E’ stato un vero piacere incontrare un musicista del calibro di Gae al Disma Show di quest’anno. Il “nostro” ci ha concesso, oltre ad una sonora chiacchierata, una lunga intervista nella quale ha trattato moltissime problematiche della musica in Italia, degli approcci per cominciare uno studio approfondito e dettagliato della musica, dei suoi lavori in corso ecc ecc. Che dire?… A questo punto vi lasciamo alla “voce” di Gae che potrete ascoltare direttamente in formato digitale o leggendo la trascrizione dell’intervista.Buon ascolto MusicOffili 🙂
Ascolta l’intervista a Gae Manfredini (formato Real Player -1,9 Mb)Ascolta l’intervista a Gae Manfredini (formato MP3 – 7,1 Mb) DISMA SHOW 2002 SIAMO IN COMPAGNIA DI Gae Manfredini:
MUSICOFF (MOff): Allora Gae. Il Disma di quest’anno… raccontaci… le tue opinioni così, al volo!
GAE MANFREDINI: Beh… così di primo acchitto è decisamente deludente. Insomma, sta diventando veramente una “fiera di paese” e bisognerebbe che… da una parte l’ente fiera e dall’altra la Disma facessero un po’ un esame di coscienza, perché se questo è lo stato della musica in Italia, e probabilmente purtroppo lo è, allora bisogna fare dei passi per cambiarla perché veramente non è possibile non avere una fiera nazionale che sia significativa insomma…
MOff: Oltretutto perché quelli che vengono colpiti son solitamente i più piccoli, no?
G.M.: Infatti, ma credo che comunque a questo punto anche per i “grossi”, dovendo giustificare un movimento costoso come questo, con dei numeri venduti che sono sempre più esigui, comincia a diventare più difficile… infatti poi molti anche grossi non si sono presentati quest’anno!
MOff: Quindi rimane un problema di organizzazione tu pensi?
G.M.: E’ un po’ anche un problema d’interessi, perché purtroppo, forse, esprime l’interesse un po’ scarso che c’ è in questo momento per la musica.
D’altra parte l’ente fieristico organizza… domani la fiera del caffè, dopodomani quella del “cemento”… non gliene può fregar di meno insomma.
MOff: Cioè cambia l’ argomento, ma tanto loro i soldi comunque…
G.M.: Per loro comunque è lo stesso, con la differenza che ci sono dei settori più floridi e questo non lo è insomma, quindi ci vorrebbe una… un’ attenzione diversa ad alcuni aspetti organizzativi.
MOff: Cambiando completamente discorso, dai, raccontaci un attimo, visto che noi abbiamo questa comunità online di musicisti e… tanti si, magari lo fanno più per professione e tanti per amore, però molti sono “in erba”… cosa puoi consigliare a qualcuno che comincia sia per il piacere, però magari ha l’ambizione, non di diventare necessariamente famoso, però di diventare veramente in gamba a suonare.
G.M.: Certo… eh ma sai anche l’aspetto hobbistico non ha niente di… di deleterio, cioè, anzi tutto sommato (sorride =) ti permette di suonare quello che vuoi quando vuoi e non hai nessun compromesso da fare. Nel momento in cui diventa una professione ovviamente devi accettare alcune regole… che la professione ti impone…
Bah, guarda adesso se uno vuole studiare e approfondire gli argomenti, ce ne sono veramente mille di cose, cioè è molto più facile adesso di quando ho cominciato io, dove non c’era niente.
