Durante il suo seminario presso la Contemporary Music Accademy di Pescara, Stef ci ha concesso un’intervista al fulmicotone raccontandoci la sua formazione musicale, i suoi progetti e dandoci consigli su come intraprendere la carriera musicale! Giordart… si scusa per il suo inglese da bimbo e vi prega di essere accondiscendenti… abbiate pietà ;-)Traduzione dell’intervista in italiano a cura di Lionello “Lio” Vanoni MUSICOFF (MOff): Ciao Stef. Puoi parlarci di come è nato il tuo rapporto con la musica? Quale tipo di musica sentivi e qual’è stato il tuo approccio ad essa?
STEF BURNS (SB): La prima volta che ho ascoltato musica era ovviamente quella che ascoltavano i miei genitori e mia sorella più grande, ascoltavo i loro dischi. I miei ascoltavano jazz, tutto il jazz, tutta la musica classica, mi ricordo che avevano una predilezione per i cantanti, cantanti jazz come Carmen McRae, Billie Holiday, mia madre era pazza per questo tipo di cose; Sam Cook, e musicisti di jazz come John Coltrane e Thelonious Monk: questi li ascoltava mio padre, ricordo. Un disco veramente bello, cui mi sono dimenticato di accennare era “Two of a mind”, con Paul Desmond e Gerry Mulligan, niente pianoforte, niente chitarra, solo batteria e basso e 2 sassofoni, bellissimo; quando Paul Desmond fa l’assolo Gerry Mulligan accompagna, e poi viceversa, fantastico; questo e tutti gli altri dischi che avevano i miei, come i Beatles, Rod Stewart, Grateful Dead, Jefferson Airplane, tutta la musica degli anni ’60, specialmente la musica californiana; mio padre era un chitarrista dilettante, suonava canzoni folk per la famiglia, e a volte io provavo a suonare la sua chitarra, è iniziato così.
MOff: E poi ti sei iscritto ad un a scuola di musica?
SB: Ho preso qualche piccola lezione di chitarra quando avevo 11 o 12 anni da un tizio che si chiamava Floyd Wade; era un chitarrista jazz e io ho incominciato ad imparare un pò di cose, specialmente accordi. Alla fine tutto quello che sono riuscito ad imparare allora era solo qualche accordo jazz, cose facili come settima maggiore, settima minore, e poi quando sono andato in collegio c’era questa classe di teoria ed improvvisazione jazz con Frank Samars al Dab Valley College, era una classe mista di jazz, e del resto ho sempre suonato nel gruppo jazz della scuola, scuola superiore intendo, anche se ho iniziato a suonare con un gruppo nella scuola media, quando avevo 12 anni, ma ho suonato il sax fino ai 12 anni. Dai 9 anni agli 11 anni sax e chitarra, poi ho smesso di suonare il sax, perchè c’erano già altre 5 persone che lo suonavano, e nessuno che suonasse la chitarra. E così mi sono detto, bene, suoniamo la chitarra e il resto è stato solo imparare a suonare con gli altri, specialmente con tastieristi, e con sassofonisti, e li ascoltavo; c’era Marc Russo (ex Yellow Jackets) con cui ho suonato un sacco quando ero più giovane, lui mi ha influenzato parecchio, il pianista era John Zeppola che ha collaborato con me anche sul mio CD, e poi Dave Matthews, non il Dave Matthews faMOffo in USA oggi (bassista) è un altro Dave Matthews, un tizio più vecchio, più blues e jazz e cose di questo tipo, li ascoltavo molto.
MOff: Quale consiglio daresti ad un giovane chitarrista che voglia suonare dal vivo come fai tu?
SB: Bè, penso sia importante… vuoi dire qualche consiglio ad un giovane musicista? Penso sia importante, come del resto in tutte le cose, la musica, lo sport, è bene imparare le basi, non saltare l’apprendimento delle cose basilari; per me la base del rock è il blues, e il jazz; un pò di jazz, non in profondità, ma comunque la base resta sempre il blues e il rock n’ roll e il funk e la musica che puoi trovare, specie per il rock, andando a cercare indietro nel tempo (dischi vecchi) questo è molto importante, e specialmente per la chitarra rock, il blues, perchè il blues aggiunge il solo (l’abilità di suonare solo) e il fuoco (l’energia), e cos’altro posso dire, divertirsi sempre, continuare sempre ad imparare, a cercare, sperimentare, diversificarsi, non buttarsi a capofitto dentro un solo tipo di cosa, perchè così puoi perderne molte altre; ed incorporare nel proprio modo di suonare tutti questi vari tipi di musica lo rende molto più ricco.
