Ho potuto avere questo paio di casse per un lunghissimo periodo di tempo e questo mi ha permesso di utilizzarle veramente tutti i giorni in un contesto semi-professionale, prettamente casalingo, che è una situazione molto comune oggi sia per musicisti, producer in erba o per chi non ha ancora uno studio suo.
Le iLoud MTM di IK Multimedia sono quindi state protagoniste con gli ascolti dei miei album di riferimento, piccole lavorazioni audio e soprattutto monitoring di suoni per sistemi digitali e sistemi ibridi.
Attualmente fanno ancora parte del mio setup standard e sono stati il check sonoro finale dei vari test visti durante il 2023 qui su Musicoff, vediamo quali sono i punti di forza di queste casse.
Design e Form Factor sono vincenti
Uno dei fattori estremamente vincenti delle iLoud è stato in primis quello della forme, che racchiude uno dei migliori rapporti di dimensioni/prestazioni che possiamo trovare su una fascia medio-alta.
Le iLoud MTM occupano uno spazio che è infimo e possono essere messe ai lati di una qualsiasi scrivania senza impattare gravemente sullo spazio occupato, sia in verticale che in orizzontale.
Questo perchè sono posizionabili (con l’ accessorio presente in confezione) in entrambe le posizioni. Se messe in orizzontale, sono ulteriormente regolabili per gestire la direzionalità del cono, permettendo sempre di disaccoppiare le casse dalla scrivania (oltre al poter attivare la modalità audio desk).
Solo un altro paio di casse hanno avuto queste possibilità in ambito di form factor, e parliamo delle ART RM5 che abbiamo visto qualche anno fa, che con un form factor sensibilmente diverso ma comunque efficace.
Attualmente, insieme alle Genelec 8020, le iLoud sono quelle con il miglior form factor per le situazioni di spazi ristretti, essendo ambedue coppie di casse bi-amplificate con connessione bilanciata diretta (quindi senza RCA).
Come suonano
La prima caratteristica che salta all’ orecchio è una quantità di volume notevole, sono casse che in un ambiente di home studio vanno tenute a bada; l’amplificatore lavora bene e non va facilmente in distorsione (ma nel caso ci avverte attraverso il cambio di colore del led della cassa).
Restituiscono una buona quantità di dettagli, rapportate alle ovvie dimensioni e alla costruzione, che non significa che sia dozzinale, ma dei monitor che permettano un ascolto “di fino” o “realistico” sono di solito più grossi e pesanti.
Teniamo conto che un paio di Adam A77, che fanno un po’ da “sorelle maggiori”, pesano circa 35 kg, oppure le S3H che sono le top di gamma del brand pesano circa 50 kg.
Possiamo trovare alcune prevedibili mancanze sugli estremi di banda, non scendono benissimo sotto i 60 Hz e oltre i 15 kHz cominciamo già ad avere un calo considerevole, ma è abbastanza per lavorare sui suoni e chiudere dei mix in contesti amatoriali e semi-professionali, avendo anche un suono abbastanza “in avanti” sul mid range.
Non è possibile chiedere di più in termini sonori per come è stata progettata questo tipo di cassa, avere questo risultato in un paio di monitor che si posso mettere tranquillamente in uno zaino è già ottimo, fino ad alcuni anni fa ciò era pura utopia.
La tecnologia di calibrazione è il vero game changer
Il vanto di questi monitor è nella loro calibrazione automatica attraverso il microfono ARC che viene fornito in dotazione.
Il funzionamento è molto semplice, si posizione il microfono nella posizione di ascolto e attivando la calibrazione la cassa invierà un segnale che captato dal microfono. Il DSP effettuerà così le dovute modifiche alla curva di risposta.
La calibrazione fa prima di tutto una correzione sulle basse frequenze, che sono il primo “nemico” degli studi non trattati, abbassando il volume delle frequenze approssimativamente tra i 100 e i 200 Hz e alzando il volume delle frequenze che vanno tra 1kHz e 2 kHz, con varie variazioni sul tema nel restante spettro di frequenze (nel mio caso il lavoro più corposo è stato in questi due range).
