“È un walzer?“, chiede Tom Wilson, il talentuoso produttore artistico che già da un paio d’anni ha preso il posto di John Hammond al fianco di Dylan.
“Non è un walzer“, precisa Bob, “è un’altra cosa“.
Dopo essere stato in tour in Inghilterra, aver conosciuto i Beatles e potuto toccare con mano il successo che i Fab Four stavano avendo, Dylan ha capito che il Folk, per lui, appartiene ormai al passato.
Lui è un musicista e non gliene frega niente di fare marce di protesta, come piace invece alla sua ex-fidanzata Joan Baez. Piuttosto, gli interessa raggiungere un numero maggiore di persone. Ecco perché ha ingaggiato per queste session alcuni musicisti virtuosi come Mike Bloomfield, formidabile chitarrista della miglior band Rock Blues d’America, la Paul Butterfield Blues Band.
In studio, sta girovagando Al Kooper, cantautore/chitarrista e compositore poco più che ventenne. È amico di Tom Wilson ed è lì perché spera di avere un ingaggio come chitarrista nelle session di Bob Dylan. Ma quando vede Mike Bloomfield capisce che, per lui, ambire a quel posto è una missione impossibile.
“Dylan cerca un nuovo suono?“, si chiede, “Bè, lo faccio io“. Così, va da Tom Wilson e gli dice: “Ho in mente il riff di organo Hammond che Bob sta cercando… Mettimi alla prova“.
E così, Paul Griffin si sposta al piano e lascia ad Al la tastiera dell’Hammond. Mentre il gruppo prova a suonare il nuovo brano, Kooper cerca di inserire la parte che ha in mente. Timoroso che non possa piacere, tiene il volume basso.
A un certo punto, Dylan si ferma: “Alzate il volume dell’organo”, dice, “Mi piace quel che sta uscendo…“.
In quel preciso momento, nasce il riff di Hammond più famoso della storia e, soprattutto, prende forma la canzone che la critica ha consacrato come brano più importante della storia del Rock. Il giorno dopo, il 16 giugno del 1965, Bob Dylan registra la track definitiva di “Like A Rolling Stone“.
Cover photo by Xavier Badosa – CC BY 2.0
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