Io dico sempre come aneddoto, che io ho imparato il “bending” con un cannocchiale ai concerti dove non si riusciva a capire cosa facessero… e ho visto che tiravano “ste corde”, dopo andato a casa avevo dei “pali grossi” così ed hanno dovuto spiegarmi che c’eran le corde sottili… cioè non son passati mille anni perché (con aria scherzosa) ciò la mia età ma non ho duemila anni… sono passati venticinque anni! Quindi l’evoluzione tecnologica è stata pazzesca! Adesso forse è anche troppo, molti…
Ecco! Quello che consiglio a tutti… per chi comincia secondo me è importante avere una prospettiva storica, non pensare che la musica sia cominciata nel 2002, ecco! Quindi cercare di approfondire un po’ le radici di questa musica che comunque adesso ha una dignità insomma, ha cinquant’anni di storia, e quindi, secondo me quello è importante, non pensare che prima dei Pantera non ci fosse nient’altro, perché in effetti credo che una prospettiva storica sia importante per aver dei risultati…
MOff: Per affondare le dita nel passato…
Esatto! Poi puoi decidere che non ti interessa e vuoi andare in altre direzioni, ma sapere da dove parte… è fondamentale!
MOff: Senti Gae, come come hai cominciato tu? Qual è stata la scintilla?
G.M.: Io ho cominciato in maniera eroica! La scintilla è stata… il periodo alla fine degli anni ’60, il movimento che si era creato, che era veramenete fantastico, tipo il film “Woodstock” per intenderci, ecco, quella cosa lì è stata un po’ la molla… la mossa che… la scintilla che mi ha fatto dare la mossa… che mi ha fatto poi decidere di approfondire il discorso musicale, con molte difficoltà perché come dicevamo prima… veramente i mezzi di cognizione allora erano veramente scarsissimi. Non si sapeva niente, non si trovava niente, era… cioè proprio la volontà di mettersi lì coi dischi.
Io ho consumato decine di LP facendoci i solchi a forza di sentirli e risentirli, approfondirli ecc…
Poi, certo era un approccio che adesso non funzionerebbe più perché… “volemose bene” così non funziona insomma.
Adesso uno deve sapere quello che fa insomma; c’è bisogno di approfondire, di studiare anche l’aspetto teorico in qualche modo. Però certo c’era un entusiasmo che… faceva bene alla musica! Adesso un po’… c’è un po’ meno entusiasmo forse…
MOff: Pensi seriamente che adesso, magari ci sia più… possibilità di studio, più… diciamo… facilità ad abbracciare uno strumento e meno…phatos, meno… passione di prima?
G.M.: Probabilmente si! E’ un po’ filtrata la tecnologia a volte secondo me. Per carità gli appassionati se Dio vuole ci saranno sempre, però c’era un’atmosfera veramente diversa negli anni ’70, cioè c’era un entusiasmo nel fare musica che adesso non vedo più in quel modo lì, con quella profondità!
MOff: Senti a proposito di nuove tecnologie, visto che da … diciamo sei, sette anni a questa parte, l’hard disk recording è entrato proprio prepotentemente nelle registrazioni, nell’ arrangiamento ed in tutto quello che ne concerne, tu che ne pensi di questa situazione?
G.M.: Che è un mezzo tecnologico favoloso! Adesso è veramente facile fare dischi! Cioè uno con un investimento non eccessivo, tutto sommato ragionevole, puoi fare veramente delle belle cose a casa.
E’ importantissimo! Una volta registrare era difficilissimo insomma, cioè prevedeva gli studi professionali a dei costi assolutamente non accessibili; però una volta era più facile vendere dischi (afferma Gae ridendo), quindi è più facile farli, ma è un po’ più complicato venderli!
MOff: Anche perché magari visto che è così facile li fanno tutti e allora…
G.M.: Li fanno tutti, ma poi c’è un problema di distribuzione che è quello tragico dell’Italia da sempre. I generi cosiddeti “di nicchia” sono sempre più di nicchia e i distributori sono sordi… e comunque ci son degli appassionati che garantirebbero un certo risultato!
Però io è da tutta la vita che sento dire: “Ma come mai non trovo il tuo disco in un negozio tale, come mai non trovo il tuo disco in un negozio tal altro?”
Perché purtroppo ci si scontra con le realtà distributive italiane che sono tragiche! Sono interessate a distribuire alcune cose, solo alcune cose e per gli altri veramente lo spazio è poco!
