Quello che segue è un reportage dal corso sull’allineamento e setup degli impianti audio, durante il quale abbiamo anche potuto toccare con mano le potenzialità di L-Acoustics.
Ciao a tutti amici di Musicoff, come forse avrete notato mi sono dato alla macchia per qualche tempo, ma si sa, l’estate è per noi occasione di lavoro a cui non possiamo dire di no e quindi mi sono consumato tra palchi e autostrade!
Oggi però rientro a pieno regime, ricaricato e semi-abbronzato per parlarvi di uno dei tanti corsi che Tech Academy ha in programma per questa nuova stagione di formazione, in particolare di quello che si è tenuto il 20 settembre presso l’Auditorium del Serafico a Roma.
Stiamo parlando del corso sull’allineamento e il setup degli impianti di diffusione per il live, tenuto da Giuseppe Barresi.
Come forse sapete la DOC, cooperativa che raccoglie numerosi tecnici e musicisti in Italia, ha creato, grazie alla supervisione di Paolo di Cori, la sezione denominata Tech Academy, una branca che si occupa di formazione all’interno e all’esterno della cooperativa.
Tech Academy, presente da un paio d’anni in pianta stabile nel panorama della formazione tecnica specializzata, è oggi un punto di riferimento non solo per il mondo dell’audio ma anche nel settore luci, video e sicurezza.
In questo caso l’occasione era ghiottissima per farsela sfuggire: tema attualissimo e docente d’eccezione! Così mi sono regolarmente iscritto per partecipare da allievo e mettere in ordine le idee su un argomento che merita un adeguato approfondimento.
La giornata di pioggia romana ci ha subito regalato una serie di ritardi a raffica che ormai siamo abituati ad accettare con rassegnazione, ma, nonostante tutto, ci siamo seduti al banco con il sorriso sulla faccia.
Beh, va detto che già il colpo d’occhio tradiva il grande successo di iscrizioni, addirittura mi hanno riferito che parecchie richieste sono state momentaneamente respinte e rinviate a una replica da programmare al più presto.
Così, fatte due chiacchiere con Paolo e salutato velocemente Peppe, sorpreso di vedermi, mi sono accomodato vicino a tanti amici, parecchi venuti da fuori Roma.
Ah, do per scontato che conosciate Giuseppe Barresi, docente pluripremiato nonché tecnico di riferimento per L-Acoustics in Italia, e scusate se è poco!
Sin dall’inizio Giuseppe è stato chiaro sugli intenti del corso: sfruttare alcuni brevi e indispensabili e richiami di teoria sulla fisica del suono per poi entrare diretti nell’ambito pratico.
A questo proposito nell’aula sono stati installati un paio di sistemi sub-top, strane casse dal colore marrone, gestiti da processore e amplificatori controllati in remoto e visualizzati sullo schermo di proiezione .
Scherzi a parte, come avete capito si tratta di un sistema L-Acoustics composto da sub SB18 e top ARCS Wide, ovviamente pilotati da finali L-Acoustics LA8 e gestiti, per motivi didattici, da un processore Xilica.
Terminata la breve introduzione teorica, abbiamo subito definito cosa si intende per allineamento e per setup di un PA: l’allineamento consiste nel rendere complessivamente coerente il sistema, lavorando sulla geometria e dunque sui tempi, il setup è il lato più creativo che consiste nel definire il suono del sistema in funzione del genere musicale, del gusto del fonico o del cliente.
Partiamo con l’allineamento, che possiamo definire “la parte più tecnica” del processo di gestione di un sistema PA. L’allineamento è una tecnica che prevede la misura delle distanze tra i centri acustici dei diffusori e il punto di misura stesso, allo scopo di allineare la fase dei sistemi oggetto della misura rispetto al punto di ascolto (cioè dove abbiamo collocato il microfono di misura).
Per fare questo abbiamo bisogno di una serie di dispositivi che ci permettono di generare un segnale di riferimento, rilevare l’emissione acustica dei diffusori, verificare, confrontare e interpretare i risultati.
