da 12″ e un driver a compressione da 4″ su tromba asimmetrica proprietaria, per una potenza complessiva di 450W in bi-amplificazione. Ma la potenza, come sappiamo, è nulla senza controllo e in questo caso il controllo è affidato ai Lab Gruppen PLM+20K44 con processamento Lake integrato.
Il risultato è spaventoso. Una reiezione al feedback mai sentita, definizione e potenza con una copertura verticale che ti permette di cantare anche a 5mt dal monitor con la voce sempre “in faccia”.
Sul nostro palco la fortuna è andata a Cristina, la bravissima cantante dei Pop Deluxe, a cui abbiamo offerto, come da stage-plot, monitoraggio stereo in entrambe le postazioni front e piano. Passeggiando sul palco durante il sound-check non ho potuto fare altro che godere dell’ascolto che questi monitor ti permettono di ottenere, che a onor del vero, accoppiati al Midas Pro2 mi hanno reso la vita veramente facile; due taglietti fatti prima dell’arrivo della band e non ho più toccato niente.
E pensare che il microfono che abbiamo scelto per la voce di Cristina, a differenza di quelli adottati per gli altri musicisti, era un KSM9 in versione radio Axient Digital, non proprio una scelta di relax!
Ma questa è un’altra storia, che vi raccontiamo la prossima puntata, insieme alla descrizione del percorso del segnale che ha girato tra palco e regie al Live You Play 2018 di Prase.
Restate sintonizzati perché non finisce qui!
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