Le festività potrebbero essere davvero l’occasione giusta per approfondire lo studio chitarristico, se siete appassionati di acustica non potete perdervi il manuale di Chitarra Fingerstyle a cura di Pietro Nobile, edito da Volontè&Co.
Pietro Nobile è un nome sicuramente noto ai più, vista la lunga carriera come chitarrista acustico concertista a livello internazionale. La sua attività solista inizia nel 1979, esattamente 40 anni fa quindi, periodo in cui a soli 20 anni è invitato a suonare a Parigi niente meno che da Herbert Pagani e Marcel Dadi, due colonne portanti del fingerstyle (e di quella che abbiamo chiamato “fingercussion” nel caso di Dadi).
Si apre così una florida carriera, che porta Nobile a registrare su dischi importanti come quelli di Lavezzi-Mogol, Simon Philips, Tony Levin, Vinnie Colaiuta, ecc. Si esibisce inoltre in importanti festival internazionali come il prestigioso Montreux Jazz Festival e nel corso degli anni pubblica vari metodi didattici, ai quali si aggiunge quest’ultimo dedicato al Fingerstyle.
Accanto a lui in questa nuova avventura editoriale ci sono altri due ottimi chitarristi e maestri, Stefano Speroni e Gabriele Cento.
Il manuale Chitarra Fingerstyle è essenzialmente un metodo di base filtrato però dalla visione e dall’esperienza di un musicista quale Pietro Nobile, che qui riversa ciò che a suo parere è fondamentale per imparare il Fingerstyle e con nozioni ed esercizi utili allo scopo, accuramente scelti, come dice lui stesso, attingendo alla grande mole di pubblicazioni che in ben 26 anni lo hanno visto protagonista sulle principali riviste del settore, a partire da Guitar Club.
Sulla quarta di copertina Pietro Nobile ci tiene a chiarire cosa è per lui oggigiorno la chitarra fingerstyle, che si è espansa enormemente oltre i propri classici confini grazie al web e ad alcuni nuovi “guitar heroes” acustici.
In tal modo, il mondo acustico è arrivato anche ai non addetti ai lavori, ai semplici appassionati di musica, e le tecniche chitarristiche di questo stile hanno fatto notevoli passi avanti, andando oltre le tecniche polifoniche tradizionali.
Già nella prefazione, a cura di Luca Masperone, vengono messe le basi per affrontare il metodo didattico, partendo dal fatto che si tratta di un percorso estremamente graduale, che va avanti aumentando la complessità non solo tramite gli esercizi, ma anche tramite parti di testo molto importanti in cui Nobile parla allo studente e dà dei consigli che sono vero e proprio oro colato, che arrivano dalla sua lunga esperienza di musicista e maestro, anche per gli studenti dei Conservatori.
Si tratta di un libro non solo adatto ai principianti, ma anche a chi arriva dalla chitarra elettrica, e, nonostante sia già dotato di buona tecnica su questa, deve cambiare la sua forma mentis per affrontare sotto una nuova luce lo strumento, che si fa ora acustico e per di più fingerstyle, con un’impostazione e coordinamento delle mani ben diversi.
Si parte quindi da zero, con le indicazioni indispensabili sia per quanto riguarda il mettere le mani sullo strumento, sia per poter leggere le partiture, riportate sia in notazione musicale che in tablatura.
Si danno le indicazioni e gli esercizi sul tempo, si analizzano i ruoli di mano destra e mano sinistra, si analizza cosa vuol dire avere “tocco” e via via si prende sempre più confidenza con lo strumento e con se stessi.
A indicazioni di questo tipo pian piano si uniranno quelle teoriche, parallelamente agli esercizi sullo strumento.
Verremo quindi traghettati attraverso le varie tecniche e, infine, portati ad eseguire una selezione accurata di brani musicali.
Il tutto, ovviamente, corredati da un CD audio in cui troviamo gli esercizi e le basi musicali. Non solo, ma sono presenti anche i video, oramai immancabili e decisamente utili.
Come già detto, ci sono poi le corpose parti testuali, non solo teoriche, ma che vi insegneranno qualcosa in più ad esempio sul metodo di studio “moderno”, sulla respirazione, sul suonare con le unghie, sul tipo di chitarra da scegliere e su tanti altri aspetti spesso ingiustamente sottovalutati.
