Utilizzare simili strumentazioni è raro per chi con la musica si diletta, vediamo quindi il punto di vista di un non fonico sul Presonus Studiolive 32SX.
Così come il fonico è uno “strumentista aggiunto” insieme alla band, anche il banco mixer è facilmente definibile come uno degli strumenti della catena audio che permettono al nostro suono di arrivare al pubblico.
Che se ne dica o che se ne voglia, in una situazione di una certa levatura avremo la necessità di interfacciarci con la figura professionale del fonico, il quale, avrà l’onere di mixare i nostri suoni per ottenere il miglior risultato possibile.
Ma purtroppo non tutti siamo persone così fortunate da avere situazioni con il fonico “residente” (ovvero che ha il suo impianto ed eventuali altri addetti) e quindi in molti, soprattutto oggi con una scaletta di serate annuali fisse e raggiunto un buon livello, decidono di attrezzarsi autonomamente.
Questa scelta è una cosa di non poco conto, ma come tutto il nostro gear, soprattutto se il nostro è un lavoro, va visto come un investimento da ammortizzare nel corso di più o meno un anno solare. D’altronde le soluzioni tecnologiche sono diventate sempre più abbordabili in termini di pesi, forme, dimensioni e, soprattutto, prezzo.
Oggi abbiamo sul mercato una serie di banchi mixer che permettono cose incredibili se li confrontiamo a quelli di qualche decade fa, soprattutto considerando i mixer digitali che permette di richiamare, memorizzare e utilizzare una serie di utility tali da poter essere usate in più di una situazione con estrema velocità.
Questa volta parliamo di un mixer dal punto di vista di un musicista non del tutto professionista, di uno dei tanti che rientra nella zona grigia di chi lavora anche con la musica ma non è il suo core business.
Presonus offre da anni una serie di mixer con controllo digitale che prende molto della tradizione sonora che siamo stati abituati a vedere anche nelle sue interfacce audio e qui abbiamo uno degli ultimi arrivati sul palco, appartenente alla serie IIIS degli Studiolive.
L’approccio a questa tipologia di macchine è abbastanza complesso, diverso per chi ha già lavorato con banchi analogici, forse un trauma per chi è alla prima esperienza (parola di chi ha cominciato con un vecchissimo promix); il tempo da spendere per un apprendimento basilare può portare via una mezza giornata, ma è del resto un guadagno di conoscenze.
Do per sottointeso che il tempo speso è per chi è alla prima esperienza, un fonico professionista non ha sicuramente bisogno di tutto questo tempo per imparare le basi di questo mixer, per capire come funzionano nel dettaglio tutti i vari routing e soprattutto le diverse funzionalità software che questa macchina può offrire.
È una macchina che può essere controllata da device mobili, collegata al computer come interfaccia audio e collegata in modalità DAW con Studio One (incluso), il tutto serve per avere il meglio dalle diverse situazioni, siano esse studio o live.
Nello specifico del modello SX abbiamo un numero di canali e di uscite tali da andare anche oltre le necessità di un gruppo di piccole medie dimensioni: 32 ingressi (16 microfonici mentre altri 16 combinati) e 24 uscite, che sono suddivise in uscite XLR e Jack per i mix (ogni uscita può essere settata come sottogruppo con diversi livelli richiamabili dai tasti sulla destra), uscite per i subwoofer e per il tape.
Partiamo col definirlo in primis un mixer molto leggero (per quello che fa e essendo praticamente un 32 canali) e dal form factor comunque molto ristretto nelle dimensioni e abbastanza trasportabile senza troppi problemi da una sola persona.
Rimando alla pagina del distributore Midimusic per quanto riguarda il resto dei dati tecnici di preamplificatori e moduli del Fat channel.
La sezione di preamplificazione con controllo digitale prende a piene mani dalla tecnologia e dal design degli Xmax, preamplificatori presenti anche sulle interfacce audio di Presonus, molto puliti e non troppo aggressivi.
