Boomer? Ebbene si! Sono fra i molti che negli anni ‘70 nella sala di casa aveva un impianto hi-fi, composto gradualmente leggendo e ascoltando molto, a discapito di altre spese.
Sapevamo tutti quanto fosse importante la qualità delle sorgenti (allora giradischi, radio e registratore a cassette, quelli a bobine erano privilegio degli impianti più costosi nonché scomodi) e cercavamo di migliorare sempre un po’… a volte prendendo fregature clamorose.
Effetto nostalgia
In quel periodo puntavamo su amplificatori con un buon rapporto qualità/prezzo, perché l’investimento maggiore era destinato alle casse acustiche.
Infatti allora la produzione era fatta quasi esclusivamente nei paesi “industrializzati”, quindi i prezzi dei prodotti risentivano dei costi di componentistica e di manodopera.
Facevamo ascolti selettivi/formativi nelle fiere, nei negozi specializzati (giuro che ce n’erano molti!) e/o a casa degli amici più abbienti, ascolti che diventavano sempre più affinati.
Ci formavamo tecnicamente su riviste specializzate quali Suono e AudioReview con lettura famelica di recensioni e schede tecniche sino al voyeurismo di risposte in frequenza in camera anecoica: sicuramente meglio di chiacchiere/pareri/impressioni ma sottovalutando l’interazione fra casse acustiche e ambiente.
Cambiano i tempi
La cassetta aveva il limite di 40dB (…spesso meno!) di rapporto segnale/rumore, ma era il supporto audio più diffuso: era facilmente portatile; era scambiabile e potevamo creare compilation personali.
Tranne il dolby (dbx o altri sistemi di n.r.), non c’era nessun processing, ascoltavamo il semplice rumore di fondo analogico, al quale il nostro sistema uditivo si adeguava rapidamente.
E ora che la tecnologia costa veramente poco, assisto al massacro del suono a iniziare dai famigerati e pesanti algoritmi MP3 et similia, per terminare con lo spaccio di ignobili soundbar per l’ascolto! Provate ad ascoltarci un piccolo ensemble acustico, magari dopo un concerto, poi capirete cosa mi fa inquietare assai!
Dopo la lacrimuccia di nostalgia torno ai miei amici che mi dicono spesso «»tu hai degli ottimi monitor in studio che non potremo mai portare a casa… cosa ci consigli di comprare per ascoltare bene in casa?
Rimango spiazzato perché ora l’hifi è quasi esclusivamente costosa (o dovrei dire esoterica?) e non c’è più la proposta per diverse fasce di prezzo dello scorso millennio!
Buoni ascolti senza dover accendere un mutuo
In questi giorni dal professionale mi è arrivata per loro una soluzione interessantissima e italiana: Ik Multimedia iLoud® Micro Monitor PRO.
Sono gli eredi (maschile perché parlo di monitor, non di casse acustiche) dei Micro Monitor, ma più potenti (50W cad. contro 50W la coppia), con driver e in grado di erogare una pressione sonora maggiore di oltre 8dB (ricordate che il dB è logaritmico!) e con una risposta in frequenza più estesa e, ciliegina sulla torta, la taratura!
Infatti, il vero PLUS è il software X-MONITOR e il microfono di taratura ARC, fornito in dotazione.
La taratura non è una tortura
Cosa devono fare (senza impazzire) i miei amici patiti di Hi-Fi?
Iniziamo collegando i due cavi USB fra i monitor e il PC e il microfono ARC con un buon cavo XLR-XLR all’ingresso XLR di un monitor per volta.
In questo modo possiamo fare un’accurata analisi dei monitor nella loro posizione, con 4 misure per ogni monitor, tramite sweep la cui media è calcolata e mostrata in X-MONITOR.
La cosa interessante è l’efficienza dell’intervento; negli screenshot allegati potete vedere come le irregolarità (dovuta all’interazione con l’ambiente) rendono necessario un intervento di X-MONITOR per salvaguardare la linearità.
In pochi minuti create una memoria che diventa attiva sempre ed è richiamabile per quella posizione e indipendente per i due monitor con ascolto linearizzato. Bisogna rifare la taratura e creare un nuovo preset solo se spostate i monitor (magari momentaneamente in un’altra stanza) e/o ciò che li circonda (libri, vasi, mobili o quant’altro).
Volendo, potete anche ritoccare la risposta con gli interventi del Contour. LF EXT estensione in basso fino a 50Hz o 80Hz; LF 50∼400Hz (+6∼-10dB); MID 500∼5000Hz (+4∼-4dB); HF 2k∼15kHz (+6∼-6dB) infine DESK che fa un intervento per ridurre l’influenza nella risposta provocata dai mixer (per chi li usa ancora), ma potrebbe essere una mensola.
Infine tramite Voice c’è la possibilità di richiamare una serie di preset elaborati con i monitor e le casse hifi più diffusi.
Suonano bene!
Per chi non mi avesse già letto: sono musicalmente onnivoro, ascolto veramente tutto e la mia collezione di vinili e CD ha album per ogni genere musicale, dall’antica alla contemporanea, scelte fra conservatori e scuole on the road e/o rehearsal room, brani scritti e/o tramandati.
Quindi ho effettuato ascolti approfonditi almeno in formato CD (WAV 16/44.1) di diversi materiali sonori e affermo che questi monitor sono la risposta migliore (senza vendere un rene) per precisione timbrica e hanno un ingombro che potrebbe far non alterare le signore!
Mi hanno stupito in particolare i bassi lineari e senza boominess, inaspettato da un monitor così compatto e con driver da soli 3.5” (89mm), nonché gli alti molto naturali
Piccola nota sul boominess: termine per indicare il rigonfiamento innaturale dei bassi, un trucco usato da diversi costruttori per dare un’idea di maggior potenza alle frequenze inferiori ma a scapito dell’impulso, ossia l’attacco musicale/transienti elettronici!
Due dritte per gli ascolti:
- in vinile: Pilar Almalé
- in CD: Federica Ottombrino
Ah, ho effettuato anche qualche mix, ma l’arte di traslare di questi monitor sarà presentato in un prossimo articolo, specifico per i pro.
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