Alcolista, tossicodipendente, da anni alle prese con gravi problemi di salute, Chris si deve arrendere a una polmonite che lo stronca, in pochi giorni, all’età di 39 anni.
Proprio nella natia Birmingham, Chris Wood inizia la sua carriera musicale. Nel 1967 alla Elbow Room incontra Steve Winwood e con lui inventa i Traffic.
Suona in tutti i 10 album ufficiali del gruppo, partecipa con Winwood alle session del leggendario Electric Ladyland di Jimi Hendrix, si unisce alla band di Ginger Baker, suona con John Martyn, parte per l’America per un tour insieme a Dr. John. Lì, si innamora e sposa una delle coriste del dottore di New Orleans (la bella Jeanette Jacobs). Poi, ritorna in Inghilterra.
Mette in piedi un suo studio di registrazione a Birmingham e inizia a lavorare a Vulcan, e cioè a quello che avrebbe dovuto essere il suo primo album solista.
Ma la salute comincia a rendergli la vita difficile.
Il 1 gennaio del 1982 la ex-moglie Jeanette muore improvvisamente. Chris, che le era molto attaccato, è sconvolto e da quel momento, inizia la sua inarrestabile discesa verso il fondo.
Di lui, si ricordano le delicate melodie suonate al flauto e i folgoranti assolo di sax. Con i Traffic, è assolutamente indimenticabile la versione neo-folk della ballad tradizionale “John Barleycorn“, presente nella cultura anglo-scoto-irlandese, e incentrata su un personaggio popolare che è poi lo spirito e l’incarnazione della birra e del whisky proprio come la metafora usata nell’omonimo romanzo di Jack London contro l’alcolismo.
Cover photo by Jim Summaria – CC BY-SA 3.0
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