È così che inizia ‘Siete proprio dei Pulcini’ traccia di Germi, un album storico del Rock italiano… poi un cassa, rullante e hi-hats con tanta chitarra a supporto ed un testo di denuncia verso i radical chic, finti anti-sistema tipici dello scenario giovanile italiano…
Siamo qui riuniti a farci due chiacchiere con colui che ha dato il ritmo alla più decadente, potente e profonda rock band del bel paese… parliamo di Giorgio Prette, ormai ex-batterista degli Afterhours…
Ex per voluta scelta e senza rimpianti, anzi, parleremo con lui dei suoi gusti, delle sue origini, dei suoi progetti, facendo sì che ci lasci con una curiosità inerente ad un suo progetto ancora top-secret…
Ciao Giorgio, benvenuto nell’angolo “Let There Be Drums”, nel quale è mia intenzione e premura creare un clima filosoficamente bohémienne da trasmettere ai nostri lettori nel quale si possa percepire la passione che voi artisti musicisti avete nel dedicarvi al vostro mestiere…
Secondo te, l’essere musicista oggi, negli anni in cui efficienza, rapidità e capacità di vendita sono freddamente richiesti da ogni figura della “filiera”, dal proprietario del club, alla casa discografica, dai tecnici del suono, dal pubblico, anch’esso ipnotizzato dal “must be perfect”, del o sei il massimo o non sei niente. Gli stessi artisti lo sono… in epoche non lontane l’artista promuoveva la sua arte e dettava i gusti, ora sono i gusti a dettare l’aspetto del prodotto.
Per farla semplice, come si vive da musicista oggigiorno?
È molto difficile in questi ultimi anni riuscire a pubblicare e diffondere musica, anche artisticamente fruibile, perché prevale tra gli addetti ai lavori la paura di investire su nuovi progetti nel medio termine. A me non interessa dopo trent’anni di carriera accodarmi al trend del momento ma provare a sfondare le barriere per provare a cambiare lo scenario e proporre cose diverse.
Come sei arrivato allo strumento?
Nel 1984 ho conosciuto i neonati Ritmo Tribale, avevo un pregresso chitarristico, ma la batteria mi ha conquistato subito, una perfetta valvola di sfogo.
Che tipo di studi musicali hai praticato?
Praticamente nessuno, sono autodidatta, ho fatto un breve corso di sei mesi per perfezionare alcuni aspetti dell’impostazione.
Ne suoni altri?
No purtroppo no , ho fatto vari tentativi con il basso elettrico ma poi ho sempre dato priorità a migliorarmi con il mio strumento.
La batteria per Giorgio Prette cos’è?
Una necessità, ho cominciato con una passione che è diventata necessità e successivamente il mio lavoro dal quale in 30 anni ho avuto tutto, la possibilità di viverci e di girare L’Italia e il Mondo, di incontrare e collaborare con musicisti ed artisti connazionali ed internazionali.
Le tue fonti d’ispirazione musicale quali sono state, chi ti ha influenzato?
Da bambino e Beatles, Led Zeppelin, da ragazzino, avendo avuto una sorella maggiore che negli anni ’70 portava a casa dischi divenuti storici assoluti, Police, Traffic, Crosby Stills Nash & Young, Patti Smith, da adolescente Kiss, Van Halen, primissimi Iron Maiden, Black Sabbath, Ramones, Motorhead, Aerosmith, Clash etc.
Con quali batterie hai suonato durante gli anni?
Il primo vero set era una Premier Projector nera, poi per un breve periodo una Yamaha 9000 che ho permutato con una Mapex in acero. Dopodiché sono stato endorser di Drum Sound, Le Soprano e infine dal 2008 Sonor, il punto di arrivo!
Come si è evoluto il tuo Kit, come sei arrivato a scegliere il set giusto?
Si é evoluto per sottrazione, con gli anni e l’esperienza si impara ad arrangiare le parti di batteria sugli elementi che ti sono veramente necessari, quindi sono arrivato ad un set definitivo che a seconda delle esigenze può essere composto da cassa 24 rullante 14 tom 12 floor 16 due crash e ride, eventualmente aggiungo un floor a sinistra del rullante da 14 o un secondo rullante, quest’ultima opzione ormai superata dall’utilizzo di trigger su cassa e rullante con suoni prelevati dalle mie incisioni.
Se non attratto dalla batteria, con quale altro strumento o “mestiere” ti saresti trovato a tuo agio?
Crescendo mi sono reso conto che lo strumento principe é il pianoforte, il più completo. Se impari a suonarlo puoi dilettarti con qualunque strumento. Non avessi fatto il musicista probabilmente avrei tentato il percorso in magistratura.
Quale è stata o quale è la chiave di volta della tua carriera? L’episodio da porre sul piedistallo?
