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Addio a Chuck Berry, padre del Rock’n’Roll

Il 18 Marzo 2017 alle 13:26, a Saint Louis nel Missouri, è risuonata l'ultima nota di uno dei padri assoluti del Rock'n'Roll e della chitarra elettrica, Chuck Berry.

In seguito alla segnalazione di un’emergenza medica, i soccorritori hanno trovato Berry in stato d’incoscienza e inutili sono stati i tentativi di rianimarlo. Aveva 90 anni, tutti spesi tra le corde della sua chitarra e il suo mitico “passo d’anatra” (Duck Walk), ripreso anche come vero e proprio omaggio da un suo assoluto fan quale Angus Young degli AC/DC.

Si, perché se dobbiamo contare tutte le persone che grazie a Chuck Berry hanno preso in mano per la prima volta una chitarra, davvero potrebbero non bastarci giorni e giorni… e giorni. Compreso il qui presente che vi scrive.
Se c’è un brano che lo ha sempre identificato più di tutti, è quel “Johnny B. Goode” che lo rese famoso due volte, prima nel 1958, spopolando tra i giovani e riportando sulle note di quel riff incendiario la summa del sogno americano, del ragazzo che con le sue sole forze diventa una star; poi con una famoso lungometraggio hollywoodiano, Back to the Future, in cui il giovanissimo Michael J. Fox spiazzava tutti suonando la canzone ben 3 anni prima della sua uscita reale.

Addio a Chuck Berry, padre del Rock'n'Roll

Photo by Duane Albertson – CC BY-SA 3.0

Già, un ragazzo che ce la fa da solo. Berry, figlio di un diacono della chiesa battista, in realtà non era un povero ragazzo di campagna, anzi, ma certo non fu facile per lui emergere negli anni in cui la segregazione e il poco rispetto verso la pelle nera erano ancora nella loro massima “forma”. In più, egli stesso non crebbe certo come stinco di santo, arrestato a soli 18 anni per rapina a mano armata con altri amici.

Tre anni prima aveva fatto la prima esibizione nella sua scuola e a 21 anni, uscito di prigione, aveva ben chiara l’idea che quella non sarebbe stata la prima e l’ultima. Iniziò così a suonare con vari gruppi, mentre manteneva se stesso e famiglia (si era intanto sposato e aveva avuto una figlia) con lavoretti saltuari.

Per sua fortuna, a notare la sua carica d’adrenalina sullo strumento furono prima il pianista Johnnie Johnson e poi, soprattutto, Muddy Waters, che lo portò all’interno della scuderia della storica Chess Records di Chicago (a tal proposito vi consigliamo la visione del film Cadillac Records).

Da lì in poi è storia, con il suo primo successo, “Maybelline“, un adattamento del singolo country western “Ida Red” (di Bob Wills) che ne aveva suscitato l’interesse in Chess. Nel 1956 arriva un’altra hit, “Roll Over Beethoven“, e i tour con Carl Perkins.
Tra quell’anno e il ’59 Berry cavalca un successo dopo l’altro, compresa quella Johnny B Goode già citata, fino all’improvviso stop alla sua carriera dato da un secondo arresto, causato dalla “tresca” con una quattordicenne. Viene condannato a 5 anni di prigione ma nel ’61 ottiene uno sconto di pena a 3 anni.

Addio a Chuck Berry, padre del Rock'n'Roll

La storica sede della Chess Records
Photo by Steve Browne & John Verkleir – CC BY 2.0

Uscito di prigione si trova travolto dalla british invasion, continua a fare musica ma ovviamente il suo “regno” come negli anni ’50 è assai lontano.
Pur tuttavia, continua ad essere una figura centrale nel mondo della musica, anche perché tutti i giovani chitarristi degli anni ’60 si ispirano a lui. A iniziare, ad esempio, da quel Keith Richards, che ne ricalca non solo lo stile chitarristico, ma anche l’indole accesa sui palchi e nella vita reale. E molti altri ancora, per lungo tempo, si ispireranno al Re del Rock’nRoll.

Si lasciatecelo dire, nonostante sia un titolo che negli anni è restato saldamente attaccato alla figura di Elvis Presley, ma se un “Re nero” ci deve essere, questo è sicuramente Berry.https://www.youtube.com/embed/5madtiLf7DI?feature=oembed

Chuck Berry in concerto con Keith Richards ed altri artisti

Ironia della sorte, come spesso accade, Chuck ci ha lasciato poco prima dell’uscita del suo nuovo album. Sarà pubblicato da Dualtone Records e lo stesso Berry dichiarava: “Questo disco è dedicato alla mia amata Toddy (Themetta “Toddy” Suggs, sposata nel 1948, NdA). Mia cara, sto diventando vecchio! Ho lavorato a questo album per lungo tempo. Ora posso attaccare le scarpe al muro!

E così è stato, purtroppo. Nell’aspettare la sua ultima opera, ci riascoltiamo uno dei suoi brani. Dai si, già sapete quale…
Riposa in pace Chuck, e grazie per tutti i tuoi riff, che hanno aperto a tutti quel favoloso mondo che oggi chiamiamo semplicemente, Rock.

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