Lo sa bene Lewis Brian Hopkin Jones, vent’anni, chitarrista bianco con una enorme passione per la musica nera. Anche per questo, si fa chiamare Elmo Lewis sperando che qualcuno possa pensare che lui, il blues, ce l’abbia davvero nel sangue. Quando sale sul palco dello Ealing, Brian “Elmo” Jones ha al suo fianco il grande Alexis Korner. Dietro di loro, alla batteria, c’è un giovane jazzista che si chiama Charlie Watts.
Insieme, attaccano un classico di Elmore James, “Dust My Broom”. È in quel momento che entrano in sala due giovani amici londinesi, entrambi (come Brian) super appassionati della Musica del Diavolo. Si chiamano Mick Jagger e Keith Richards e hanno una sola cosa in testa: formare una Rock band.
Così, quando sentono quel ragazzino biondo suonare benissimo la chitarra slide rimangono folgorati: Brian è il tipo che fa per loro. Pure il batterista non è male. Prendono il coraggio a due mani, li avvicinano e fissano un appuntamento per il giorno successivo.
Neanche due mesi dopo, saranno tutti insieme sul palco di un altro leggendario music club londinese, il Marquee. Quando l’impresario del locale telefona a Brian Jones per sapere il nome della sua band, il ragazzo biondo prende tempo. “Poi”, dice, “ho notato che, sul pavimento, c’era un LP, il “Greatest Hits” di Muddy Waters. Il primo brano della track list era “Rollin’ Stone Blues“. Ho avuto un lampo di genio e gli ho detto: ok, noi siamo… The Rolling Stones“.
Cover photo by Jim Pietryga – CC BY-SA 3.0
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