Cinque anni dopo il fortunato “Vivere Ci Stanca”, opera prima realizzata con il prezioso apporto di Antonio Gramentieri dei Sacri Cuori, il talentuoso cantastorie siciliano Salvo Ruolo si ripresenta sulle scene con un progetto discografico altrettanto valido ma forse più ambizioso, prodotto dal grande Cesare Basile e pubblicato il 13 gennaio scorso via Controrecords, label indipendente italiana di proprietà di Davide Tosches.Sette nuove tracce cantate rigorosamente in dialetto siculo e registrate nel giro un anno all’interno dello studio Zen Arcade di Catania: Canciari Patruni ‘Un È Libittà è piccolo gioiello, un disco formidabile perché scritto e strutturato con estrema saggezza dal suo artefice. Ruolo l’ha sviluppato con grande meticolosità, concentrandosi moltissimo sui testi e sulle musiche senza lasciare nulla al caso, ma cercando soprattutto di elaborare un prodotto assolutamente omogeneo e coerente.Difficile stabilire se Canciari Patruni ‘Un È Libittà sia più suggestivo per le storie raccontate al suo interno o per gli affascinanti arrangiamenti che sono stati pensati per l’occasione. Di certo balza subito all’occhio il pregevole songwriting di un artista come Ruolo, estremamente abile nel dare ad ogni canzone il giusto vestito, così come ad interpretare in maniera mai ripetitiva e prevedibile i suoi componimenti.Piuttosto interessante la giusta alternanza tra elementi musicali del passato e intuizioni sonore moderne che fanno di questo lavoro un qualcosa di appagante e non soporifero. Determinante in tal senso la mano e l’esperienza di un maestro come Basile, che in qualità di produttore ha dato un taglio alquanto ruvido e graffiante al lavoro, rispettando tuttavia l’intensità e l’energia dei pezzi di Ruolo che in fase di produzione sono stati snaturati il meno possibile per mantenere tutta la potenza e la profondità che ne ha contraddistinto la creazione.Da non sottovalutare inoltre l’importante lavoro fatto in studio dai musicisti che hanno partecipato alle registrazioni del disco, e cioè Massimo Ferrarotto (percussioni), Marcello Caudullo (string machine e pianoforte), Carlo H. Natoli (chitarra slide e banjo) e Alicia Jo Rabins (violino). La loro sensibilità ha contribuito a rendere questo lavoro di Ruolo un progetto collettivo, e perciò un disco tutt’altro che intimista e minimale, ma piuttosto un album fatto di canzoni splendide esaltate da un sound bello corposo.Complimenti vivissimi dunque a Ruolo, che in tutto questo tempo ha preferito lavorare in assoluta calma, senza forzare le tappe per dare vita ad un disco quanto più vicino al suo gusto musicale e alla sua indole sonora. Noi, dal canto nostro, vi invitiamo caldamente ad esplorare in profondità questo disco di certo non immediato e alla portata di tutti, ma indubbiamente intrigante e concreto.Alessandro BasileGenere: Folk, AcusticoLine-up:
Salvo Ruolo – voce, chitarre acustiche, chitarre elettriche, mandolino
Cesare Basile – voce, chitarre acustiche, chitarre elettriche, banjo, mandolino, pianoforte, percussioni
Carlo H. Natoli – slide guitar, banjo
Marcello Caudullo – string machine, pianoforte
Alicia Jo Rabins – violino
Massimo Ferrarotto – percussioniProgetti simili consigliati: Cesare Basile, Dimartino, Il Pan Del Diavolo, Piero SidotiTracklist:
1. Malutempo
2. A Buttana
3. Re’pitu
4. Buttitta E Balistrieri
5. Mariuzza Izzu
6. Passananti
7. Picchi Brisci Accussì Notti
Salvo Ruolo – Canciari Patruni ‘Un È Libittà
Cinque anni dopo il fortunato "Vivere Ci Stanca", opera prima realizzata con il prezioso apporto di Antonio Gramentieri dei Sacri Cuori, il talentuoso cantastorie siciliano Salvo Ruolo si ripresenta sulle scene con un progetto discografico altrettanto valido ma forse più ambizioso, prodotto dal grande Cesare Basile e
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