Un periodo di forte crisi personale nel 1996 mi ha spinto a puntare tutto sugli Afterhours, non avevo nulla da perdere e stavamo producendo “Hai Paura Del Buio?”.
Come Afterhours, il vostro riconoscimento internazionale deve essere stato come un’iniezione di adrenalina per te…
Mi ha dato nuova linfa e stimoli all’età di 40 anni, mi ha fatto crescere enormemente soprattutto a livello di sicurezza e consapevolezza delle mie capacità.
Raccontaci anche delle vostre esperienze americane…
In sintesi ti ho appena risposto, mi ha fatto capire che il motivo per cui suonavo era ancora quello degli inizi e non la fama i soldi e avere tutto uno staff a disposizione. Mi ha insegnato a salire sul palco senza check e a dare il massimo indipendentemente dalle condizioni tecniche e di ascolto, insomma poche pippe e tanto rock’n roll.
Cosa sono stati gli Afterhours da Cocaine Head fino a fine 2014, quando lasciasti…
Eh sono stati una lunga storia di vita e di musica, una notevole crescita umana e musicale e diversi cambi di formazione mantenendo e sviluppando comunque uno stile ben preciso e distinguibile.
Ad un certo punto decidesti di fermarti con gli Afterhours…
Dopo 25 anni il bilancio emotivo è andato in rosso, non stavo più bene nella casa che avevo contribuito a costruire.
Com’è stata per te la volta che Iriondo lasciò… si accomunano le vostre fuoriuscite?
Fu traumatico, Xabier era e tuttora è il mio alter ego umanamente e musicalmente siamo in sintonia totale. Pensai di lasciare anch’io, poi riflettei autonomamente e dopo qualche mese vidi se c’erano ancora delle basi da cui ripartire.
Sei mai stato attratto dal registrare un tuo album solista o ti piace ricoprire solo il ruolo di batterista evitando la composizione solista?
No mai attratto, mi piace il mio ruolo com’è, con una band al servizio della canzone.
Quali sono i progetti nei quali sei coinvolto, che direzione ha preso la tua vita, per esempio è molto interessante la musica dei Todo Modo, con Iriondo, tuo ‘ex-commilitonÈ e Saporiti.
I Todo Modo si sono sciolti lo scorso settembre, avevamo concluso il nostro percorso musicale. Ora sono impegnato in un nuovo progetto, musicalmente agli antipodi, al momento top secret.
Altri progetti?, non solo musicali, più che altro artistici…
Sto lavorando alla nascita di una nuova attività rivolta alla didattica, all’insegnamento proponendo un percorso totalmente alternativo rispetto a quelli canonici, improntato all’esperienza maturata nella mia carriera e che quasi nessuno in Italia ha vissuto nel mio ruolo.
Non sei mai stato attratto dai pads elettronici, vero?
Non ne ho mai avuto bisogno finora, preferisco utilizzare i triggers, puoi avere lo stesso risultato ma sempre con la risposta di una pelle.
Quale è la miscela giusta fra suonare ció che vorresti e ció che devi…
Dare la priorità a ciò che é più efficace per la canzone, ma non ho mai vissuto questo travaglio, fortunatamente.
Dove arriverà la musica secondo te?
Domandona….. in questo periodo non c’è da essere molto ottimisti, ma l’onda cambierà e l’importante è farsi trovare già pronti per quel momento, essere i primi e non accodarsi ad un trend già affollato e che non ti appartiene, bisogna crederci e lavorarci proprio quando nessuno o pochi ci credono oltre a te.
Potresti tornare nella band o è un capitolo chiuso?
Non si sa mai ma lo ritengo un capitolo chiuso, gli Afterhours ormai non sono più una band, sono Manuel con dei turnisti difficilmente sostituibili in Italia.
Qui di seguito la descrizione del Kit di Giorgio Prette:
Sonor XClassic:
- 1 Grancassa: 24″x19″
- 6 Rullante: Sonor 14″x 6,5″
- 2 Tom: 12″ x 14″
- 4 Timpano: 14″ x 16″
- 5 Timpano: 16″ x 16″
Piatti:
- A: Hi-Hat 14″ Turkish Cymbals.
- B: Crash 18″ Turkish Cymbals.
- C: Crash 19″ Turkish Cymbals.
- D: Ride 20″ Turkish Cymbals.
Altro:
- Pedale: DW9000
- Hardware: Marche diverse.
- Bacchette: Agner e Vater 5A
- Pelli: Remo Emperor
La Redazione di Musicoff dà il suo caloroso benvenuto a Dario “Blues” Di Nardo, musicista e scrittore che da oggi darà il suo importante contributo alla nostra mission di diffusione della cultura musicale. Dario è un vero esperto di musica rock e non solo, grande conoscitore del mondo delle batterie – suo è il recente libro su quelle di Roger Taylor dei Queen – e una penna che non manca mai il bersaglio. Benvenuto Dario!
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