Un 82enne giapponese di nome Takao Morita, non contento che nel suo costosissimo impianto Hi-Fi casalingo potessero infiltrarsi anche minimi rumori indesiderati (secondo lui provenienti da apparecchi elettrici usati dai vicini di casa che “abusavano” della stessa linea elettrica), è ricorso ad una soluzione che definire estrema è poco: far installare un pilone elettrico privato alto 12 metri nel giardino di casa, con collegamento diretto alla rete!
Ora, è pur vero che il suono “è” corrente elettrica, cioé, la qualità sonora dipende anche molto da come la corrente è filtrata e resa “pulita” per le macchine che compongono il nostro impianto.
Per questo esistono prodotti appositi per stabilizzare e/o “rigenerare” la corrente e così prevenire disturbi, così com’è vero che molti apparecchi Hi-Fi traggono beneficio dall’avere un alimentatore esterno di qualità, il che oltre a prevenire rumori di fondo migliora anche le doti sonore dell’oggetto stesso e dell’ascolto musicale che ne deriva.
Pur tuttavia, in questo caso si è ricorsi ad una soluzione piuttosto sopra le righe e non poco onerosa, visto che il tutto è costato al buon Morita più o meno 10.000 dollari!
Ovviamente, vi assicuriamo che Mr. Morita non è il solo (ebbene si!) ad essere ricorso a sistemi simili o così estremi, per quanto raramente sia successo. E siamo sicuri che adesso la qualità della corrente che arriva al suo impianto sia decisamente al riparo da qualsiasi interferenza.
A suo dire, un brano come “I’m in love with my car” dei Queen su vinile adesso ha una parte vocale che prende letteralmente vita (e pensare che è il pur buon Roger Taylor, e non Freddie Mercury, a cantarla! NdR).
Che dire, spesso l’audiofilia ci ricorda il motto di startrekkiana memoria “là dove nessuno è mai giunto prima“.
Noi, amanti del suono, restiamo fedeli a una visione decisamente meno estrema, anche se ci esaltiamo spesso di fronte all’alta qualità dell’Hi-Fi. Chissà però, la domanda è lecita, che ne pensano le mogli di questi appassionati pionieri del suono…
Fonte originale: The Wall Street Journal
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