Leggendo questa notizia, che con estremo piacere riportiamo sulle nostre pagine, qualcuno potrebbe chiedersi il perché si parli di una mostra fotografica su un sito come Musicoff, che da più di due decenni è dedicato esclusivamente alla musica e ai musicisti…
Essere o filtrare?
Ebbene, innanzitutto il mondo dell’arte è comunque di nostro interesse in senso lato e spesso la musica è legata indissolubilmente alle arti visive.
In questo caso, tuttavia, viene a galla un argomento che ci sta molto a cuore, che fa parte del nostro lavoro e che noi stessi cerchiamo spesso di interpretare arginandone i lati più oscuri e i comportamenti più vili, ovvero il mondo dei social media e come le persone si rappresentano su di esso, valorizzando molte volte più gli aspetti di facciata che quei veri valori che rendono noi tutti, ognuno per diversi motivi, “persone speciali”.
Troppe volte a causa di “trend” nati sui social o grazie a certe tecnologie annesse, tendiamo a rappresentarci secondo canoni che pensiamo di scegliere liberamente ma che ci sono imposti, pena non riuscire ad “emergere dalla massa”, quando invece certe strade ci portano proprio ad amalgamarci nel mucchio e non mettere niente in mostra di reale, veritiero, della nostra persona.
Se già subiamo il dramma della spersonalizzazione, della cancellazione delle diversità per aderire a una tabula rasa comune su cui niente viene costruito ma solo compresso e impacchettato, il tutto viene poi distorto, a partire dalla nostra stessa immagine, da filtri, grafici e comportamentali, che ci traggono in inganno confondendo il falso “come vorremmo essere” col più vero e importante “come siamo“.
Come suddetto, a partire dal 21 gennaio Giovanni Matarazzo, una persona che al di là della grande passione per la fotografia ha lavorato tutta una vita ad alti livelli nella musica e nel mondo della distribuzione degli strumenti musicali, ci aspetta per la sua mostra “Qui e ora – Attraversando microcosmi“: si tratta di quindici ritratti, quindici persone che si raccontano in un “qui e ora” che non è solo presente, un progetto che propone un nuovo modo di guardare al ritratto in un tempo segnato dai social media.
Le parole dell’autore
Ecco cosa ci racconta lo stesso Giovanni Matarazzo:
Il progetto “Qui e ora – Attraversando microcosmi” nasce dalla riflessione su quel che sta succedendo in questi anni nella fotografia di ritratto.
Se fino a pochi anni fa le foto in posa di persone erano realizzate da un terzo esterno, oggi la gran parte delle immagini sono autoprodotte, risultato di selfie per la gran parte scattati con lo smartphone. Non si possono neanche definire “autoritratti”, perché l’autoritratto, nella storia, ha una sua dignità introspettiva, laddove l’autore si pone davanti ad una macchina fotografica o a una tela con l’intento di capire qualcosa di più della sua persona, e mostrarlo.
Inoltre, le foto fatte oggi sono per la gran parte ottenute grazie ad “app” che “migliorano” e comunque omogeneizzano i volti e i corpi, con un concetto di bellezza deciso altrove.
Quindi è evidente come si stia assistendo a una deriva dei canoni estetici riguardo alla figura umana, e quel che fondamentalmente si sta perdendo è la ricchezza che lo sguardo di un altro, in questo caso di un fotografo ritrattista, ci può donare nel momento in cui “vede” qualcosa di noi che prima ci sfuggiva. Si va dunque verso una cultura solipsista, con i soggetti che come monadi impenetrabili sono soli davanti al loro personale specchio, o ai pixel di uno smartphone, accontentandosi di una risposta binaria da parte di altri: “mi piace/”non mi piace”.
“Qui e ora – Attraversando microcosmi” vuole restituire alle Persone la capacità di raccontarsi davanti ad un “testimone”, che non lo giudichi ma che lo lasci esprimere in piena libertà, con il tasso di libertà di cui ognuno è capace o intende applicare. E vuole farlo non soffermandosi solo sull’immagine “retinica” che il soggetto emana, ma dandogli la possibilità di approfondire la sua attuale situazione, cosa che spesso un solo ritratto non riesce a fare.
Il progetto
Le sedute si sono svolte nell’arco di due mesi e l’unica domanda fatta dall’autore ai soggetti era: “che periodo della tua vita stai attraversando in questo momento?”
Ognuno (maschi, femmine, giovani, anziani, di ogni provenienza sociale selezionati avendo risposto ad una call) ha ovviamente sviluppato il suo racconto, chi soffermandosi sul presente, chi riprendendo elementi del passato, chi guardando al futuro.
Le testimonianze sono state registrate, quindi sbobinate e trascritte (quanto più fedelmente possibile), mentre una macchina fotografica su cavalletto riprendeva le persone secondo la sensibilità dell’autore.
Finita questa prima parte, l’autore e il soggetto hanno concordato una foto “posata” che potesse raccontare ciò che era successo nel momento precedente: l’autore ancora coinvolto nell’empatia con il soggetto, la persona ritratta con le emozioni (tante) scaturite durante il racconto.
Il risultato sono le storie di 15 persone in un momento preciso della loro vita, con l’ambizione che queste storie possano essere di confronto con altri (spesso, ognuno di noi nasconde le sue emozioni e i momenti di difficoltà, sentendosi isolato quando invece siamo tutti soggetti a momenti delicati) e di essere materiale di riflessione e di conoscenza per gli storici e gli osservatori del futuro.
Le info
“Qui e ora – Attraversando microcosmi” di Giovanni Matarazzo è in mostra nella Galleria del “Museo Arturo Ghergo” di Montefano.
La mostra rimarrà aperta fino al 5 febbraio 2023 ed è visitabile liberamente tutti i fine settimana dalle 16:30 alle 20:00 e tutti i giorni su prenotazione ai numeri 347 142 2378 / 333 173 7033.
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