Il folk rock americano esiste ancora? Certo, è vivo e vegeto nonostante oltreoceano sembri essere esclusivamente un tripudio di hip hop e discutibili country girls e boy band dello stesso genere.
È un musicista classe ’74 a ricordacelo, che pubblica il suo secondo album solista – ma primo di interesse internazionale – alla non più giovane età di 37 anni: Jonathan Wilson.
Non che prima facesse il carpentiere, il “ragazzo” produce nel suo studio di registrazione ed è stato accanto a musicisti come Elvis Costello e Chris Robinson (Black Crowes), quindi è tutt’altro che l’ultimo arrivato. E ce lo conferma anche Roger Waters, che se lo sta portando in tour come secondo chitarrista e voce nei brani originariamente intonati da David Gilmour.
Il collegamento con Waters e la scorsa puntata della nostra rubrica, d’altronde, non è solo questo. Questo album è intitolato Gentle Spirit in risposta all’indifferenza, alla mancanza di sensibilità delle persone del mondo odierno, al “piattume” di emozioni che ci circonda, nascosto dietro estremi alti e bassi caratteriali totalmente di facciata. Che è un po’ la base da dove muoveva anche l’album di Waters visto mercoledì scorso.
Lo spirito gentile di Jonathan in questo disco si esprime al 100%, perché proprio con la parola “gentile” si possono descrivere le atmosfere che accarezza con la sua voce e la sua chitarra.
I brani hanno tutti delle melodie ben delineate, ma si dilatano spesso in ambienti che si potrebbero definire psichedelici, ma preferirei la parola lisergici, quasi “rituali” in certi frangenti.
A questo Gentle Spirit si sono poi aggiunti altri due album, il maggiormente elettrico Fanfare (2013) e il recentissimo Rare Birds (2018), tutti editi per la Bella Union.
Iniziate da qui, se vi colpirà potrete passare agli altri. Ma sono abbastanza sicuro che a molti di voi piacerà.
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