L’Italia degli anni ’60 e ’70 e i suoi famosi live club, come il Piper di Roma, sono stati il palcoscenico delle prime esibizioni di giovani band internazionali dell’epoca che avrebbero fatto la storia del Rock.
Due di queste sono nientemeno che i Pink Floyd e i Genesis, i primi nel 1968, a dir poco giovanissimi, i secondi nel 1972.
I Floyd, orfani di Syd Barrett da una decina di giorni, portano a Roma la loro psichedelia lasciando tutti a bocca aperta. Alcuni pensano addirittura di aver visto un concerto con Barrett, ma non è così, c’è un giovincello alla chitarra che risponde al nome di David Gilmour. Alcune riviste titoleranno “Anche la musica come droga. Nel loro spettacolo i Pink Floyd riproducono in parte gli effetti di certi allucinogeni“.
Come spesso accade ancor oggi, il giornalismo italiano non brilla di aperte di vedute, in compenso a scintillare sono le luci caot-ipnotiche portate sul palco dalla band inglese.
I Genesis arrivano in Italia con un primo concerto ad Adria (Rovigo), per poi scendere verso Roma e Napoli attraverso ben 9 date. Anche in questo caso, lo spettacolo è decisamente colorato, soprattutto dal leader Peter Gabriel e il suo elaborato trucco di scena, le sue movenze da creatura arrivata da un mondo fantastico.
Quel mondo del Progressive Rock in cui si muovevano da padroni, con alle spalle un masterpiece come Nursery Cryme e davanti un disco di prossima pubblicazione (furono in Italia ad aprile, il disco uscì a ottobre) quale Foxtrot, altro grande successo (iper-meritato!).
Non possiamo darvi una macchina del tempo purtroppo, ma questi filmati, introdotti dall’indimenticabile stella italiana del prog Francesco Di Giacomo (Banco del Mutuo Soccorso), restano una gran bella testimonianza.
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