Per la musica strumentale non ne parliamo proprio! E’ quella che probabilmente ha più difficoltà ad uscire dalla nicchia nella quale è stata imprigionata!
MOff: Che poi, beh… è sempre stato il tuo mondo la musica strumentale no?
G.M.: Si, senz’altro m’interessa molto. Io ho un’attività dove faccio tante cose insomma, però la musica strumentale resta ad un posto fondamentale nella mia evoluzione; sicuramente!
MOff: Lavori… in corso o appena usciti?
G.M.: E’ appena uscito… cioè in realtà sta uscendo ed io sono qua per presentare con il mio editore che è l’etichetta PMR che ha prodotto, coraggiosamente devo dire, il mio disco e quello di Andrea Rossi. Son due dischi di chitarra strumentale insomma, e… quindi cogliamo l’occasione della fiera per presentare il nuovo disco che uscirà adesso a Maggio distribuito WHITE & BLACK, speriamo che ci sia un riscontro…
MOff: Come s’intitola?
G.M.: Si intitola “Instrumental Treatment” proprio dichiarato!
MOff: (in tono scherzoso) Immagino… che “inferno” proprio! (Gae sembra divertito dall’affermazione – ^__^ )
G.M.: Sono molto soddisfatto del disco. Ho fatto anche probabilmente qualche passo diverso rispetto alla solita produzione. C’era l’intezione in questo caso di fare un disco piuttosto facile, ma ben suonato e con bravi musicisti. C’è Walter Calloni alla batteria, c’è Lorenzo Poli al basso; si è creata una situazione musicale molto valida e devo dire che sono assolutamente soddisfatto del risultato musicale!
MOff: Che strumentazione hai usato per registrare questo disco?
G.M.: Ho usato molte delle mie cose Rack, tipo il JMP1, ecc… con un finalino Marshall 2020, ed una cassa Marshall. Poi ad un certo punto ho iniziato una collaborazione con la E-SOUND ed ho usato anche un Koch, questi nuovi amplificatori che trovo molto validi! Per cui alcune cose sono fatte con il sistema Marshall ed altre con il Koch.
MOff: Ho capito! E invece come chitarre?
G.M.: Come chitarre ho usato una mia chitarra artigianale che fa AXE Factory di Lele Spezia che è uno strumento molto valido secondo me e mi ci trovo molto bene, e delle Framus che adesso la E-SOUND sta importando. Non ha niente a che fare con il vecchio marchio Framus che era fallito. E’ stato acquistato da Warwick che quindi adesso produce Warwick come bassi e per le chitarre ha reintegrato il nome Framus.
MOff: Quindi comunque amplificatori storici con strumenti nuovi? Possiamo dirlo nel senso che non usi più la Les Paul?
G.M.: No vabbè ho usato anche altre chitarre, dico la verità, fondamentalmente queste due sono state un po’ il centro, anche perché… poi sai com’è la chitarra si tende ad usarla a periodi, no? Però ho usato anche un mio vecchio Les Paul, una Flying V per alcune cose.
Però ecco tutto sommato non sono così affezionato agli strumenti storici; credo anzi che la tecnologia sia andata veramente avanti adesso ed anche strumenti che costano una frazione di quelli tradizionali, siano in grado di fare un buon lavoro professionale; una volta settati magari da un liutaio in maniera corretta il risultato è molto valido comunque!
MOff: Quindi il discorso “paghi tanto” l’alta qualità vale ancora come negli anni ’70 o pensi che sia…
G.M.: No, vale fino ad un certo punto secondo me, anche perché in alcuni casi paghi troppo! Perché strumenti, non voglio fare nomi, che costano dieci milioni e sono probabilmente sono di produzione industriale, diventa pesante “giustificarli” insomma… C’è anche della buona liuteria, certo commercialmente è un discorso diverso perché è uno strumento che uno decide di prendere per tenere per sè per tutta la vita perché, da un punto di vista commerciale ovviamente, la liuteria ha quel limite lì. Però ecco uno è in grado proprio di fare, con un prezzo assolutamente più conveniente, uno strumento tagliato a propria misura, che è importante!
