Per i cultori del gruppo è uno shock: al pari degli U2, la formazione di Athens, Georgia è considerata come una famiglia il cui destino collettivo è legato a quello dei singoli membri.
La decisione di Berry arriva alla fine di un periodo drammatico. Durante un concerto in Svizzera nel marzo 1995 il batterista è rimasto vittima di un aneurisma cerebrale che quasi l’ha ucciso. Si è preso una pausa per ristabilirsi e ha finito il tour, ma ha anche maturato l’idea di dare un taglio alla vita on the road per la quale non prova più l’entusiasmo d’un tempo.
Ha comunicato ai compagni la decisione di lasciare i R.E.M. a condizione che il gesto non provochi lo scioglimento della band. Michael Stipe, Mike Mills e Peter Buck hanno acconsentito ad andare avanti senza di lui.
“Non potremmo mai continuare a suonare se uno di noi quattro lasciasse”, aveva detto il cantante. Quando nel 1998 esce il primo album dei R.E.M. in versione trio cambia idea: “Un cane a tre zampe” dice “è pur sempre un cane”.
Berry si dedica alla sua fattoria di Watkinsville, in Georgia. Nei concerti e in sala d’incisione viene sostituito prima da Joey Waronker, poi da Bill Rieflin dei Ministry. Torna a suonare coi vecchi amici solo in rare e selezionate occasioni, tra cui l’esibizione per l’ingresso dei R.E.M. nella Rock And Roll Hall Of Fame nel marzo 2007 quando eseguono quattro brani, tra cui “Man On The Moon”.
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