Chiunque abbia un account su questi social sa benissimo di cosa parliamo: basta scrollare per pochi minuti e bam, sei già incastrato nel loop di qualche canzone virale che ti ritrovi a canticchiare per tutto il giorno (o che senti canticchiare agli altri, tuo malgrado…).
TikTok è, in effetti, diventato un nuovo Re Mida della musica. Se una canzone riesce a diventare virale sulla piattaforma, è fatta: milioni di persone la ascoltano, la condividono, la remixano, e boom, il pezzo esplode anche su Spotify, Apple Music e le altre piattaforme di streaming.
Pensiamo a casi come “Deja Vu” di Olivia Rodrigo o a “Montero (Call Me By Your Name)” di Lil Nas X.
Ma attenzione, non si parla sempre di artisti catalogati come fenomeni “per giovanissimi”, pensiamo ad esempio anche al nostrano – e rispettatissimo – Ludovico Einaudi, che ha visto la sua “Experience” piombare in innumerevoli video cosiddetti inspirational.
Insomma, queste piattaforme non prediligono solo la Trap o altri generi spesso considerati mordi e fuggi ed è a volte imprevedibile cosa diventerà virale da un giorno all’altro.
Questi successi, inoltre, hanno dimostrato alla musica commerciale (avrà ancora senso usare questo termine oggi? NdR) che adesso, se vuoi sfondare, non basta più avere una canzone catchy o un video musicale patinato; devi anche riuscire a entrare nelle dinamiche di queste nuove piattaforme.
Last but not least, qualche volta succede che un vecchio brano, magari poco conosciuto dai più giovani e riscoperto grazie ad un reel virale, una serie tv o altro, torni prepotentemente in auge e se l’artista che lo ha composto è ancora è vivo e vegeto, e soprattutto ne detiene i diritti, sicuramente non è per lui/lei un male, anzi, può essere una “nuova giovinezza” (anche economica).
Nuovi modi di fare musica
Le piattaforme come TikTok hanno anche cambiato il modo in cui la musica viene prodotta.
Adesso gli artisti e i produttori sono molto più attenti a creare pezzi che possano funzionare bene in un video di 15 secondi.
Drop potenti, ritornelli catchy, testi facili da memorizzare e da mettere in caption: tutto è studiato per catturare l’attenzione in pochi secondi. È l’era dei “banger” da 15 secondi, dove non importa tanto (forse nulla…) il contenuto della canzone, quanto la sua capacità di diventare un trend e legarsi a una determinata corrente di video con stile e contenuti simili (virali anch’essi, ovviamente).
Da zero a eroi
Se prima per farsi notare serviva un contratto discografico, oggi basta un po’ di creatività e tanta fortuna. Oppure, chiaramente, un buon investimento e dei bravi social media manager.
TikTok ha, in ogni caso, in parte “democratizzato” il successo musicale: artisti in erba o all’inizio della propria carriera oggi possono esplodere grazie a un singolo video virale. Ovvio, non è sempre esattamente così, ma è ad esempio il caso di artisti come Doja Cat, Sam Ryder e molti altri.
Non solo, artisti che hanno già calcato il palco di qualche importante kermesse nazionale, basano moltissimo della propria notorietà sulle piattaforme come Tik Tok, pensiamo ad esempio ai nostri Tananai e Rose Villain.
Ovviamente, tutto questo ha messo in crisi i meccanismi tradizionali dell’industria musicale. Le (sopravvissute) etichette discografiche si sono dovute adattare alla nuova realtà, cercando di capire come sfruttare a loro vantaggio questi nuovi canali.
Molte hanno iniziato a investire direttamente nelle piattaforme social, collaborando con influencer e creator per spingere le loro nuove uscite. Un qualcosa di non miolto diverso dal ristorante che chiama l’influencer per farsi pubblicità, ma di sicuro in campo musicale non basta pagargli una cena…
Il solito pippone, che conoscete bene
Ci tocca concludere così, in modo banale e grazie al c***o style, ma d’altronde questo è il piatto e questo dobbiamo ingoiare.
Non è tutto rose e fiori, ma lo sapete già: il rischio è che la musica diventi sempre più “usa e getta“, focalizzata solo sul breve termine, senza la possibilità di sviluppare carriere durature.
Vabbé, ma diciamolo, non è così da ieri. Già prima di Tik Tok – ad esempio già venti anni fa con le “suonerie” – la musica cercava di guadagnare facendo a brandelli la sua arte… Già da tanti anni, le carriere durature non sono viste di buon occhio da chi muove i fili.
Insomma, che ci piaccia o no, il mondo della musica è cambiato e continuerà a cambiare. Le piattaforme come TikTok hanno aperto nuove strade, ma hanno anche posto nuove sfide. La musica è diventata più accessibile, più immediata, ma anche più volatile.
Quello che è certo è che, in questa nuova era, la capacità di adattarsi è fondamentale, cercando magari di condividere il più possibile il “bene” (ma qui identificatelo voi, potremmo discuterne per mesi…).
Il futuro della musica è un mix tra creatività, trend e, soprattutto, tanta voglia di scrollare (finché la tecnologia non ci farà fare altro).
Cover Photo by Brett Jordan - CC BY 4.0
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