Parlare di Monk è come parlare di Duke Ellington, Charles Mingus, Louis Armstrong, cioé quei veri e propri “padri del Jazz” non solo per motivi anagrafici o di talento, ma anche perché hanno letteralmente scritto la maggior parte di quei brani che oggi chiamiamo “standard“.
In questo, Monk era una vera e propria “discografia vivente” e la sua esperienza nelle esibizioni dal vivo non era certo qualcosa che si accumula da un giorno all’altro, parliamo di live che oggi sono quasi “mitologici”.
All’inizio degli anni ’60 Monk era già “il grande Monk”, classe ’17 aveva già più di 40 anni e già tutta la produzione per Blue Note, Prestige e Riverside Records alle spalle (nel ’62 firma per la Columbia, con cui scriverà altre gloriose pagine di Musica) che comprende alcuni album pietre miliari del genere e anche molte esibizioni dal vivo in tutto il mondo.
Forte di questa esperienza, era spesso una fonte di consigli per i musicisti che suonavano con lui e uno di loro, il famoso sassofonista Steve Lacy, ebbe la buona idea di appuntare su carta molti di questi “advice“, su un foglio che caso vuole sia sopravvisuto fino ai giorni nostri.
Datato 1960 (l’anno precedente era uscito l’album Reflections di Lacy, sottotitolato non a caso Steve Lacy Plays Thelonious Monk), il documento manoscritto riporta una ventina di “dritte” che Monk dava solitamente ai suoi colleghi sul palco, alcune facilmente interpretabili, altre forse un po’ più criptiche (noi stessi abbiamo cercato di unire alcune brevi frasi secondo la nostra lettura d’insieme).
Vediamole, ma prima ecco la foto in tutta la sua rude bellezza di appunto:
1. Solo perché non suoni la batteria, non significa che non devi tenere il tempo.
2. Tieni il tempo con il piede e canta la melodia nella tua testa mentre suoni.
3. Smettila di suonare tutte quelle note strane (quelle stronzate), suona la melodia!
4. Fai suonare bene il batterista (si riferisce all’interplay)
5. La capacità di giudizio è importante. (“discrimination” nel senso di saper fare le giuste scelte, non solo musicali). Per capirlo lo devi capire… capisci? Sii sempre consapevole. (difficile interpretare il nome di Monk tra parentesi con la freccia arcuata in avanti. Forse l’essere sempre in anticipo su se stessi o proprio rispetto a Monk o cercare sempre di superarlo?)
6. Ci deve essere la notte, altrimenti non ci sarebbero le luci (potrebbe riferirsi ai silenzi tanto importanti quanto le note suonate?)
7. Solleviamo il palcoscenico! (forse collegato alla frase successiva, forse come impeto a dare il massimo)
8. Voglio evitare i disturbatori. (un “heckler” è un provocatore patologico, che interrompe comizi o live, oggi in rete li chiameremmo haters o troll)
9. Non suonare la parte di pianoforte, quella la suono io. Non ascoltare me, io dovrei solo accompagnarti. (curioso qui ricordare l’alterco che ebbe con Miles Davis durante le registrazioni di Bags’ Groove dopo che Miles gli chiese di non suonare sotto i suoi assoli)
10. L’inciso della canzone è ciò che fa suonare bene tutto il resto. (concetto estremizzato per far capire che ciò che fa da legante interno al brano sorregge la sua struttura più esterna e in vista)
11. Non suonare sempre tutto. Lascia che certe cose vadano avanti da sole. Certa musica deve essere solo immaginata. Quello che non suoni può essere più importante di quello che suoni. Lascia che vogliano di più. (gli spettatori ovviamente)
12. Una nota può essere piccola come uno spillo o grande come tutto il mondo, dipende dalla tua immaginazione.
13. Tieniti sempre in forma. A volte un musicista aspetta un ingaggio e quando arriva è fuori allenamento e non ce la fa.
14. Quando stai ‘swingando’, cerca di ‘swingare’ ancora di più.
15. Cosa dovresti indossare stasera? Sii il più elegante possibile!
16. Non chiedere ingaggi a nessuno. Semplicemente, sii sempre presente sulla scena.
17. Certi brani sono stati scritti per avere qualcosa da suonare e far venire alle prove i musicisti.
18. L’assolo è il tuo momento, se non hai voglia di suonare… racconta una barzelletta o balla, ma ricorda, sei al centro dell’attenzione! (dedicato a un batterista che non voleva fare l’assolo).
19. Qualsiasi cosa pensi non si possa fare, prima o poi qualcuno la farà.
20. Un genio è colui che riesce a essere se stesso fino in fondo.
21. Hanno cercato di farmi odiare i bianchi, ma qualcuno gli ha sempre rovinato la festa. (ricordiamo che Monk fu vittima dei manganelli di poliziotti razzisti nel 1958. In quell’occasione era insieme alla sua più grande amica, forse amante, la Baronessa Pannonica de Koenigswarter, a cui dedicò il famoso brano “Pannonica“)
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