Per oltre un decennio ha prodotto dischi e tenuto concerti utilizzando lo pseudonimo di “Moltheni”, poi, terminata quell’esperienza, nel 2010 Umberto Maria Giardini decise di mettersi a fare il batterista e di creare i Pineda, band con cui nel 2011 rilasciò un eponimo album strumentale davvero fantastico, passato un po’ inosservato e ad oggi ancora orfano di un ideale seguito.Se vogliamo la breve parentesi con i Pineda ha dato modo a Giardini di “disintossicarsi” leggermente dalla canzone. Dalla forma canzone. Quella che è poi tornato a sviluppare nel momento esatto in cui iniziò a prendere forma il bellissimo La Dieta Dell’Imperatrice, sorprendente Lp d’inediti sfornato nel 2012 e primo capitolo della nuova vita artistica di un Giardini intenzionato a voltare pagina rivedendo diverse cose, dal sound al look.Con La Dieta Dell’Imperatrice è dunque ripartito tutto: Giardini si è letteralmente rimesso in discussione, convincendo però pienamente i suoi vecchi estimatori attraverso un mucchio di nuovi pezzi tanto ispirati quanto efficaci. Prima di cominciare a gettare le basi per il successivo album, e cioè quel Protestantesima di cui stiamo per andarvi a parlare nel dettaglio, nel 2013 Giardini ha dato alle stampe un bellissimo Ep intitolato Ognuno Di Noi È Un Po’ Anticristo, contenente sei tracce piuttosto sperimentali, oltreché contaminate sotto l’aspetto sonoro (evidente la presenza di particolari elementi elettronici).Tempo di presentare al pubblico il progetto, di fare un po’ di concerti in giro per l’Italia, e poi di nuovo al lavoro. Di nuovo a scrivere, con il semplice intento di sfornare un qualcosa di maturo, ma soprattutto di puro, autentico. Mesi e mesi passati in studio con musicisti, tecnici, collaboratori. Mesi di lunghe sessioni di registrazione per trovare i suoni giusti, per rivedere certi testi e per capire come far funzionare un brano piuttosto che un altro.E così ecco Protestantesima, fuori lo scorso 3 febbraio dopo essere stato anticipato a gennaio dall’omonimo singolo apripista. Ecco il capolavoro verrebbe da dire. Ecco un’altra manciata di canzoni travolgenti, suggestive, potenti, toccanti. Non possiamo far finta di nulla. Dobbiamo dire le cose come stanno: Giardini questa volta si è superato. Si è superato perché ha confezionato un album magnifico, costellato da episodi straordinari per testi e musiche.Stilisticamente più vicino al Moltheni de I Segreti Del Corallo che non al Giardini de La Dieta Dell’Imperatrice, Protestantesima raccoglie e dispensa spaccati di vita quotidiana, lucide riflessioni sull’esistenza e sul delirio della società, ma anche sprazzi di emozioni fortissime unite a dolori inevitabili e a malinconie ricorrenti, dietro l’angolo insomma. L’artista marchigiano classe ’68 inserisce tutti questi elementi in nove (anzi dieci) pezzi magistralmente arrangiati e prodotti.”C’è Chi Ottiene E Chi Pretende“, “Molteplici E Riflessi“, “Seconda Madre“, “Sibilla“, “Urania“: ce ne sono diversi di brani strepitosi all’interno di Protestantesima, disco che è stato inciso a Verona, presso lo studio Sotto Il Mare, dove Luca Tacconi ha registrato tutto, mentre Antonio “Cooper” Cupertino ha invece curato la produzione.Non possiamo che complimentarci con Giardini, a cui va riconosciuta davvero un’abilità incredibile nella costruzione di grandi canzoni. L’ascolto ripetuto di Protestantesima permette di volta in volta di ammirare la bellezza dei suoni che lo avvolgono. Meravigliose le scorribande rock che si susseguono dall’inizio alla fine, sostenute da un cantato ammaliante e abile nell’accentuare in più punti la profondità delle parole. Splendidi poi ovviamente quegli sporadici frangenti acustici che si ritrovano ad esempio nella già citata “Seconda Madre” e nella ghost track “6 Aprile” che chiude il disco e che arriva subito dopo un gioiello come “Pregando Gli Alberi In Un Ottobre Da Non Dimenticare“.Solitamente ci impegniamo a descrivere nel dettaglio i singoli brani che compongono un disco. Stavolta lasciamo perdere perché ci siamo dilungati abbastanza. Ma credeteci: Protestantesima è un lavoro fantastico. È ruvidità e delicatezza. È concretezza e poesia. Rock, post rock e canzone italiana. Tutto insieme.Alessandro BasileGenere: RockLine-up:
Umberto Maria Giardini – voce, chitarre acustiche
Marco Marzo Maracas – chitarre elettriche
Michele Zanni – basso, synth, piano Rhodes
Giulio Martinelli – batteriaArtisti simili consigliati: Roberto Angelini, Cesare Basile, Paolo Benvegnù, Marco ParenteTracklist:
1. Protestantesima
2. C’è Chi Ottiene E Chi Pretende
3. Molteplici E Riflessi
4. Il Vaso Di Pandora
5. Seconda Madre
6. Amare Male
7. Sibilla
8. Urania
9. Pregando Gli Alberi In Un Ottobre Da Non Dimenticare
Umberto Maria Giardini – Protestantesima
Per oltre un decennio ha prodotto dischi e tenuto concerti utilizzando lo pseudonimo di "Moltheni", poi, terminata quell’esperienza, nel 2010 Umberto Maria Giardini decise di mettersi a fare il batterista e di creare i Pineda, band con cui nel 2011 rilasciò un eponimo album strumentale davvero fantastico, passato un
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