Amici MusicOffili, oggi vi parlerò dell’esperienza che ho vissuto all’edizione di quest’anno della kermesse milanese Piano City.
Che ci farà mai un chitarrista nel mondo dei tasti bianchi e neri e della musica colta?
Beh, innanzi tutto mi piace l’idea di ascoltare nuovi musicisti e affrontare esperienze di ascolto diverse dal solito; in secondo luogo, la nostra Community da qualche anno a questa parte, si è arricchita dei tanti aspetti dell’universo pianistico, cui è stata creata una sezione apposita che si avvale di professionisti per contenuti scritti e video performance di varia natura.
Non vi parlerò di tutti i 450 concerti del weekend, sarebbe stato impossibile seguirli tutti, ma voglio farvi provare l’aria che si sentiva nelle 3 location che ho visitato, gli ambienti, il pubblico, la musica, ecc.
La prima tappa è stata nel cuore della città, in Corso Magenta, presso Palazzo Litta, uno degli storici salotti Milanesi, con la sua architettura barocca ed i suoi arredi di pregio nobiliare, ospitante oggi la Soprintendenza Archeologia delle Belle Arti.
La sala è gremita ed essendo arrivato leggermente in ritardo (parcheggiare a Milano non è mai semplice) mi ritrovo ad ascoltare ed osservare il concerto dalla porta di un’anticamera. C’è un religioso silenzio, mentre Jodyline Gallavardin (in foto di copertina), pianista francese, porta avanti il suo concerto suonando musiche di Bach, Listz e Beethoven. Il pubblico segue il concerto in concentrazione, applaude alla fine di ogni brano e una standing ovation finale rende omaggio alla giovane artista come una vera star.
Il pianoforte utilizzato è uno straordinario Bösendorfer, storica azienda austriaca ora distribuita da Yamaha.
Esco da Palazzo Litta, la giornata è stupenda, le temperature non sono eccessive, mi siedo in un bar per una pausa pranzo veloce.
Mi sono organizzato, per le 14.30 inizia un altro concerto presso la chiesa di San Maurizio al monastero maggiore a pochi passi da Palazzo Litta. L’interno della chiesa fatico a descriverlo per la bellezza dei suoi affreschi, ci si sente davvero piccoli davanti a tanta magnificenza!
Il concerto si tiene nel retro della chiesa dove un tempo le suore di clausura passavano la loro vita tra preghiere e penitenze.
Siamo seduti in un salone a ferro di cavallo, dove di fatto sedevano le suore; al centro è posto un Celviano Grand Hybrid, pianoforte digitale innovativo creato da Casio.
Max Tempia di Casio Italia ci accoglie e apre il concerto presentando l’artista norvegese Kristine Bratlie.
Il concerto è basato su sue opere e di Edvard Grieg, oltre a omaggiare il nostro paese con un brano di Remo Vinciguerra. Il suo modo di suonare mi piace molto, le melodie sono moderne, rispetto al concerto precedente le sonorità sono totalmente diverse, per un pubblico con una preparazione musicale più basilare rispetto alle opere di pura classica.
Il suono è decisamente grosso, pieno, il pubblico è molto partecipe, un’ora di puro piacere! Saluto Max e Roberto Ragazzo di Casio Italia e mi avvio verso l’uscita.
Prendo la macchina e mi sposto per andare sui Navigli, nello specifico in via de Amicis presso lo store Furcht, uno dei marchi storici Italiani, potete leggere a questo link la nostra presentazione.
Lo store è gremito, la gente è sulla porta d’ingresso (e non è certo un ambiente piccolo!), il concerto è di Aki Kuroda insieme a giovanissimi pianisti.
Laureata alla Tokyo National University of Fine Arts and Music, ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra i tanti quello del compianto Keith Emerson per un omaggio musicale da lei scritto e dedicato a Emerson, Lake & Palmer.
I genitori riprendono con le videocamere i propri figli mentre suonano accanto ad Aki su un bellissimo pianoforte Kawai; lo store ne è pieno, colori forme e finiture diverse, quasi opere d’arte che ben si prestano a questo tipo di eventi.
Vedere così tanti bambini suonare brani complessi, in maniera composta, educata, che salutano con un sorriso gioioso, a tratti imbarazzato, e con l’inchino, fa ancora sperare che ci sia possibilità di un futuro per la cultura musicale classica e moderna.
La mia giornata volge al termine, ho passato una bella domenica pre-estiva, in una Milano “educata”, ho ascoltato concerti di musica passata e contemporanea in palazzi, chiese e negozi stupendi, ho incontrato persone piacevoli e scambiato quattro chiacchiere con addetti ai lavori e non, e ho già inserito tra i miei appuntamenti quello del Piano City 2018.
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