Un gruppo ha autoprodotto il proprio CD e ce ne ha mandata una copia per essere recensita; prontamente ci mettiamo all’opera per addentrarci anche nel mondo della “musica giovane” quella che ancora non è nel mondo del grande business, ma che lotta per crearsi il suo spazio. Ecco Betatest, il terzo lavoro dei Body Language, che per noi però è il primo ascolto.
Bella la voce di Barbara Fuschi, che dona sicuramente un qualcosa di particolare ai brani con la sua espressività e con il suo modo di modulare il cantato; gli altri componenti del gruppo sono Simone Pagliarial basso, Stefano Assandri e Stefano Pandini alla chitarra e Nicola Ratti alla batteria. Il disco suona nelle sue cinque tracce abbastanza omogeneo, nonostante i brani siano abbastanza vari tra loro. Si tratta di un rock alternativo di base con aggiunte di qualche sfumatura: come l’uso degli archi e qualche parte melodica. Sicuramente buone le idee del gruppo espresse in questo disco anche se non ci sembra abbiano ancora raggiunto quel sound di carattere che contraddistingue subito i brani dagli altri, però la strada è giusta, quindi teneteli d’occhio e sapranno stupirvi.
Molto apprezzabile la ritmica del brano L’Inganno + Dolce che adotta un tango come tempo per la batteria, dando sicuramente un forte carattere al pezzo che entra quasi subito nella mente e nelle ossa di chi ascolta. Il ritornello passa sul distorto pungente, facendo uscire molto bene la parte vocale. Ottimo brano, apprezzabile la fattura e l’idea.
Forse in certi punti di alcuni brani si sente la mancanza di un assolo strumentale. I suoni suono buoni, ben curati ed in sostanza il CD si ascolta bene, senza distorsioni indesiderate e suoni che rovinano le composizioni. Rinnoviamo l’invito di tenere d’occhio questo gruppo che ha secondo noi ancora il meglio di loro da dare.
Casa discografica: Autoprodotto
Anno: 2002
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