Ogni canale può essere controllato attraverso la console “Fat Channel”, la quale comprende:
- Preamplificatore
- Compressore
- Gate
- Equalizzatore a 4 bande vintage style
Ogni canale può essere impostato in primis in base alla sua sorgente, sia esso attraverso USB, Network, Analog o attraverso la scheda SD.
Il comportamento di tutto il modulo del Fat Channel è molto interessante, il miglior lavoro è probabilmente quello del gate e del compressore che riescono a mantenere la pasta sonora dello strumento sulle tracce per chitarra e voce.
Ma non è il solo effetto che è possibile utilizzare, infatti i due processori flex permettono di utilizzare una serie di riverberi e delay digitali estremamente personalizzabili e dal suono più che convincente in una performance live, possono essere selezionati e settati fino a quattro negli appositi tasti FX.
In base poi alle esigenze è possibile suddividere in gruppi tutte le tracce da inviare all’uscita (per gestire le spie in parole povere), ma possiamo inoltre gestire l’eq generale attraverso il comando di GEQ (Global EQ) che è assegnabile anche ai fader motorizzati (cosa che dà uno strano senso di onnipotenza), per gestire attraverso i suddetti fader tutte le 31 bande e correggere qualsiasi parte del sound che non va per via della struttura dove suoniamo o dell’impianto.
Queste sono solo alcune delle possibilità di una macchina di questo tipo e ovviamente non basterebbe un solo articolo, ma tra le ultime funzioni citiamo:
- Interfacciabilità come scheda audio (via USB e controllabile attraverso Studio One o altra DAW)
- DAW Mode attraverso la connessione Ethernet e USB
- Gruppi DCA (Digitally Controlled Amplifier)
- RTA (Real Time Analyzer)
- Live Recording
- Modalità Soundcheck
- Bundle di software studio magic pack di Presonus (utilizzabile mentre lo si usa come interfaccia audio)
Però queste sono tutte funzioni estremamente avanzate (per un musicista, non per un fonico professionista) che necessitano di uno studio più approfondito e che probabilmente non cambierebbero la vita a un piccolo gruppo che fa le prove in sala e vuole gestirsi i vari segnali oppure effettuare piccole registrazioni.
In conclusione, lo Studiolive 32 SX è una soluzione per il fonico di professione e per il lavoro in live con service piuttosto che una soluzione per gruppi senza un loro fonico dedicato, per loro la soluzione più ottimale in termini di canali e mantenendo comunque delle prestazioni ottimali è quella del modello Studiolive SC, molto più compatto e con 16 canali preamplificati con cui si possono soddisfare le esigenze di (quasi) qualsiasi formazione.
In studio è una soluzione per recording e mixing molto completa a un prezzo che per onor di cronaca andrebbe messo tra quelli economici, perchè simili soluzioni sono estremamente professionali e non hanno prezzi inferiori al migliaio di euro (cito per onor di cronaca la celebre serie 01 di Yamaha).
Un musicista può vedere questo come un investimento, magari suddiviso con i colleghi, che potrebbe rendergli la vita più semplice nell’ambito della resa sonora del suo sistema, è una macchina certo non acquistabile a occhi chiusi ma in un anno di lavoro continuativo è ammortizzabile senza troppi problemi e avendo vicino un fonico si può alleggerire e velocizzare il workflow dei vostri live in maniera significativa.
La motivazione principale è dovuta anche dalla possibilità delle memorie e dei fader motorizzati, i quali oggi sono una tecnologia standard per queste macchine, ma molto utile per avere un sound già pronto per una determinata location o meno; esempio banale di un tributo che lavora a rotazione negli stessi locali della sua regione, quanto tempo può risparmiare se per ogni locale avesse il suo preset e non deve rifare i suoni da zero?
Presonus è un marchio distribuito in italia da Midimusic.
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