14 date consecutive, con relative registrazioni) che hanno deciso di organizzare nella famosa sala concerti londinese, una delle più ambite di tutta Europa.
Non ci guadagneranno una sterlina: l’incasso delle serate è stato infatti destinato a 13 organizzazioni di beneficenza selezionate, una ad una, dagli stessi Pink Floyd. Il pubblico ha bruciato i biglietti in vendita nel giro di poche ore.
C’è tanta attesa per gli show e un grande entusiasmo da parte dei fan. Eppure, solo pochi minuti dopo l’inizio del concerto (per la precisione, dopo le prime battute di “Shine On You Crazy Diamond” accade l’imprevedibile.
Sugli effetti sonici e visivi del gruppo di Gilmour e soci, gli occupanti della sezione 9 della platea (circa 1200 persone) sentono i sedili traballare. Non si tratta, però, dell’ultima trovata scenica dei Floyd: la tribuna crolla improvvisamente e sono qualche centinaio gli appassionati che si ritrovano sbalzati, da oltre tre metri, a terra. 96 persone rimangono ferite e 36 necessitano il ricovero in ospedale. Il concerto è prima interrotto e poi definitivamente cancellato, anche se l’intera sezione 9 viene riparata in tempo per non spostare gli spettacoli dei giorni successivi.
“Siamo costernati e solidali verso tutte le persone ferite”, dichiara David Gilmour, una volta resosi conto dello scampato pericolo per tutti, “Sono dispiaciuto ma anche incavolato: è andata bene che nessuno ci abbia lasciato la pelle …”.
Lo show cancellato viene recuperato nel giorno di riposo previsto salvando, in questo modo, anche gli incassi promessi alle organizzazioni benefiche.
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