Si tratta prevalentemente di un microfono di misura, una scheda audio a 2 canali e un software di analisi acustica come ad esempio Smaart; questi strumenti ci saranno utili sia per l’allineamento che per il setup del nostro PA.
Abbiamo dunque definito le due modalità di analisi del software, ovvero RTA (Real Time Analyzer) ed FFT (Fast Fourier Transform), ove quest’ultima è quella utilizzata per definire l’allineamento del sistema.
Il software di analisi ci permette di visualizzare le differenze che vengono rilevate tra il segnale di riferimento, solitamente un pink-noise, e il segnale proveniente dal microfono di misura. Quest’ultimo va necessariamente posizionato in una zona ben precisa dell’audience area, ma, Peppe ci tiene a specificarlo, in un punto scelto a discrezione del tecnico.
Ecco, una cosa che ho apprezzato molto del metodo divulgativo di Giuseppe è la continua ricerca del confronto con le esperienze di tutti noi partecipanti, finalizzato a mettere in evidenza il lato personale di questa pratica molto complessa.
Prima di entrare nel vivo della misura, abbiamo visto come lo stesso hardware che utilizziamo per la generazione e l’acquisizione delle informazioni possa essere fonte di rumore o distorsione, sia in ampiezza che in fase, ed è bene accertarsi di come e quanto il nostro sistema può influenzare o meno la nostra analisi.
Un altro elemento fondamentale, di cui tenere conto, è lo sfasamento che opera un filtro quando viene inserito nella catena di processamento, sia hardware, all’interno del diffusore, sia software all’interno del processore.
Questo aspetto è subito evidente quando andiamo a visualizzare la lettura della fase del solo diffusore top, costituito da due driver (woofer per le medio basse e driver a compressione per le medio alte frequenze); le rotazioni di fase si presentano proprio nel punto di incrocio del crossover e dell’eventuale filtro passa alto.
Questo comportamento, con i filtri tradizionali, è inevitabile. Quando il sistema si arricchisce della parte bassa, ovvero al top aggiungiamo un sub fisicamente separato (ad esempio top appeso e sub a terra), è indispensabile allineare temporalmente i due diffusori onde evitare sfasamenti tra i due.
In soldoni stiamo parlando di tempi di arrivo diversi dell’onda acustica rispetto al punto di misura, dovuti semplicemente a una diversa distanza proprio tra il centro acustico dei due diffusori e il punto di ascolto o di misura.
Senza entrare nei dettagli, ci basti sapere che con un intervento sul tempo di ritardo del diffusore più vicino all’ascoltatore, si può allineare il sistema rendendolo coerente; in sostanza è come se spostassimo fisicamente il diffusore per rendere equidistanti top e sub rispetto al punto di ascolto.
Lo stesso concetto, con le dovute differenze, si può applicare per l’allineamento di due o più diffusori disposti longitudinalmente rispetto all’audience area, un po’ come avviene per la diffusione all’interno delle Chiese. Il problema è che in Chiesa difficilmente il sistema è allineato!
Ma questa è un’altra storia…
Per vivacizzare la lezione, durante gli ascolti e le verifiche fatte nell’aula didattica (non proprio il posto migliore per questo tipo di dimostrazioni) abbiamo avuto modo di constatare come negli ambienti al chiuso i fattori che influiscono sull’ascolto sono molteplici e spesso imprevedibili.
In questo senso Giuseppe ha posto l’accento su come l’analisi critica delle risposte che ci restituisce il software sia fondamentale al fine di interpretare correttamente le anomalie che la macchina non è in grado di giustificare.
Siamo così passati alla misura e allineamento di due sub e successiva valanga di domande, che inevitabilmente hanno esaurito tutto il poco tempo rimasto a disposizione.
Le 8 ore sono volate via e tutti ci siamo alzati soddisfatti di come Giuseppe ha trattato l’argomento, che per quanto complesso, è filato liscio senza intoppi!
Ma questo non è che l’antipasto, i piatti forti arrivano quando il sistema di diffusione si fa veramente complesso in quanto vasta e complessa è l’area da sonorizzare, questo corso serve giusto a far venire l’appetito!
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