Abbiamo avuto l’occasione di porre qualche domanda a Pietro Nobile stesso, che ci ha gentilmente risposto.
Salve Pietro, come dici tu stesso nella quarta di copertina il Fingerstyle ha trovato una nuova linfa vitale grazie alla rete e a tanti nuovi Guitar Heroes di questo stile chitarristico, alcuni diventati anche molto famosi e che ora vanno in tour anche nel “mondo reale”. Come giudichi questo cambiamento e quali i pro e i contro?
Il cambiamento è stato un’ottima cosa; osservandolo dall’esterno siamo passati da un periodo in cui la chitarra acustica era davvero poco conosciuta, un oggetto elitario, ad uno in cui la chitarra ha avuto una diffusione enorme.
Però siccome questo è avvenuto anche grazie ai social che permettono di “vedere” la chitarra e il suo esecutore, si è creato uno strano fenomeno che a me non piace.
Ora, se accettiamo l’idea ormai radicata negli ambienti della cultura musicale che la musica sia formata dai tre elementi fondamentali quali il “Ritmo”, la “Melodia” e l'”Armonia” è evidente che nei giovani chitarristi acustici quello del “gesto ritmico” (percussioni) sia quello più sviluppato perchè è l’unico visibile, mentre l’armonia e anche la melodia sono scarsamente presenti, se non inesistenti.
E questo a me non piace. Prendiamo come esempio uno che è considerato da tutti un grande artista, un genio: Pat Metheny; lui tecnicamente è fortissimo ma scrive melodie e armonie bellissime, non si preoccupa della tecnica. Per questo è un numero uno: lui è completo.
Molti chitarristi acustici, per il desiderio di farsi vedere, sono più orientati al “gesto” che al contenuto; questo è un grandissimo impoverimento.
In questo nuovo mondo virtuale, un metodo cartaceo potrebbe apparire anacronistico, ma invece anche i dati di vendita ci dicono che in generale la gente continua ancora ad apprezzare ciò che “si tocca con mano”. Cosa secondo te è ancora insostituibile?
La comunicazione diretta, la lezione vis a vis è insostitutibile perchè un tutorial non può vedere quello che fai e non può indicarti quella miriade di finezze che devi avere per suonare perfettamente, perchè appunto non ti può controllare direttamente. Il cartaceo se concepito in un certo modo ha lo spazio riflessivo per entrare molto più nel profondo di una lezione video.
Entriamo nel vivo del tuo manuale per Chitarra Fingerstyle. Qual è il primo concetto che hai cercato di comunicare in questo libro? Quanto c’è di didattica “standard” e quanto tratto dall’esperienza di un concertista internazionale come te?
Cerco di comunicare l’importanza di tutti i dettagli, le finezze come le chiamo io. Avendo insegnato anche a diplomati al conservatorio ho potuto constatare che alcune sottigliezze non erano presenti nella tecnica del chitarrista ed è perciò che ho dato rilievo non solo alla musica scritta ma anche a consigli pratici.
Non ho nessuna idea di quanto ci sia di didattica standard e/o di esperienza da concertista, non saprei fare una proporzione…
Oltre alla tua stessa discografia, che consigliamo anche noi vivamente, quali sono stati i tuoi ispiratori e quali ascolti secondo te non devono assolutamente mancare, a prescindere dal genere, a chi vuole approcciarsi al fingerstyle?
Gli ispiratori sono diversi; per la chitarra nello stile “Travis” ovviamente Marcel Dadi, Chet Atkins, Merle Travis, i geniali Jerry Reed e Lenny Breau (quest’ultimo ha una fortissima influenza nel fingerstyle Jazz).
Per un chitarrismo acustico parallelo direi Michael Edges. Per la chitarra più in generale Pat Metheny.
Ma essendo fortemente più legato alla musica e al senso artistico che alla chitarra, amo molto ascoltare e farmi ispirare da situazioni polifoniche per eccellenza: pianisti (Keith Jarret), orchestre (Faurè,Morricone, Williams), gruppi prog (Genesis), ma non solo…
Per ogni ulteriore informazione su questo manuale consultate la pagina ufficiale dell’editore Volonté&Co.
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