L’Ufficio del Copyright degli Stati Uniti (US copyright office) ha indicato in un rapporto che le opere create interamente da intelligenza artificiale non possono essere protette da copyright.
Si tratta di una decisione storica, che ha implicazioni significative per artisti, musicisti e creatori che utilizzano strumenti di AI nel loro processo creativo.
La centralità della creatività umana
Secondo il rapporto ufficiale, affinché un’opera sia idonea alla protezione del copyright, deve contenere un livello sufficiente di creatività umana. L’Ufficio del Copyright ha chiarito che, sebbene l’IA possa assistere nella creazione, la protezione del copyright si applica solo quando l’autore umano ha determinato elementi espressivi significativi dell’opera.
Come affermato da Shira Perlmutter, Direttrice dell’Ufficio del Copyright: “Estendere la protezione a materiale i cui elementi espressivi sono determinati da una macchina minerebbe piuttosto che promuovere gli obiettivi costituzionali del copyright.“
La decisione implica che premere un pulsante per generare un brano, un’opera d’arte o un testo non costituisce un atto creativo protetto. La legge è chiara: senza un intervento umano significativo, non esiste copyright.
Implicazioni per l’industria musicale
Questa decisione rappresenta una sfida per coloro che speravano di trarre profitto da opere create interamente da AI. Le piattaforme e i servizi che miravano a monetizzare contenuti generati da AI potrebbero dover rivedere i loro modelli di business.
Non è possibile registrare un copyright su una canzone, un’immagine o un testo creato esclusivamente da una macchina, indipendentemente da chi abbia avviato il processo di generazione.
Per i musicisti e gli artisti che producono opere originali, questa è una notizia positiva. La preoccupazione era che l’ascesa dell’AI potesse inondare il mercato di milioni di nuove canzoni, opere d’arte, video e fotografie, devalorizzando e sommergendo le creazioni umane. Secondo lo youtuber David di Mixpastv, che ha commentato la notizia, “la musica generata da IA avrebbe potuto distruggere il mercato, rendendo indistinguibili le vere creazioni in un mare di cloni.“
La piattaforma di streaming Deezer ha già sviluppato un sistema per rilevare la musica generata da IA, dimostrando come la tecnologia possa essere usata per proteggere la creatività umana.
Questo strumento permette di bloccare l’accesso alla monetizzazione per i contenuti prodotti senza intervento umano.
Controversie legali e sviluppi futuri
La questione dell’uso di opere protette da copyright per l’addestramento dei sistemi di AI rimane irrisolta e oggetto di dibattito legale. L’Ufficio del Copyright ha dichiarato di essere al lavoro su un altro rapporto che affronterà il tema, le considerazioni sulle licenze e l’allocazione di eventuali responsabilità.
Un aspetto chiave sarà definire quanto coinvolgimento umano sia necessario per rendere un’opera oggetto di copyright. Ad oggi, non esiste una soglia precisa, e ogni caso sarà valutato singolarmente.
Il futuro della creatività assistita
Nonostante la decisione, l’uso dell’AI come strumento di supporto nella creazione artistica resta consentito. Tecnologie come quelle utilizzate per ricostruire performance perdute o migliorare la qualità del suono continuano a essere valide, a patto che il prodotto finale sia frutto di un’idea e di un intervento umano.
Questa distinzione consente agli artisti di sfruttare il potenziale dell’AI senza perdere i diritti sulle loro opere. La creatività umana resta il fulcro della protezione del copyright, mentre l’AI è riconosciuta come uno strumento, non come un autore.
La regolamentazione, insomma, pur limitando la monetizzazione delle opere interamente generate da IA, non blocca l’innovazione. Anzi, definisce un confine chiaro tra il ruolo dell’artista e quello della macchina, preservando il valore delle creazioni originali in un panorama sempre più influenzato dalla tecnologia.
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