Annessi e connessi che a volte prevedevano l’uso di una penna bic e tanta pazienza per riavvolgere il nastro, nonché tanti piccoli inconvenienti che potevano capitare all’interno del nostro amato walkman, nell’autoradio o anche in una piastra professionale… ma nonostante questo, chiunque ha vissuto gli anni ’80 e ’90 non potrà mai smettere di portare nel cuore la musicassetta, una delle più grandi invenzioni del mercato musicale.
Un’invenzione geniale
Merito di tutto ciò si deve a Lou Ottens, all’epoca capo dello sviluppo dei prodotti presso la filiale belga di Hasselt del colosso Philips, che negli anni ’60 sviluppò questa nuova tecnologia su nastro magnetico, un nastro assai più piccolo di quello delle grandi bobine che si erano viste fino ad allora.
L’invenzione consentì per la prima volta di avere in tasca la musica e un intero “long playing”, cosa che non era certo possibile con i dischi in vinile, malgrado siano esistiti alcuni lettori portatili e fonovaligie, ma il tutto a dir poco scomodo.
In più, fu il primo supporto alla portata di tutti in grado di poter essere duplicato e questo, nel bene o nel male, dette vita a un’enorme circolazione di musica soprattutto tra i giovani e tra coloro che non potevano permettersi un impianto Hi Fi vecchio stampo, costoso e ingombrante.
L’invenzione di Ottens fu un grande successo in tutto il mondo e dal lancio, avvenuto il 30 agosto del ’63 al Berlin Radio Show, sono state vendute più di 100 miliardi di cassette!
Tutto questo prima dell’avvento del CD… e chi c’era tra i progettisti di questa nuova tecnologia digitale? Manco a dirlo proprio lo stesso Ottens, che continuava a perseguire i suoi scopi di musica in alta qualità ma nel formato più comodo e portatile possibile.
Una vita da inventore senza freni
Lodewijk Frederik (Lou) Ottens, classe 1926, ha ricoperto vari ruoli nella sua vita: ingegnere, manager… ma prima di tutto inventore.
Ottens ha legato la sua attività alla Philips per tutta la sua carriera, come suddetto ha iniziato nella fabbrica di Hasselt come capo del dipartimento di sviluppo del prodotto e in seguito è diventato direttore dello stesso stabilimento e poi direttore della Divisione Audio del marchio (periodo in cui si posero le basi per l’invenzione del CD).
Successivamente prese le redini anche della Divisione Video, negli anni in cui fu introdotto il Video 2000, una tecnologia di riproduzione video a nastro che però perse il confronto contro il sistema rivale VHS nella guerra sulle videocassette.
Negli ultimi anni della sua carriera, Ottens è stato responsabile di un progetto che mirava a migliorare la logistica industriale nelle divisioni consumer della Philips.
Prima di tutto questo, però, il giovanissimo Lou si era dilettato, durante la seconda guerra mondiale, nella costruzione di una radio che usava per ascoltare di nascosto le trasmissioni di Radio Oranje (programma radiofonico dell’esiliato governo olandese). La radio aveva una primitiva antenna direzionale progettata per evitare le fonti di disturbo tedesche.
Dopo la guerra e durante gli studi di ingegneria, per guadagnare qualche soldo in più lavorò per tre anni come disegnatore in una fabbrica di apparecchi a raggi X.
Insomma, una mente geniale e creativa in qualsiasi ambito!
Musicassetta… o semplicemente cassetta
L’idea della cassetta, come tutti l’abbiamo chiamata in maniera informale e sicuramente sprecisa, ma con tanto affetto, venne a Ottens esattamente perché era stufo di vedere solo grandi bobine intrasportabili in circolazione, doveva esserci il modo di mettere la musica su qualcosa di più comodo da portarsi dietro e lo trovò.
Questo piccolo ma prezioso oggetto è composto sostanzialmente da un paio di piccole bobine chiuse in un contenitore di plastica.
Il nastro magnetico viene letto da una testina che converte il segnale magnetico in elettrico ed è utilizzabile da entrambi i lati, da cui il “lato A” e il “lato B” esattamente come sui dischi in vinile.
Pur tuttavia rispetto a questi ultimi la cassetta si mostrò più malleabile in fatto di minutaggio (fino a 60 minuti per lato con le C120) e soprattutto era un supporto che non solo poteva riprodurre musica, ma poteva anche servire alla registrazione, sovrascritture comprese (anche se chiaramente a danno della qualità).
Per evitare sovrascritture accidentali, infatti, la cassetta aveva sul lato superiore due piccole linguette di plastica che una volta rimosse attivavano il sistema di protezione dalla cancellazione del contenuto sul nastro.
Il brevetto depositato dalla Philips parla di “Compact Cassette” e anche se nello stesso periodo uscirono sul mercato altre soluzioni portatili, come la cartuccia Stereo-8, niente ebbe minimamente lo stesso successo, tanto che almeno fino agli anni ’90 (e al cd) la cassetta non ha avuto praticamente rivali.
Non scordiamoci poi l’inizio della vendita delle cassette “vergini”, un mercato a dir poco enorme che portò a livelli mai visti prima la diffusione di contenuti audio.
Non solo musica sulle cassette
A prescindere dal fatto che chiaramente qualsiasi contenuto audio, anche non musicale, poteva finire su nastro (dai raccontastorie per bambini a corsi professionali a registrazioni top secret etc…), chi ha vissuto l’adolescenza negli anni ’80 certo ricorderà il loro uso nell’ambito dei videogame (le “Datassette“, ossia cassette di dati informatici) in particolare con i sistemi della Commodore (su tutti il C64), che facevano appunto uso delle cassette per “caricare” i giochi.
Oltretutto, era un ottimo modo per sviluppare la creatività dei ragazzi, visto che spesso ci voleva molto tempo per il caricamento e ci si inventava qualsiasi altro modo di ammazzare il tempo…
Dobbiamo quindi ringraziare Lou Ottens di questo magnifico e oramai nostalgico supporto analogico (piccola eccezione per le Digital Cassette, nate e morte all’inizio dei ’90), che ci ha regalato alcune delle sensazioni e dei ricordi più belli della nostra vita.
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