Per preparare al meglio un concerto dobbiamo dare molta importanza alla scheda tecnica da presentare sia al service che all’organizzatore del concerto, altrimenti rischiamo di trovarci di fronte a troppe “varianti sonore” e rischiamo di non capire nulla di ciò che suoniamo, rispetto a come siamo abituati a sentire nella nostra sala prove.
Come abbiamo visto (leggi qui e qui) oltre all’acustica del locale, sulla quale non possiamo intervenire, dobbiamo cercare il posizionamento ottimale dei nostri strumenti e degli apparecchi indispensabili (microfoni, spie, etc…). Quindi diventano di vitale importanza le informazioni che possiamo fornire con la scheda tecnica che, come potete vedere dagli esempi presenti nell’articolo, deve essere integrata oltre che (possibilmente) dalla scaletta da uno stage-plot che potete benissimo realizzare con un semplice foglio di Word. Beh, se avete familiarità con programmi di grafica 3D sarete certamente più efficaci!
Lo stage-plot deve contenere le immagini (anche approssimative nel caso di Word) della posizione degli strumenti e del monitor desiderato (spie e/o IEM) anche se c’è chi inserisce le connessioni, ma questo è un lavoro abbastanza inutile in quanto ogni locale ha la sua soluzione personalizzata con ciabatta analogica o digitale. Come scaturito dall’interessante seminario condotto da Marti Jane Robertson presso il Saint Louis College of Music, è molto utile inserire i nomi degli elementi del gruppo, in modo tale da rendere più immediato ed amichevole il rapporto fra fonico/i ed i musicisti… ehm, io ne ho sempre bisogno perché notoriamente sbaglio/dimentico tutti i nomi!
La scheda è molto più semplice da compilare dello stage plot e possiamo realizzarla sia con un foglio di testo che uno di calcolo. Prima di parlare delle voci della scheda ricordate che è molto importante far notare in modo evidente (evidenziatore, colore diverso, grassetto) i vostri articoli (p. es. ampli e/o mic personale) e quelli che devono essere forniti dal service.
La prima colonna della scheda deve contenere il numero del canale, personalmente preferisco fare una numerazione visuale ossia da sinistra a destra secondo la disposizione sul palco, in modo tale che ci sia una corrispondenza fra il numero del canale ed il musicista, ma molti preferiscono mettere per prima la batteria.
La seconda colonna riporta il nome del canale: onde evitare confusione di qualsiasi tipo consiglio di usare i nomi in italiano o quelli acquisiti da tutti nello slang tecnico (vedi allegato italo-tecnichese) con il massimo della descrizione possibile, tipo “rullante sopra” e “rullante sotto” o per la cassa “microfono esterno” e “microfono interno”.
La terza colonna deve fare riferimento al nome del musicista, come aveva sottolineato Marti Jane Robertson, cercando chiarezza anche con i soprannomi, altrimenti non c’è comunicazione.
La quarta colonna contiene il nome del microfono/DI da usare: qui è necessaria la massima precisione possibile con marca e modello esatto di cosa si vuole, magari la versione Beta o mkII di un microfono non ci darebbero lo stesso suono, anche se il costruttore dice che ha migliorato la qualità! Anche in questo caso è importante evitare le forzature chiedendo prodotti costosissimi o difficili da reperire e magari inserendo uno o due prodotti alternativi che conosciamo bene e che sia più facile avere.
La quinta colonna che io fornisco non si trova spesso perché riguarda un’opzione importante ma non criticissima per il suono ossia il tipo di supporto preferito ed eventualmente di proprietà. È evidente che i microfoni per riprese panoramiche della batteria come quelli per i fiati avranno delle sospensioni elastiche di qualità, ma ci sono batteristi, sassofonisti ed altri musicisti che non vogliono i morsetti, seppur gommati, che piacciono ai fonici perché eliminano le aste.
Photo bySesta colonna, e qui si va sul raffinato che non deve essere una forzatura: insert. Nel caso del mixer analogico è indispensabile indicare esattamente marca e modello del prodotto che si vuole usare (gate, compressore, eq, etc…) mentre nel caso del mixer digitale bisogna essere precisi se va bene il plug-in di serie o, sempre evitando forzature, di qualche marca specifica. In entrambi i casi di nuovo è utile informare il service quali alternative possono andare bene.
Settima colonna utile solo in caso di registrazione: assegnazione in uscita, ossia come si desidera raggruppare i diversi segnali in ingresso per registrazione su più tracce (ovviamente non serve per registrazioni stereo!). Anche in questo caso ci potrebbe essere una distinzione fra digitale ed analogico, in quanto il primo spesso (ma non sempre!) consente di registrare in modo indipendente ogni ingresso mentre nell’analogico possiamo avere le uscite dirette. In entrambi i casi potremmo avere bisogno di indirizzare gli ingressi uscite quali i gruppi (o sotto-gruppi), matrici e, al limite, eventuali mandate aux che dobbiamo sacrificare per un ingresso specifico.
Ultima colonna è quella delle note nella quale è utile riportare tutte le informazioni particolari, magari legate alla scaletta (tipo uno strumento che è presente solo in uno o pochi brani, consentendo al fonico di chiudere i microfoni che potrebbero captare segnali indesiderati e/o rumore di fondo da monitor, ampli, ecc) che possono semplificare il lavoro del fonico che lavora con voi per la prima volta e migliorare il vostro suono complessivo!
Nell’esempio di scheda tecnica allegata non ho messo marca e modello dei microfoni (sapete voi quali preferite), ma ho inserito il nome degli strumenti in inglese, innanzitutto perché spesso nelle schede si usa un mix fra inglese e italiano poi perché vi auguro che vi serva anche per un tour internazionale!
Cover photo by Bengt Nyman
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