Emo-core che intensità!… Uno dei generi basilari dell’indie-rock che vanta padri come Fugazi, Husker Du, Meat Puppets e figli come i Get Up Kids. Proprio questi ultimi hanno imparato a parlarci di “terrene” emozioni in uno stile a metà strada tra l’emo ed il pop, maturando un nuovo lavoro molto più ricco nell’arrangiamento rispetto al precedente debutto Four Minute Mile (1997). I cinque ragazzoni di Kansas City mettono il cuore e la passione in ciascun brano che compone SToWHA, prima avvolgendo l’ascoltatore in una “calda coperta” fatta di melodia, poi riuscendo a trasmettere a pelle la foga e il sentimento di ritagli di vita imperniati della sensibilità e del disorientamento dei giovani americani di oggi. Non aspettatevi qualcosa di sdolcinato, aspettatevi qualcosa di vivo. SToWHA è emotivo e tenacemente romantico: contrasti (Holyday, Red Letter Day), ricordi (Out Of Reach) e nostalgia onnipresente e amara ma grazie all’orecchiabilità delle canzoni quest’ultima suona quasi “naturale” (Ten Minutes,The Company Dime). Indie-rock di una generazione poco “impegnata” e non curante del chiassoso movimento “grunge”. Perizia melodica, assoluto coinvolgimento della voce, chitarre intrecciate che all’occorrenza suonano arpeggi rotondi o sparano secchi bicordi. Distorti per la carica, puliti per la riflessione. Echi di new wave nel pianoforte e nelle tastiere (è un caso che i Get Up Kids abbiano suonato nel tributo ai Cure?) e di Rock and Roll alternativo nelle chitarre (e nel tributo ai Pixies?) Ogni canzone di SToWHA è cresciuta in un piccolo scenario di periferia, familiare ma all’occorrenza anonimo, la casa a cui ognuno è legato ma sente di passaggio (Close To Home). “Don’t worry I’ll catch you/Your arms in mine anytime” (I’ll Catch You) giunge dolcissima al termine dell’album. I più fortunati possono trovare l’edizione con due ghostrack: Forgive & Forget e Central Standard Time, due pezzi grintosi vicini al punkrock.
Casa discografica: Doghouse
Anno: 1999
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