Il crepitio del fuoco nel caminetto sottolinea il profumo della buccia di mandarino che si scalda sulla stufa in cucina, con le membra stanche ci lasciamo cullare dalla poltrona appena di ritorno dai tanti chilometri fatti. Sappiamo che una volta rientrati a casa andrà tutto bene. Non v’è motivo di preoccuparsi, il calore del ventre casalingo ci avvolge e tutto pare sospendersi. Ogni emozione trova riposo per qualche tempo, proprio come succede nella notte di Natale, quando il tormento di sempre si placa per quel solo giorno che, talvolta, pare così lontano dalla realtà da sembrare finto.
Fin dal suo inizio l’ultima fatica di Massimo Varini non è solo espressione di un grande chitarrista ma anche un viaggio all’interno di sentimenti ed emozioni che solo un grande artista può trasmettere. Dalla prima traccia ci si immerge in un’atmosfera invitante proprio come quella poltrona del soggiorno sulla quale ci siamo addormentati in tante notti d’inverno, tante da lasciare il nostro stampo impresso nella stoffa.
“Andrà tutto bene” apre il sipario su di uno scorcio di spazio e tempo che sembra stare al di fuori della vita dei giorni nostri. Le dita di Varini scorrono vellutate sulle corde, mentre il nostro cantore se ne sta seduto in un angolo del salotto e noi ci lasciamo guidare lungo quella strada che ci riconduce ai ricordi. Ogni nota nella sua istantaneità emana un tepore che ha poco a che spartire con la freddezza del formato digitale o del compact disc.
Tutto proviene da un futuro che è già passato nel suo continuo rigenerarsi nell’ascolto e continuo divenire di espressione, la storia che ci viene raccontata assomiglia a quella di ognuno di noi, senza esclusione.
“Ascoltami” è un invito facile da cogliere, veniamo presi per mano lungo una scala dove altrimenti non ci sarebbe passamano, per condurci nel cuore di un album che profuma sempre più di opera in musica. Quelle note che non sembrano mai fuori posto, pacate quanto basta per invitarci a porgere l’orecchio, decise al punto giusto da penetrare nel profondo di noi appassionati ascoltatori.
Varini fa l’amore con la chitarra, dolcemente e premurosamente, senza mai scordarsi di infonderle tutta la passione necessaria. Dalle lenzuola di pentagramma sotto cui giacciono i due, nascono fiumi di emozioni che partono timide, quasi silenziose, per dilatarsi inifinitamente poi, una volta trovato uno spiraglio fra le porte del nostro ascolto.
Così, ormai definitivamente rapiti da “Losing Grip”, una delle massime punte del disco, siamo in totale balia di quel fiume che è “Anacrusis I”, all’apparenza domito, ma forte e impetuoso proprio sotto il pelo dell’acqua.
Massimo Varini è riuscito a racchiudere potenza e maestosità anche alle note più docili, che divengono così inaspettati colpi di scena durante l’ascolto quando, sotto mentite spoglie, ci lasciano con il fiato sospeso.
Quando arriviamo a “The Doves Fly At Down” siamo ancora scossi da quello che è stato un sommesso terremoto nella notte, sul quale ora però un’alba nasce nella sua romantica aura, mentre qualche colomba solca un cielo attraversato dai tenui bagliori del giorno che sarà.
Alle prime luci del giorno ci vediamo finalmente di fronte il cartello che porta al nostro paese. Finalmente di ritorno, finalmente a casa.
Tentare di descrivere tutto ciò che un album come “Anacrusis I” infonde nell’animo e nel cuore è impresa tanto ardua quanto scellerata, non c’è nulla da capire né da discutere.
L’unico modo per assaporare a pieno quest’acustica perla del nostro tempo, è lasciarsi cullare e accompagnare senza timori, in quella che riesce ad essere una magistrale dimostrazione di padronanza chitarristica e allo stesso tempo espressione di un artista nel pieno della sua maturità.
Ognuno di noi raccontando poi al compagno di mille ascolti quello che è stato “Anacrusis I” si scoprirà a narrare emozioni sempre diverse, tutte scaturite dalle note dei sette brani che compongono l’opera di Varini.
Dover attendere per poter gustare la seconda parte di questo grande lavoro sarà davvero difficile, ma ne varrà assolutamente la pena.
Così il disco si ferma e noi riapriamo timidamente gli occhi.
Ci ritroviamo increduli in poltrona, convinti di aver toccato con mano ciò che è passato nella nostra testa, tanto che ci accarezziamo per avere la sicurezza di essere reali. Infine ci rassegniamo al fatto di aver sognato per tutto il tempo.
Nel cuore batte forte il dispiacere che tutto sia finito, ma improvvisamente ci accorgiamo che Varini ci ha regalato un sogno capace di ricominciare ogni volta che mettiamo play sullo stereo.Tracklist:
Francesco “edward84” Sicheri Massimo Varini Website
Anno: 2011
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