Visto che Andrea Corsellini e Klaus Hausherr non possono passare il tempo dispensando abbracci a tutte le decine di migliaia di presenti, il loro modo di coccolare il pubblico diventa virtuale ed etereo, avvolgente e ben presente, in una parola: sonico!
Premesso che “music is not in the piano“, vedendo quali dispositivi sono stati scelti per lavorare con il massimo di qualità ed affidabilità, sono rimasto piacevolmente stupito dalla quantità di prodotti nuovi, segno dell’interesse e del continuo aggiornamento di Andrea per fornire al pubblico di Vasco il massimo senza attaccamenti feticistici ad un marchio o un prodotto.
Iniziamo dal clock che è uno dei punti di maggiore criticità lavorando nel dominio digitale, per questo motivo è stato scelto il nuovissimo Atomic Clock della Antelope Audio, il 10MX che garantisce prestazioni stellari, con stabilità quasi maniacale come dicono alcuni fonici di studio.
Dal 10MX si dirama la rete di clock per tutta la regia, incluse le varie unità effetti e l’immancabile (o quasi) Digico SD7, sovrastato da un paio di Audio Performance Signature KS-2.0, un recente monitor di riferimento per il live che sta riscuotendo un grande interesse da parte di diversi professionisti per la sua capacità di fornire una risposta realistica in tutti gli ambienti di lavoro.
Dicevamo che tutti i segnali sono ridondanti quindi nel DiGiCo SD7, i cui preamplificatori sono usati sul palco per avere un sistema affidabile e di qualità senza impazzire in fisime esoteriche, Kors, diminuitivo col quale è più conosciuto nell’ambiente il Corsellini, ha creato delle uscite per poter gestire, in caso di qualsiasi emergenza (ripeto: si lavora in esterni), i segnali in modo analogico senza perdere minimamente in qualità.
La voce di Vasco (vedi foto più in basso), come anticipato nella prima parte, è ripresa dallo Shure KSM9 ed entra su un canale della consolle dove in insert ci sono due UA 6176, del quale Andrea apprezza il carattere valvolare anche dall’ingresso linea, ed un equalizzatore parametrico stereo GML 8200. Il canale così trattato è inviato a un gruppo d’uscita stereo (il gruppo VOCE appunto) nel quale è insertato il Waves Maxx BCL.
L’uscita del gruppo è inviata digitalmente all’Antelope Eclipse dal quale viene convertita in analogico per essere inviata al sistema di PA management (questo circuito è quello usato come principale), la stessa uscita digitale è mandata anche via AES al sistema di PA management (per la famosa ridondanza).
Il secondo rack, sovrastato e “bonificato” da un Teknosign Noise Buster, serve per la gestione dei segnali del resto del gruppo, diviso in batteria, basso, chitarra Vince, chitarra Stef, tastiere Rocchetti, tastiere Frank, sequenze e cori+sax; c’è una ridondanza analogica garantita da un percorso audio più breve, ma sempre di qualità molto elevata, infatti i segnali sono inviati via MADI ad un Antelope Audio Orion 32+ che smista le 16 uscite del banco in un Teknosign Sum Adjust Junior.
La “spare” indirizza le suddette matrici a 16 uscite analogiche della DiGiCo che entrano nel Teknosign Classic tramite il Teknosign XLR Adapter. Le uscite dei 2 sommatori sono indirizzate al sistema di PA management tramite uno switcher passivo che ne seleziona una o l’altra. Quindi, in caso di emergenza, muovendo un interruttore Andrea può passare in tempo reale da Junior al Classic.
Interessante per quest’ultimo, che a differenza dello Junior non può essere controllato via VST, la calibrazione accurata dei livelli effettuata tramite il segnale che Klaus ha inviato via Smaart V8. Per come l’ho visto lavorare posso affermare che Klaus tira il collo come pochi a questo software per sfruttarne tutte le capacità! Infatti il lavoro di Klaus non si limita all’assistenza, ma comprende anche il monitoraggio del suono tramite il suddetto Smaart con un bel microfono da misura Mellab
L’impianto Clair Brothers è gestito con un array dedicato alla voce ed un altro dedicato al suono del gruppo, un metodo di lavoro che da diversi anni è utilizzato da molti fonici per i risultati positivi che superano di gran lunga i piccoli problemi collaterali.
Ah, ho dimenticato il punto più importante: la scelta dei microfoni, sorgenti di tutto il suono. Il mio punto di vista gli conferisce un’importanza cruciale: sbagliando il microfono o il suo posizionamento saremo costretti ad acrobazie di equalizzazione e di compressione con una serie di problematiche aggiuntive (dalle dinamiche alle fasi, etc… ) non indifferenti riguardo la ripresa migliore. La scelta di Kors è andata verso 2 Shure b52 per le casse, un classico sm57 per il rullante con AKG c414 per la retina, 3 E/V 406/468 per i tom, Shure Beta 57 per il solo ride e 2 Audio Technica AT 4050 come overhead.
La chitarra elettrica di Vince Pastano è ripresa da Audio Technica AT 4047 SVSM/AT 4050 SM, mentre l’acustica va in MANLEY D.I./AVALON ULTRA 5 D.I. La chitarra stereo di Stef Burns è ripresa da due EV Raven. Per le voci: Clara Moroni ha il suo AKG D5 personale mentre le altre voci provengono da 3 Shure Beta 57. Per i sax torniamo agli Audio Technica con il modello ATM35, infine c’è una marea di DI Radial sia per il triggeraggio della batteria che per le uscite di piano ed Hammond.
Non posso che esprimere il mio apprezzamento verso l’accuratezza di Kors nella scelta di ogni prodotto per garantire uno spettacolo all’altezza delle migliori aspettative per l’artista italiano che da da quasi 40 anni scandisce il tempo del rock.
Devo ringraziarlo anche per la pazienza nello spiegarmi il suo set-up… senza avere paura di essere copiato perché comunque il mix finale deriva dal suo senso del suono e non dai soli dispositivi!
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