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Addio ad Angelo Farina, maestro dell’acustica applicata

È morto Angelo Farina, luminare dell'acustica applicata e docente a Parma.

È scomparso a 66 anni Angelo Farina, figura centrale nel panorama internazionale dell’acustica applicata e docente stimato di fisica tecnica all’Università di Parma.
La sua morte, avvenuta sabato scorso dopo una lunga malattia, lascia un vuoto profondo nella comunità accademica e scientifica.

Un punto di riferimento nella ricerca acustica

Farina ha dedicato interamente la sua carriera alla ricerca, diventando un pioniere mondiale nel campo dell’acustica ambientale e della riproduzione sonora. I suoi studi hanno abbracciato quasi ogni ambito dell’ingegneria acustica, spaziando dalla misurazione del suono alla sua diffusione, dal trattamento acustico degli ambienti alla progettazione di sistemi di registrazione.

Con il suo team ha dato vita a soluzioni che hanno avuto risonanza ben oltre i confini accademici, conquistando riconoscimenti di livello internazionale come la Silver Medal, la prima mai attribuita a un’università italiana nel settore.
Tra i suoi meriti figura anche l’aver rivoluzionato l’uso dei microfoni, come nel caso dello sviluppo, in collaborazione con la Rai, di un sistema direzionale digitale sperimentato al Festival di Sanremo nel 2013.

L’università come casa e laboratorio

Nella sua lunga carriera all’Università di Parma, dove ha insegnato nei corsi di Ingegneria e Architettura, Farina ha formato intere generazioni di studenti, trasmettendo con rigore e passione una disciplina complessa e affascinante.
«Un punto di riferimento nell’acustica a livello mondiale» lo ha definito il rettore Paolo Martelli, mentre per il professor Roberto Menozzi, Farina era anche «una persona diretta, originale e molto apprezzata dagli studenti».

A testimoniarne lo spirito fuori dagli schemi è il ricordo della professoressa Sara Rainieri: «La sua curiosità era inesauribile, l’entusiasmo contagioso, il suo modo di vivere la scienza libero da ogni formalismo».

Dalla ricerca alla divulgazione

Farina non ha mai rincorso visibilità o riconoscimenti. Preferiva il lavoro concreto, i laboratori, il confronto con colleghi e studenti. Con il suo spin-off accademico AIDA, ha costruito progetti innovativi in collaborazione con enti e istituzioni, contribuendo alla nascita di realtà come la Casa della Musica e il Museo del Suono di Parma.
Quest’ultimo ospita una installazione sonora originale, ripresa anni dopo anche da tecnici del suono statunitensi.

Un’eredità umana e scientifica

Chi lo ha conosciuto ne ricorda l’intelligenza brillante, la fiducia nella tecnologia e soprattutto nelle persone. «Era convinto che il sapere fosse da condividere, non da proteggere» ha dichiarato Fabio Bozzoli, uno dei tanti giovani che ha formato e accompagnato nel mondo della ricerca.

Con la scomparsa di Angelo Farina, la comunità scientifica internazionale perde una delle sue menti più originali, capace di coniugare il rigore scientifico con un approccio umano e generoso.



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