Lo scorso millennio, ma direi fino alla fine dello scorso decennio, le vendite di album musicali (disco, CD o cassetta originale) si accentravano nel periodo natalizio, riempiendo in modo armonico (industrial/cacofonico a parte) lo spazio sotto l’albero.
Ora lo streaming può avvenire in qualsiasi momento, comodo… anche se ciò ha portato anche alla riduzione della vita dei brani mainstream a sole 3 settimane… (quando va bene, NdR)
Ma il mainstream non è mai stato fra i miei ascolti, tranne per i tormentoni imposti dall’industria discografica e dai responsabili artistici (da mandare in pensione… insieme agli addetti alla Kultura)
L’introduzione serviva per farvi capire che parlerò di 3 proposte musicali che nascono dall’esigenza degli artisti di esprimersi, piuttosto che fare record di clickbait!
Francesco Bruno – Onitree
Inizio con Francesco Bruno che presenta Onirotree, un dialogo fra passato, tradizioni lontane e presente, in cerca delle tracce musicali dell’amore, realizzata con rivisitazione in chiave jazz di melodie tradizionali italiane, greche, francesi, sefardite, israeliane e brasiliane.
Questo lavoro si distingue per il suono molto raffinato espresso alla batteria da Marco Rovinelli e al contrabbasso da Andrea Colella che integrano le note ben ponderate nella loro essenzialità della chitarra di Francesco (che non incontro da anni, ma seguo sempre con attenzione).
Tuttavia trovo che il contributo più interessante sia dalla voce, spesso eterea ma senza diventare leziosa, di Silvia Lorenzo che interpreta in modo eccellente le articolazioni originali ed emozionali di ogni lingua, fin quasi a prevaricare il senso della parola a favore del suono
Crianza – Suoni a Sud
Scendiamo in Salento (anche se si inizia Rosa Balistreri e c’è Musicanova) con i Crianza ossia la buona educazione che si apprende in famiglia, menzionata spesso anche dal buon Peppe Servillo.
Il lavoro si avvale dei flauti di Gianluca Milanese che si intrecciano mirabilmente con gli interventi al violoncello di Marco Schiavone per dialogare insieme alle sonorità mediterranee e colorate del set percussivo di Vito De Lorenzi che fornisce spinta e/o ulteriore raffinatezza. Ma la chiara radice meridionale è evidenziata dal timbro genuinamente popolare e avvolgente di Alessandro Podo Brunetti.
Anche in questi brani confluisce jazz e tradizione sonica per un lavoro che scorre in modo fluido dall’inizio alla fine, alternando atmosfere eteree e sospese con altre più scure, stupendoci per come riesce a riscrivere standard come una pizzica.
Promenade
Scendiamo di età e ascoltiamo un progetto che gira intorno all’energia giovanile di musici 30enni. I Promenade nascono nel 2017 da Federico Campanello e Giordana Mori, per sperimentare tra sonorità Neo-Soul e Pop poi con l’apporto della chitarrista Anna Bielli c’è stata l’integrazione con fusion.
Dopo numerosi cambi, la formazione attuale vede: Giordana Mori (voce), Anna Bielli (chitarra), Giuseppe Scrima (tromba, mix engineer), Giorgio Belluscio (tastiere), Simone Ndiaye (basso) e Tommaso Testa (batteria).
Con questa nuova linfa nell’estate del 2021 il gruppo registra presso il 156 Road Studios il loro primo EP, durante la convivenza totale in studio per una settimana. Ciò ha consentito di unire l’alchimia musicale alla quotidianità e sperimentare nuove frontiere e integrazioni fra generi musicali (netti i richiami al prog, ecc).
Le tematiche dei brani raccontano di conversazioni introspettive, di problemi della crescita personale e di ciò che ci rende ancorati al presente, forse ormai obsoleto.
In questo EP si sente la fusione di generi e di idee, così come si sente l’attuale acerbĭtas tuttavia sintomo di un magma compositivo dal quale potranno uscire brani originali e raffinati.
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