Se uno ha un’ esperienza che gli permette di avere un’idea chiara di cosa vuole dallo strumento si ottengono dei buonissimi risultati!
MOff: Per quanto riguarda gli amplificatori, ultimamente sta uscendo “l’ira di Dio” di simulatori, con modelli fisici ecc ecc; tu con la passione del valvolare, come ben sappiamo, che ne pensi?
G.M.: Ma… guarda io penso che sian due piani diversi; cioè l’amplificatore resta l’amplificatore a valvole, magari con più gain e con tutte le cose che la tecnologia permette, ma c’è un posto sicuramente anche per gli emulatori perché, per esempio, per far dei provini dove hai bisogno magari di tanti suoni e tempi brevi di intervento allora vanno benissimo e anzi, probabilmente, nell’insieme sono ancora più credibili.
Certo, preso in maniera “cruda”, un suono amplificato,si sente che è… un’ emulazione insomma; come giustamente promette la tecnologia, e… però dei grossi vantaggi dal punto di vista pratico, permette veramente di avere molti suoni in poco tempo e in spazi ridicoli, adesso queste cose sul computer che stanno uscendo sono veramente fantastiche dal punto di vista tecnologico, molto affascinanti!
MOff: Quindi comunque li metti su due piani… differenti…
G.M.: … su due piani diversi; secondo me, una cosa è studiare per fare i provini così. Quando vuoi il suono vero devi ancora “cascare” su certe cose, non necessariamente i due marchi tradizionali, perché anche lì la tecnologia… adesso ci sono decine… di cose che vanno molto bene, molto bene!
MOff: Senti Gae, tu visto che sei un un insegnante di vecchia data, con metodi ecc ecc, raccontaci come hai cominciato ad insegnare oltre che a suonare…
G.M.: Ma, ad insegnare ho cominciato un po’ perché me lo chiedevano e devo dire che all’inizio ero un po’ perplesso perché io vengo da un approccio molto spontaneo… anche se poi negli anni evidentemente ho dovuto approfondire alcune cose e mi son reso conto che un’ esigenza era però soprattutto quella di avere un approccio pratico, quindi non trascurando gli aspetti teorici ovviamente importanti, ma quello che mi chiedevano era di capire come potevo fare in concreto per risolvere determinate problematiche; e da li è venuto fuori il mio approccio sul quale poi ho basato i libri, i video…
MOff: praticamente i più venduti della storia d’Italia del rock (sorridendo 🙂
G.M.: Devo dire per alcuni casi si, perché per esempio il vecchio metodo di fraseggio della Berben ha venduto veramente una quantità… incredibile, ma perché li c’era proprio l’aspetto concreto; cioè aldilà della scala che puoi trovar dovunque, adesso basterebbe collegarsi a internet e puoi sapere tutte le scale del mondo…
Vuoi sapere com’è la scala ungherese minore? C’è, non è un problema! E non è un problema di conoscenza!
MOff: Magari manca veramente poi come suonarla…
G.M.: … come applicarla, e questo è quello che chiedono gli allievi! Infatti tutti i miei video e metodi sono fatti in un approccio pratico, cioè, questa è la scala e una possibilità è questa di applicarla! Infatti credo che il successo di quella cosa sia venuta proprio dall’approccio pratico che gli permetteva di utilizzare concretamente le informazioni ricevute… e quindi credo che la ilosofia dell’applicazione pratica sia molto importante!
MOff: Gae, ultima domanda! Enpals e Siae, commenti così…
G.M.: Due argomenti spinosissimi! Devo dire un po’ al di fuori della realtà, secondo me. Per esempio nessuno fa distinzione tra il professionista e il dilettante, che è una cosa grave! Perché è molto difficile equiparare le due attività. Uno poi può suonare per il piacere di farlo e non è giusto che debba imbarcarsi in situazioni complesse di burocrazia ecc…
Ma d’altra parte il discorso ancora più grave è che se pensiamo che non c’è un sindacato in Italia per i musicisti; credo che sia l’unico Paese al mondo!