MOff: Dedichi molto tempo al giorno a fare esercizi?
SB: Lo facevo quando ero più giovane; e tanto quanto più mi serve per lavorarci adesso, così ogni giorno forse lavoro su qualcosa, composizione, incisioni, sessions, esibizioni dal vivo, tutto ciò diventa il mio esercizio dopo un pò. Ovviamente a volte se c’è qualcosa che devo studiare, o qualcosa di particolare, penso “oh, devo lavorarci sopra” e allora mi esercito di più, ma non… beh, basta così (risate).
MOff: Puoi dirci con quali famosi musicisti hai suonato fino ad oggi?
SB: Bè, c’è stato Alice Cooper, il gruppo Y&T, Michael Bolton, Sheila E., un gruppo chiamato Berlin, di L.A., con cui ho girato tutta Europa e l’America, il Giappone, vediamo, c’era un gruppo faMOffo in America, Pablo Cruise, ma non sono molto conosciuti in Italia. Jesse Colin Young, che era nel gruppo con gli Youngbloods, questo è un gruppo vecchio, quando lui era giovane, nel 1969; io comunque non c’ero, per me è stato nell’83, ma lui è uno bravo. Poi sessions, con un mucchio di gente, Temptations, e…altri, non ricordo adesso.
MOff: Come è nata la tua collaborazione con Vasco Rossi?
SB: Mi pare che sia successo così: credo loro abbiano sentito la canzone “Hey Stupid” di Alice Cooper e il chitarrista che ci suonava, e hanno pensato “però”; gli è piaciuto, e poi… ne sono fiero, poi mi hanno contattato, e io ho iniziato a fare una session di incisione per “Gli Spari Sopra” e poi dopo il tour mi hanno chiamato per un’altra session per “Nessun Pericolo Per Te”, e il concerto “Rock Sotto L’Assedio”, nel 1995, e poi da lì sono iniziate le tourneés, ecc.
MOff: Puoi descriverci le tue sensazioni nel suonare con rock stars come Vasco Rossi e Alice Cooper, suonare di fronte a migliaia di persone?
SB: Bè, la prima volta che ho suonato di fronte ad una folla numerosa (50,000) è stato nel 1984 con Prince e Sheila E. in Florida, all’Orange Bowl mi pare; ed è stato strano, perchè la prima volta sembra piuttosto fiacca, e tu non capisci veramente perchè; comunque c’è stato un certo quale “wow” (una sensazione forte), è stato molto strano, ma dopo un pò non hai la sensazione di trovarti di fronte alla gente, perchè sono così tanti, sai, ma dopo è stato – e inoltre è stata una specie corsa, non so come spiegare in altro modo… suonare con Alice è stato grande perchè ho suonato pezzi che avevo suonato a scuola, come “School’s Out”, e tutti gli altri pezzi suoi, ed è stato come dire “Bè, adesso suono con lui” sai, “le stesse canzoni, perfetto”! Ma i fans di Vasco sono i più intensi, i più potenti, i più… il feeling che emanano è così intenso che tu senti questo “WOW” specialmente a Roma, è giusto, eh? A Roma, anche perchè dentro lo stadio tutto è così in alto, tutta la gente fa “wow” ed è incredibile, come a S. Siro del resto, anche San Siro a Milano è così, ed è molto intenso, molto bello.
MOff: Grazie. Hai qualche progetto in futuro con Vasco o altri cantanti, oppure da solo?
SB: Sì, credo probabilmente con Vasco ancora, non so quando, non so cosa vogliano fare, ma se fanno qualcosa, il prossimo album, forse l’anno prossimo, e il tour dopo di quello, e il mio CD “Swamp Tea” è appena uscito, sarà pubblicato in Europa, in Italia alla fine di questo mese (Settembre), forse per l’inizio di Ottobre, qualcosa così, e poi il prossimo progetto è di andare a casa e forse iniziare un tour con il mio gruppo per “Swamp Tea” e poi lavorare al nuovo album, e poi di stare un pò in famiglia con i miei figli.
MOff: Cosa pensi della nuova tecnologia, computer music, il digitale, pensi sia importante per un chitarrista, conoscere questo tipo di tecnologia?
SB: Penso che per creare la tua musica personale possa essere anche importante, ma come chitarrista, non lo è necessariamente, sai, è sempre bene ascoltare, ascoltare tutto, tutti i generi (musicali) e… ma… è come dire “come vuoi”, sai, penso che non sia necessario conoscere come fare musica elettronica per essere un buon chitarrista, capisci?
MOff: Sì, grazie.
SB: Grazie a voi. Ascolta l’intervista a Stef Burns
Aggiungi Commento