L’ascolto è stata una piacevolissima sorpresa, sono degli oggetti attuali, e che potrebbero tranquillamente sostituire elettroniche moderne. Un viaggio davvero molto interessante!
Nonostante siano passati quasi cinquant’anni dal loro debutto, pre e finale QUAD 44 e 405.2 continuano a rappresentare una delle accoppiate più apprezzate nella storia dell’alta fedeltà, grazie a una progettazione attenta, soluzioni tecniche fuori dagli schemi e una musicalità che ha attraversato le epoche restando attuale.
La storia della QUAD affonda le radici nel 1936, quando Peter James Walker, giovane sassofonista britannico, fondò la Acoustical Manufacturing Company per soddisfare l’esigenza di amplificare concerti all’aperto.
La sua inclinazione alla progettazione audio, dapprima dedicata alla sonorizzazione professionale, si indirizzò nel dopoguerra all’hi-fi domestico, con apparecchi via via più raffinati, fino alla nascita del marchio QUAD nel 1951.
Il pre QUAD 44 e il finale 405 nascono nel cuore degli anni ’70, in un periodo dominato dalla competizione con le elettroniche giapponesi e americane. Il 405, presentato nel 1975 al congresso dell’Audio Engineering Society, introduce la circuitazione Current Dumping, capace di fornire 100W per canale con un’efficienza termica elevata e una distorsione contenuta.
Poco dopo arriva il pre 44, una macchina modulare e compatta che propone controlli di tono non convenzionali, come il Tilt, il filtro Bass e il sofisticato Filter Control, più vicini a strumenti professionali che a quelli dell’hi-fi consumer.
I due apparecchi sono concepiti secondo una filosofia di semplicità funzionale, con dimensioni ridotte, assenza di fronzoli estetici e interfacce sobrie. Walker sceglie connettori DIN per ottimizzare lo spazio e alimenta il finale direttamente dal pre, eliminando il tasto di accensione. Scelte progettuali che all’epoca apparivano eccentriche ma che oggi si leggono come anticipazioni del concetto di Plug&Play.
L’ascolto del sistema rivela un suono elegante, controllato, timbricamente equilibrato. Non è un impianto per chi cerca spettacolarità sonora, ma piuttosto per chi apprezza una resa musicale coerente, composta, capace di adattarsi con disinvoltura a generi differenti e anche a diffusori impegnativi.
L’unica vera concessione al passato è l’assenza di un telecomando per il volume, ma per il resto la coppia 44/405.2 ha ancora molto da dire, specialmente se affiancata a diffusori british come Harbeth o Rogers.
Il fascino di questi apparecchi va oltre le specifiche tecniche – che restano comunque di ottimo livello – ed è da ricercarsi nella cura progettuale, nell’equilibrio e in un design sobrio e raffinato che li ha resi così longevi.
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