Forse i paesi del terzo mondo hanno un sindacato musicisti e noi non l’abbiamo! Quindi la problematica nasce pesantemente da lì.
Anche la Siae, devo dire, mi sembra che non faccia la tutela dell’autore, cioè fa la tutela di se stessa. Non mi sembra.. non vedo la volontà di avere una promozione musicale o di far stare in condizioni migliori l’autore rispetto a quelle che sono attuali.
Cioè in realtà c’è la tendenza a fare un lavoro di repressione o poco più secondo me; non credo che sia la strada per aiutare la musica a venir fuori, ma forse, addirittura ad affosarla un po’ di più.
Non è certo il lavoro in nero dei musicisti che crea disavanzi nel bilancio; sono ben altre le problematiche insomma… e d’altra parte al ragazzino di diciotto anni che ha un gruppo con cui vuol suonare nella birreria, non è possibile costringerlo a mettersi in condizione di avere burocrazia pazzesca con cui aver a che fare…
MOff: Anche perché magari poi passa quella passione che dicevi prima…
G.M.: Infatti, è un motivo in più… no vabbè, se devo mettermi a fare una società, mettermi in regola, non ne val la pena, non lo faccio! Un peccato nsomma!
MOff: Quindi sempre più musicisti solo per lavoro e… molto meno per passione!
G.M.: Secondo me se sei un musicista professionista devi avere l’Enpals, l’agibilità, son d’accordissimo!
Però distinguiamo poi i ruoli. Non è facile. Se uno fa dieci serate all’anno non mi sembra che possa definirsi professionista!
Quindi non è difficile determinare chi è professionista e chi non lo è insomma ed in questo senso ci vorrebbe molta più attenzione perché veramente il problema qua è la musica! Il problema è creare una generazione di quindicenni che non gliene frega niente, come già stiamo vedendo; cioè gli interessa il computer, il telefonino!
Ma… una volta il quindicenne quando cominciava ad avere un’età, una maturità per “approntare le cose”, voleva suonare la batteria, la chitarra, le tastiere; adesso probabilmente è molto più facile mettersi sul computer e trafficare, però la musica è un’ altra cosa!
C’è bisogno di uno studio e bisogna stimolare questa passione in maniera corretta e completa perché poi vengan dei risultati…
MOff: Gae, un saluto per MusicOff e dai un consiglio soprattutto a chi comincia adesso il suo percorso musicale…
G.M.: Si, beh, un saluto a tutti e grazie per l’attenzione. E’ sempre un piacere parlare di musica che comunque fa parte della mia vita! Tra l’altro non vorrei dare l’ impressione di avere… cioè io ho delle cose negative da dire sul mondo della musica, però sono convinto che sia la più grossa passione che possa esistere e quindi, chiunque cominci non fa che del bene a se stesso, facendo una cosa interessante e appagante… e quindi di continuare nonostante le difficoltà dal punto di vista burocratico obiettive e pesanti, ma la musica dà troppo per fermarsi di fronte a queste difficoltà!
MOff: E un consiglio ancora per chi comincia… qual’ è lo spirito per iniziare, per uno che veramente ha la passione per la musica?
G.M.: Dedicarsi alla passione e rassegnarsi ad un periodo di studio intenso, ma alla fine credo che i primi periodi… alla fine è quello che paga!
Se uno ci si mette pesantemente all’inizio, poi si trova infilato bene nel futuro!
Non è difficile, basta avere un po’ di pazienza ed una disciplina che ti permetta di studiare constantemente! Il trucco è quello! La costanza, fare qualche cosa tutti i giorni, che è l’unico sistema poi per avere un ritorno di meccanismi, di scioltezza, di sicurezza anche psicologica rispetto allo strumento.
MOff: Ok, grazie Gae!
G.M.: Di niente Thomas
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