Sul piccolo palco del locale gestito da Mike Porco, oltre a tanti aspiranti folksinger, salgono spesso nuovi protagonisti della musica folk americana: da Dave Van Ronk a Pete Seeger, da Peter, Paul & Mary a Joan Baez.
Stasera, è previsto lo show del leggendario bluesman John Lee Hooker.
Ad aprire lo spettacolo, c’è però un giovane (non ancora ventenne) del Minnesota, un certo Robert Zimmerman, giunto nella Grande Mela solo qualche mese prima, per seguire le orme del suo idolo, Woody Guthrie.
Anzi, dato che Woody, affetto da una grave malattia neurologica degenerativa (la Corea di Huntington), è ricoverato al Brooklyn State Hospital, quella è anche l’occasione per andare a trovarlo e per fargli ascoltare le sue canzoni. Dopo aver militato nella band di Bobby Vee, questo ragazzo ha infatti conosciuto gli amici di Woody Guthrie: i folksinger Pete Seeger, Cisco Houston, Peter La Farge e Rambling Jack Elliott.
Tutti hanno notato in lui un talento speciale: scrive testi poetici, diretti ed efficaci come nessuno ha mai saputo fare prima. E, a proposito di poesia, ha deciso di cambiare il suo nome facendo un omaggio allo scrittore gallese Dylan Thomas.
E così, Robert Zimmerman è diventato Bob Dylan.
Quando sale sul palco del Folk City, Dylan incanta subito i presenti con una versione speciale di “The House Of The Rising Sun” e con una canzone affettuosa, “Song To Woody”, dedicata proprio al suo grande eroe, Woody Guthrie.
Cover photo by Xavier Badosa – CC BY 2.0
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