Il risultato è un suono meno “muddy” e con una messa a fuoco e una precisione maggiori; ha fatto la differenza contando che tutto il sistema avviene in automatico e senza utilizzare una daw o un plugin, e che avviene in tempo reale.
L’unica cosa che ovviamente non può correggere è il riverbero della stanza, perché non si possono fare i miracoli, se la stanza è troppo “vuota” il riverbero rimane, dovete intervenire in ben altri modi, tenetelo bene a mente.
Conclusioni
Possiamo dire, con una certa dose di sicurezza, che queste casse sono una scelta molto consigliata, in primis per:
- Form factor
- Resa sonora
- Prezzo finale
Il costo non è certo alto per tutte le problematiche che riescono a risolvere. Certo, le correzioni software difficilmente sostituiscono uno studio ben sonorizzato, ma con queste si può evitare di abusare di plugin di correzione che possono inficiare le prestazioni della vostra macchina in fase di recording o pesare sulla sessione di mix.
Difficile trovare di meglio, vanno fatti i complimenti a IK Multimedia per aver fatto un prodotto funzionale, facile da usare, ben suonante a un prezzo tutto sommato accessibile.
Valgono quindi la spesa?
Parliamo di un investimento di media importanza, siamo all’incirca sulle 350 euro cadauna, a discrezione del negozio dove le trovate, a volte è stato possibile vederle anche prezzi inferiori.
Il ragionamento sul prezzo va fatto in parallelo ad altre spese che si affrontano in questo caso e di ulteriore logistica del caso, ma andiamo con ordine.
Se putacaso vi trovaste in situazioni di affitto dove non potete effettivamente avere un allestimento studio con pannellature e/o spazio utile per poter posizionare le casse alla giusta distanza, la soluzione della calibrazione diventa un fattore quasi dominante nella scelta dei monitor; tranne che per questioni di riverbero, è possibile ottenere risultati in maniera molto più semplice ed economica che mettere i pannelli in autonomia (soprattutto se non si hanno le conoscenze necessarie, l’ambito è molto molto complesso).
Quindi spendere oggi quasi 700 euro per una soluzione che vi permette di lavorare immediatamente in maniera utile ed efficiente, non è un prezzo troppo alto; un paio di buoni monitor costano dalle 400 euro a salire e la mole di pannelli che servono di solito hanno un costo anche doppio o triplo.
Ovviamente, parliamo di soluzioni che non sostituiscono del tutto una stanza sonorizzata adeguatamente ma diminuisce il gap di tantissimo rispetto a qualsivoglia lavoro “artigianale” in termini di resa o di “fai da te” in termini di tempo (dato che effettuare le misure e le calibrazioni, anche se vorreste farlo, vi porta via giorni se non settimane di tempo).
Per che tipi di persone questa casse hanno senso?
Il primo che possiamo definire come “Typical User” di queste casse è il producer che compone beat e piccole produzioni utilizzando strumenti virtuali. Per questo tipo di figura queste casse sono estremamente duttili perché permettono una pre-produzione senza sforzi e senza doversi troppo scapicollare nel balance degli strumenti, dato che permettono di velocizzare molto il lavoro.
Il secondo è il session man che deve consegnare una take per un progetto, che con questo paio di casse può produrre (con suoni reali o digitali) le take gia “utili” in un mix più o meno ovunque e in tempi stretti.
Il terzo e ultimo è lo studio che necessita di un secondo ascolto, ma uno studio che ha investito cifre considerevoli nella struttura e nell’ascolto primario (che potrebbero essere delle Adam di fascia alta, Genelec, Focal o ATC) e a cui quindi serve un secondo ascolto che sia convincente “quasi” come quelle ma che sia utile per provare i brani in un contesto, come abbiamo detto prima, più consumer .
Le iLoud MTM sono disponibili sia nere che bianche.
IK Multimedia è un marchio distribuito in Italia da Mogar Music
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